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Juniperus chinensis
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Juniperus chinensis
Io sottoscritto Claudio Trivellato, dichiaro di aver lavorato questo Ligustro/ginepro....ecc.ecc., senza alcun aiuto derivato da Istruttori o di altre persone. Accetto il giudizio insindacabile da parte dei giudici e non chiederò spiegazioni sulle valutazioni che li hanno condotti al risultato finale.
questo ginepro è stato acquistato in un vivaio specializzato parecchi anni fa, uno di quegli acquisti dettati più dalla voglia di fare (avevo appena intrapreso il mio cammino bonsai) che da un vero e proprio gusto. la pianta è rimasta inalterata nel mio giardino per anni, solo potature per ricavarne talee. Si tratta di un materiale coltivato in campo, quel tipo di materiali tutti simili e senza caratteristiche peculiari importanti, pertanto un disegno della pianta mi è stato a lungo impossibile azzardarlo. Poi un giorno, stanco di questa stasi bonsaistica, ho cominciato a eliminare i rami più lunghi e dritti, con vegetazione esclusivamente periferica, lasciando quelli più interessanti per movimento e quelli con la ramificazione più vicina al tronco.
il ginepro all'inizio dei lavori, tolti i primi rami ritenuti inutili
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al termine della prima lavorazione è stata rinvasata in un contenitore più piccolo. il primo disegno prevedeva una specie di padre/figlio, ma non mi convinceva per vari motivi: la differenza di diametri e movimento tra il tronco e i rami, l'altezza che andava ridotta...
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A fine stagione è stato tolto il filo. Nonostante la potatura massiccia e la filatura il ginepro ha tirato fuori tutta la sua energia, infoltendosi per bene e dandomi così la possibilità di agire con una nuova impostazione. Come per tutte le piante anche il ginepro per subire una lavorazione importante deve dimostrare di stare bene, altrimenti si rimanda il tutto. Ecco la pianta tolto il filo e prima della seconda impostazione.
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Pianta in forma e due rami da rimettere a posto... gira di qua e gira di là, la legna secca che consideravo abbondante e inadeguata per la prima impostazione mi suggerisce l'idea buona. Tagliare il "padre", inclinare il tronco e compattare l'unico ramo rimasto al tronco, al di sotto del secco. La mano del defunto che protegge il vivo. l'ho sentito dire per alcuni ginepri con tenjin importanti come questi. Voglio soffermarmi un secondo ancora sul secco. Spesso si tende a lavorarlo tutto in una volta. è anche bello e divertente e ci si fa prendere la mano facilmente. Per questo ginepro invece sono stato lento, aspettando che le intemperie facessero la loro parte. si dice spesso tra bonsaisti "a togliere c'è sempre tempo". è questo un insegnamento molto importante, sia per le parti vive che per il legno morto. a questo punto della lavorazione il legno secco ha subito solo una leggera bruciatura, giusto per eliminare le pellicine rimaste dallo scortecciamento e dagli strappi della pinza.
ecco la foto del ginepro dopo la seconda impostazione
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quest'inverno è rimasto fuori, al freddo e sotto la neve e questa primavera è ripartito con la solita vigoria. ho applicato per la prima volta il liquido jin sul secco, che di tanto in tanto ritoccavo, strappavo e bruciacchiavo. il risultato è una pianta molto compatta, e aggressiva. caratteristico e accativante il jin che io chiamo "artiglio" proprio al di sopra della chioma.
ecco il ginepro pochi giorni fa
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la strada è ancora lunga, ma per ora mi accontento di quel che sono riuscito a fare.
