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si inizia, daiza, attrezzi segreti.
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si inizia, daiza, attrezzi segreti.
Sono una persona che le cose le imparo di più vedendole che leggendole, ho da sempre fatto lavori dove le mie mani erano l'essenza, fabbro saldatore,muratore, fioraio,meccanico,sono parte di lavori che ho appreso vedendo gli altri, a suo tempo facevo i daiza dopo aver letto qualcosa su come farli,e li facevo come il detto in Maremma, “taglio il presciutto con l'accetta”, erano squadrati,non rifiniti e appunto fatti con attrezzi non adeguati, poi ho incontrato il mio Mentore, il Fabrizio Buccini, mi ha invitato a casa sua 2 giorni ( vedi video Tecnica di lavorazione di un daiza https://youtu.be/w07hROZBm04) oltre a fare il video vedevo,imparavo,ora a volte l'amico chiede consiglio a me.
Cercherò con questo post di farvi vedere alcuni passi di come e con che attrezzi io realizzo un daiza, e qualche segreto.
Inizio subito a presentarvi la pietra, essa, secondo me viene chiamata erroneamente Palombino, che è il nome Palombino? È un tipo di pietra che per il suo colore simile a quello del colombo ha preso, colombo-colombino-Palombino, ora le pietre simili di formazione in Maremma si trovano,ma sono verdi-blù-grigie-rosse e color palombino, a volte policrome,cioè con questi colori in una sola pietra, geologicamente fanno parte delle Calcaree Marnose,cioè pietre terrigene (argille) unite dal calcare.
Il legno che ho usato, è la prima volta che lo provo è olivo, di solito legni con belle venature non si usano per non distogliere la bellezza di una pietra a quella del daiza, semmai lo farò di colore più scuro.
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I fermi che vedete sono compresi nel tavolino da obbysti che si trovano in commercio a pochi euro, come vedete ne ho fatti di varie misure, 4 x ogni tipo, così posso lavorare le tavole di diverse misure con la fresa, al tavolino (indispensabile per fare i daiza) ho alzato con l'aggiunta di altro tubolare l'altezza, li fanno bassi che stroncano la schiena.
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dopo aver segnato il contorno della pietra sul legno, calcolo l'altezza massima di affondamento della pietra, e freso
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Ecco alcuni attrezzi indispensabili ormai per me,le frese verdi sono al wolfranio,indistruttibili, efficaci,uso e lo vedrete avanti frese appese con il flessibile, sono 4 e ad ognuno vi è la fresa che mi serve, è un attimo usarle.
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La carta carbone non può mancare, serve per vedere dove la pietra tocca e non affonda, si stende su tutta la forma o solo da una parte si appoggia la pietra si batte con le mani su di essa levata si noterà in macchie scure dove dobbiamo lavorare.
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Questa è la parte esterna di dove lavoro, polvere e segatura sono libere di volare dove vogliono! Notate la colonna delle frese,fatta li per li con quello che ho trovato.
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Fatto l'affondo segno il percorso che dovrò fare con il traforo o seghetto alternatore
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A suo tempo dovevo fare una scelta tra la sega circolare o il traforo, questo ultimo ho scelto, notate l'inclinazione del piano,tagliando verso l'interno del daiza in questa maniera saranno più equilibrati i piedini dopo, se fosse dritto invece i piedini sborderebbero dall'insieme, è un po come il vaso per i Bonsai,stretto sotto largo sopra,lo trovo più elegante.
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Questo è il risultato sino a ora
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In questo caso mi piace vedere di più il vuoto dato dal movimento della pietra, quindi segno il bordino e affondo anche li.
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Il movimento della pietra va seguito abbastanza preciso, se notate nella prima foto, si vede la pietra troppo affondata nel legno,li bisogna intervenire con la fresa, abbassandolo
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Riecco il punto del lavoro fatto
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Ora preparo il daiza ai piedini, uso la matita e il dito fermo sul bordino,cerco il punto più affondato del daiza per poi riportarlo all'esterno di esso, si può usare il metro o il calibro, fatto questo mi abbasso rispetto al segno a secondo del peso della pietra più o meno, praticamente tra l'affondo fatto e e il sotto resterà uno spessore che sostenga la pietra.
