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PINUS PENTAPHYLLA -Pino a cinque aghi-
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PINUS PENTAPHYLLA -Pino a cinque aghi-
PINUS PENTAPHYLLA -Pino a cinque aghi-
Descrizione
In Giappone, quando si pronuncia la parola bonsai, la prima pianta a cui si pensa è il Pino; l’essenza più amata dai grandi maestri, che più di ogni altra incarna lo spirito dell’”arte che vive”.
Il pinus penaphylla appartiene alla famiglia delle pinacee è la famiglia di conifere più estesa (solo il genere pinus comprende una settantina di specie). Originario del Giappone dove è conosciuto con il nome di "goyo-matsu". Il pinus pentaphylla è una varietà di pinus parvi flora, che significa "a piccoli fiori". Allo stato naturale può raggiungere i 25 metri di altezza. Il tronco è eretto e tortuoso, la chioma ha forma piramidale, con fogliame fitto quando l'albero è giovane, irregolare col passare del tempo; lo stesso vale per la branche, ad ampia apertura che divengono orizzontali e assumono un aspetto pittoresco a maturità. I rami, poco numerosi, sono ricurvi all'estremità e, invecchiando, tendono a spogliarsi degli aghi; quelli più alti si sviluppano a forma di corona. La corteccia, con il tempo, si inspessisce e si fessura, donando all'albero un aspetto vetusto. Gocce di resina appaiono sulla corteccia dei soggetti giovani. Gli aghi, perenni, sono riuniti in ciuffi di cinque elementi da cui il nome di pentaphylla: essi sono presenti dritti o contorti, di colore verde azzurro, contornati da due strisce color resina.
I pini occupano il primo posto tra le specie più apprezzate come bonsai. Si tratta di una pianta molto longeva che ha dimostrato di poter vivere, coltivata come bonsai, per centinaia di anni. Invecchiando le peculiarità di questa pianta si accentuano: la corteccia fessurandosi, diventa sempre più interessante e la vegetazione si arricchisce definendo splendidi palchi. Grazie quindi alla longevità, garantita anche dalla grande resistenza dei Pini nei confronti delle avversità climatiche e ambientali, esistono esemplari spettacolari che, soprattutto inGiappone,si tramandano di generazione in generazione.
Esposizione
I Pini amano posizioni soleggiate e ben ventilate, pertanto è consigliabile lasciarli costantemente all’esterno. Tuttavia, nel caso in cui i vasi siano di dimensioni molto contenute, conviene proteggerli dal vento proveniente dal nord in inverno, per evitare che la zolla geli. In estate se non si ha la possibilità di annaffiare con costanza nei momenti adeguati, può essere utile proteggerli collocandoli sotto una rete ombreggiante durante il giorno e riportandoli all’esterno ogni sera, in modo che possano godere della rugiada notturna.
In primavera, è conveniente tenere il bonsai in pieno sole: un’adeguata illuminazione permette alla pianta di sviluppare con vigore, producendo aghi corti, vegetazione compatta ed uniforme.
In estate, si può continuare a tenerlo esposto al sole, a patto di coprire il vaso per non far surriscaldare l’apparato radicale, il quale, a differenza della chioma, non sopporta il caldo; infatti, se la temperatura del terreno supera i 40 gradi, si rischia un blocco delle funzioni a livello delle radici, con il pericolo di andare incontro ad un marciume radicale. La collocazione ideale per i mesi estivi è quella che permette al bonsai di prendere il sole tutta la mattinata, rimanendo ombreggiato il pomeriggio.
In autunno, ci si può regolare come in primavera, esponendo il bonsai in pieno sole così da permettergli di vivere in salute il periodo vegetativo, che nelle regioni del centro-sud si protrae da settembre a novembre.
In inverno, i Pini possono essere tenuti tranquillamente all’esterno; avendo l’accortezza, se si vive nelle regioni del nord, di proteggere il vaso dalle gelate, poiché come già detto, la radice è la parte più sensibile al caldo e al freddo.
Annaffiatura
In generale, queste piante sopportano piuttosto bene la siccità. Se si lascia asciugare adeguatamente la terra tra un’annaffiatura e l’altra, il fogliame assume un aspetto più compatto. Dall’inizio dell’estate fino all’autunno non bisogna trascurare la nebulizzazione degli aghi a fine giornata.
Terreno
Il composto ideale è costituito da akadama e sabbia grossolana, che riesce a garantire un drenaggio ottimale.
Rinvaso
Gli esemplari giovani si trapiantano circa ogni 3 anni, quelli più maturi ogni 5-7 anni. L’epoca più adatta è tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, quando le gemme sono gonfie, ma gli aghi non si sono ancora aperti. Dopo il rinvaso si bagna a fondo e si posiziona l’albero all’ombra, nebulizzando gli aghi due volte al giorno. Solo quando gli aghi saranno completamente aperti, si potrà abituare il Pino al sole.
Potatura
La potatura dei rami o dell’apice si esegue esclusivamente in inverno, quando l’albero è in dormienza e la pressione della linfa è minima, altrimenti la ferita comincerà a gemere resina, anche se protetta con pasta cicatrizzante. È consigliabile potare, lasciando un moncone, applicare pasta cicatrizzante ed eliminare il moncone l’anno successivo. La potatura di mantenimento consiste nella sostituzione degli apici: si tagliano i germogli troppo lunghi, sostituendoli con altri laterali più corti. Allo stesso tempo si eliminano i germogli che crescono direttamente verso il basso, e quelli che crescono in tutte le altre posizioni inopportune. È bene tener presente che i Pini mostrano una forte tendenza alla crescita apicale e l’unico modo per contenere questo sviluppo verticale, è favorire quello orizzontale.