questo ginepro è stato acquistato in un vivaio specializzato parecchi anni fa, uno di quegli acquisti dettati più dalla voglia di fare (avevo appena intrapreso il mio cammino bonsai) che da un vero e proprio gusto. la pianta è rimasta inalterata nel mio giardino per anni, solo potature per ricavarne talee. Si tratta di un materiale coltivato in campo, quel tipo di materiali tutti simili e senza caratteristiche peculiari importanti, pertanto un disegno della pianta mi è stato a lungo impossibile azzardarlo. Poi un giorno, stanco di questa stasi bonsaistica, ho cominciato a eliminare i rami più lunghi e dritti, con vegetazione esclusivamente periferica, lasciando quelli più interessanti per movimento e quelli con la ramificazione più vicina al tronco.
il ginepro all'inizio dei lavori, tolti i primi rami ritenuti inutili
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al termine della prima lavorazione è stata rinvasata in un contenitore più piccolo. il primo disegno prevedeva una specie di padre/figlio, ma non mi convinceva per vari motivi: la differenza di diametri e movimento tra il tronco e i rami, l'altezza che andava ridotta...
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A fine stagione è stato tolto il filo. Nonostante la potatura massiccia e la filatura il ginepro ha tirato fuori tutta la sua energia, infoltendosi per bene e dandomi così la possibilità di agire con una nuova impostazione. Come per tutte le piante anche il ginepro per subire una lavorazione importante deve dimostrare di stare bene, altrimenti si rimanda il tutto. Ecco la pianta tolto il filo e prima della seconda impostazione.
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Pianta in forma e due rami da rimettere a posto... gira di qua e gira di là, la legna secca che consideravo abbondante e inadeguata per la prima impostazione mi suggerisce l'idea buona. Tagliare il "padre", inclinare il tronco e compattare l'unico ramo rimasto al tronco, al di sotto del secco. La mano del defunto che protegge il vivo. l'ho sentito dire per alcuni ginepri con tenjin importanti come questi. Voglio soffermarmi un secondo ancora sul secco. Spesso si tende a lavorarlo tutto in una volta. è anche bello e divertente e ci si fa prendere la mano facilmente. Per questo ginepro invece sono stato lento, aspettando che le intemperie facessero la loro parte. si dice spesso tra bonsaisti "a togliere c'è sempre tempo". è questo un insegnamento molto importante, sia per le parti vive che per il legno morto. a questo punto della lavorazione il legno secco ha subito solo una leggera bruciatura, giusto per eliminare le pellicine rimaste dallo scortecciamento e dagli strappi della pinza.
ecco la foto del ginepro dopo la seconda impostazione
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quest'inverno è rimasto fuori, al freddo e sotto la neve e questa primavera è ripartito con la solita vigoria. ho applicato per la prima volta il liquido jin sul secco, che di tanto in tanto ritoccavo, strappavo e bruciacchiavo. il risultato è una pianta molto compatta, e aggressiva. caratteristico e accativante il jin che io chiamo "artiglio" proprio al di sopra della chioma.
ecco il ginepro pochi giorni fa
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la strada è ancora lunga, ma per ora mi accontento di quel che sono riuscito a fare.
il trive- Utente normale
- Messaggi : 469
Data d'iscrizione : 02.09.10
Località : Lodi
Re: Juniperus chinensis
Mi piace la pianta ed il lavoro svolto sin qui, ha il potenziale per migliorare molto e credo sia questione solo di tempo. Bravo trive.
Re: Juniperus chinensis
Simone ha scritto:Mi piace la pianta ed il lavoro svolto sin qui, ha il potenziale per migliorare molto e credo sia questione solo di tempo. Bravo trive.
ora sta infoltendo per bene, pinzo dove necessario e tanto sole
quest'inverno vedrò di impalcare meglio tutto il verde. la strada è lunga ma la pianta risponde benissimo. son contento!
il trive- Utente normale
- Messaggi : 469
Data d'iscrizione : 02.09.10
Località : Lodi
Re: Juniperus chinensis
Bravo Trive...carino!
Bonsai67- Utente attivo
- Messaggi : 2206
Data d'iscrizione : 22.12.11
Età : 57
Località : Pforzheim (Germania)
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