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Segno i piedini, sto largo,posso ridurli dopo, notate i fermi del legno? Usando la fresa orizzontale non danno problemi
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Con la carta vetrata al cilindretto nel flessibile stondo i bordi sotto dei piedini, quando saranno finiti se sono troppo grandi intervengo in questa maniera.
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Altro risultato, notare che i segni di dove faccio i piedini li ho fatto al bordo guardando la pietra dentro al daiza,poi riporto sotto i segni.
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Prima di dare forma ai piedini,stondo lo spazio del sotto del daiza,che vi è tra loro, questo mi aiuterà a dare la giusta inclinazione alla fresa (carta vetrata) per realizzarli
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Stando con la solita inclinazione fatta al daiza con la carta vetrata al cilindretto, do la fresata superiore al piedino, lasciando all'incirca sui 2 millimetri sotto (il puntino rosso), per poi rifinirlo subito dopo.
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Questo è il risultato quasi finale prima di cartarlo molto bene e colorarlo
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Ho scritto quasi perché devo mettere la mia firma! Questo logo me lo hanno regalato gli Amici di Milano Franco,Enny e Felice,forse qualcuno di voi li conosce.
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Una volta ci mettevo più di un giorno a fare un daiza con l'accetta,ora con esperienza,attrezzi giusti e tantissima passione che aumenta di anno in anno grazie a gente come voi che mi segue e mi stimola vi lascio immaginare quanti ne faccio al giorno.......................................................................
Seguitemi in questo post che non è finita qui,
Cercherò con questo post di farvi vedere alcuni passi di come e con che attrezzi io realizzo un daiza, e qualche segreto.
Inizio subito a presentarvi la pietra, essa, secondo me viene chiamata erroneamente Palombino, che è il nome Palombino? È un tipo di pietra che per il suo colore simile a quello del colombo ha preso, colombo-colombino-Palombino, ora le pietre simili di formazione in Maremma si trovano,ma sono verdi-blù-grigie-rosse e color palombino, a volte policrome,cioè con questi colori in una sola pietra, geologicamente fanno parte delle Calcaree Marnose,cioè pietre terrigene (argille) unite dal calcare.
Il legno che ho usato, è la prima volta che lo provo è olivo, di solito legni con belle venature non si usano per non distogliere la bellezza di una pietra a quella del daiza, semmai lo farò di colore più scuro.
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Stando con la solita inclinazione fatta al daiza con la carta vetrata al cilindretto, do la fresata superiore al piedino, lasciando all'incirca sui 2 millimetri sotto (il puntino rosso), per poi rifinirlo subito dopo.
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Seguitemi in questo post che non è finita qui,
Re: si inizia, daiza, attrezzi segreti.
Fantastico ........
E grazie di condividere con noi i tuoi lavori
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Smipar- Utente normale
- Messaggi : 493
Data d'iscrizione : 11.08.14
Età : 60
Località : Provincia RA appennino tosco emiliano
CaVa69- Nuovo Utente
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Località : Lucca
Re: si inizia, daiza, attrezzi segreti.
Ciao Cava, mi piace il tuo umorismo,ogni tanto ci vuole. ci vuole!
Re: si inizia, daiza, attrezzi segreti.
grazie per la dimostrazione
kordonbleu- Moderatore
- Messaggi : 13996
Data d'iscrizione : 10.03.12
Età : 104
Località : Teramo
Re: si inizia, daiza, attrezzi segreti.
Vediamo ora come valorizzare la patina e il colore, a suo tempo, circa 20 anni fa ero un pivello nell'arte del suiseki,ho avuto la fortuna di trovare subito belle pietre e quindi di avere l'appoggio anche venendo qui da me dei più grandi praticisti di questa arte in Italia, mi insegnarono quasi tutto, il metodo di valorizzare la patina era olio di lino diluito con diluente nitro, a mio vedere stando in campagna o quasi le pietre prendevano la polvere e con l'unto sopra era difficile spolverarle,in oltre l'olio che poi rimaneva rendeva la pietra troppo scura, un Amicone mi suggerii di usare il lucido da scarpe color neutro,uno spettaccolo!, la pietra all'inizio sembrava troppo lucida poi in poco tempo si attenuava,in più valorizzava di più i colori, oltre a sembrare maturale la patina della pietra, ma che fatica lucidarle.
Ora bene o male si usa tutti il solito metodo,crema per le mani, non scrivo marca per via della pubblicità,ma attenti c'è diversità tra crema e crema,questo credo è dato dai prodotti che usano,tipo l'olio d'oliva,il procedimento è questo (quello che uso io), spennello la pietra,la sfrego con le mani,aspetto 5/10 minuti e passo con una spazzola morbida per spandere meglio i residui rimasti nei posti anfratti, lascio riposare 1,2 giorni poi sfrego con un panno energicamente, la pietra assorbe la crema, ogni materiale diverso ha il suo tempo,se il colore e la patina non si esaltano quando ha assorbito va rifatto il procedimento sino a che non ha “preso.
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Questo tipo di pietra assorbe poco,il risultato è quasi immediato,si vede la differenza?
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Dopo circa 15 minuti si vede bene come è da finita
34[Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine]
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Per il discorso della patina di come esaltarla si potrebbe discutere tantissimo, scrivo solo che l'obbiettivo finale del fare suiseki è avere la pietra che sia visibilmente naturale, ricordo che il colore naturale della pietra è quando è bagnata,questo è poi il fine, valorizzando la patina vi sarà una reazione naturale simile a quando è bagnata.,
provate,prendete pietruzza la bagnate,vedete il suo colore, la fate asciugare poi passatevi una mano in fronte e sfregatela sulla pietra,il risultato?,provate invece con la crema,il risultato? Quasi tutto uguale.
Per finire ricordo che quando poi dopo cartata,coloro il daiza,io uso colori ad acqua,metto subito la pietra sopra,questo per levare la possibilità di piegarsi e aver fatto invano il lavoro.
36[Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine]
prima e dopo,ci sarà ancora un dopo,la finitura del daiza e l'esposizione a breve.
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Ora bene o male si usa tutti il solito metodo,crema per le mani, non scrivo marca per via della pubblicità,ma attenti c'è diversità tra crema e crema,questo credo è dato dai prodotti che usano,tipo l'olio d'oliva,il procedimento è questo (quello che uso io), spennello la pietra,la sfrego con le mani,aspetto 5/10 minuti e passo con una spazzola morbida per spandere meglio i residui rimasti nei posti anfratti, lascio riposare 1,2 giorni poi sfrego con un panno energicamente, la pietra assorbe la crema, ogni materiale diverso ha il suo tempo,se il colore e la patina non si esaltano quando ha assorbito va rifatto il procedimento sino a che non ha “preso.
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Questo tipo di pietra assorbe poco,il risultato è quasi immediato,si vede la differenza?
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Per il discorso della patina di come esaltarla si potrebbe discutere tantissimo, scrivo solo che l'obbiettivo finale del fare suiseki è avere la pietra che sia visibilmente naturale, ricordo che il colore naturale della pietra è quando è bagnata,questo è poi il fine, valorizzando la patina vi sarà una reazione naturale simile a quando è bagnata.,
provate,prendete pietruzza la bagnate,vedete il suo colore, la fate asciugare poi passatevi una mano in fronte e sfregatela sulla pietra,il risultato?,provate invece con la crema,il risultato? Quasi tutto uguale.
Per finire ricordo che quando poi dopo cartata,coloro il daiza,io uso colori ad acqua,metto subito la pietra sopra,questo per levare la possibilità di piegarsi e aver fatto invano il lavoro.
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