Pinzatura
Per quanto riguarda le nuove crescite, quando i germogli si allungano a forma di candela, verso aprile-maggio, è bene pinzarli in modo da equilibrare il loro vigore di crescita. Cimando con decisione le candele più lunghe e forti e pinzando leggermente o addirittura evitando di applicare questa operazione su quelle più deboli, si conferisce equilibrio allo sviluppo dell’albero.
Avvolgimento
L’epoca più adatta per questa pratica è l’inverno. I Pini consentono una piegatura di rami e tronco, impensabili in altre specie, purché vengano prese le dovute precauzioni. Poiché la legna è molto flessibile, è bene usare filo di spessore maggiore, rispetto a quello che sarebbe adatto per altre specie con dimensioni simili; viceversa il ramo modellato tornerebbe in pochi minuti nella posizione iniziale. Dopo l’avvolgimento si pone l’albero all’ombra, nebulizzando la ramificazione con acqua.
Concimazione
Deve essere scarsa nella quantità, ma costante nel tempo, per tutto il periodo vegetativo (marzo-giugno e metà agosto, metà ottobre). Perciò, attenzione a non esagerare con le dosi e usare preferibilmente fertilizzanti a lenta cessione, come Biogold, Hanagokoro.
Patologie
Durante la stagione vegetativa i Pini possono subire attacchi da parte di parassiti, quali afidi e acari, che dovranno essere trattati immediatamente, utilizzando prodotti specifici. A scopo preventivo è utile nebulizzare la chioma in inverno, con del liquido jin, diluito in acqua (1:30).
Bonsaicaffe
Descrizione
In Giappone, quando si pronuncia la parola bonsai, la prima pianta a cui si pensa è il Pino; l’essenza più amata dai grandi maestri, che più di ogni altra incarna lo spirito dell’”arte che vive”.
Il pinus penaphylla appartiene alla famiglia delle pinacee è la famiglia di conifere più estesa (solo il genere pinus comprende una settantina di specie). Originario del Giappone dove è conosciuto con il nome di "goyo-matsu". Il pinus pentaphylla è una varietà di pinus parvi flora, che significa "a piccoli fiori". Allo stato naturale può raggiungere i 25 metri di altezza. Il tronco è eretto e tortuoso, la chioma ha forma piramidale, con fogliame fitto quando l'albero è giovane, irregolare col passare del tempo; lo stesso vale per la branche, ad ampia apertura che divengono orizzontali e assumono un aspetto pittoresco a maturità. I rami, poco numerosi, sono ricurvi all'estremità e, invecchiando, tendono a spogliarsi degli aghi; quelli più alti si sviluppano a forma di corona. La corteccia, con il tempo, si inspessisce e si fessura, donando all'albero un aspetto vetusto. Gocce di resina appaiono sulla corteccia dei soggetti giovani. Gli aghi, perenni, sono riuniti in ciuffi di cinque elementi da cui il nome di pentaphylla: essi sono presenti dritti o contorti, di colore verde azzurro, contornati da due strisce color resina.
I pini occupano il primo posto tra le specie più apprezzate come bonsai. Si tratta di una pianta molto longeva che ha dimostrato di poter vivere, coltivata come bonsai, per centinaia di anni. Invecchiando le peculiarità di questa pianta si accentuano: la corteccia fessurandosi, diventa sempre più interessante e la vegetazione si arricchisce definendo splendidi palchi. Grazie quindi alla longevità, garantita anche dalla grande resistenza dei Pini nei confronti delle avversità climatiche e ambientali, esistono esemplari spettacolari che, soprattutto inGiappone,si tramandano di generazione in generazione.
Esposizione
I Pini amano posizioni soleggiate e ben ventilate, pertanto è consigliabile lasciarli costantemente all’esterno. Tuttavia, nel caso in cui i vasi siano di dimensioni molto contenute, conviene proteggerli dal vento proveniente dal nord in inverno, per evitare che la zolla geli. In estate se non si ha la possibilità di annaffiare con costanza nei momenti adeguati, può essere utile proteggerli collocandoli sotto una rete ombreggiante durante il giorno e riportandoli all’esterno ogni sera, in modo che possano godere della rugiada notturna.
In primavera, è conveniente tenere il bonsai in pieno sole: un’adeguata illuminazione permette alla pianta di sviluppare con vigore, producendo aghi corti, vegetazione compatta ed uniforme.
In estate, si può continuare a tenerlo esposto al sole, a patto di coprire il vaso per non far surriscaldare l’apparato radicale, il quale, a differenza della chioma, non sopporta il caldo; infatti, se la temperatura del terreno supera i 40 gradi, si rischia un blocco delle funzioni a livello delle radici, con il pericolo di andare incontro ad un marciume radicale. La collocazione ideale per i mesi estivi è quella che permette al bonsai di prendere il sole tutta la mattinata, rimanendo ombreggiato il pomeriggio.
In autunno, ci si può regolare come in primavera, esponendo il bonsai in pieno sole così da permettergli di vivere in salute il periodo vegetativo, che nelle regioni del centro-sud si protrae da settembre a novembre.
In inverno, i Pini possono essere tenuti tranquillamente all’esterno; avendo l’accortezza, se si vive nelle regioni del nord, di proteggere il vaso dalle gelate, poiché come già detto, la radice è la parte più sensibile al caldo e al freddo.
Annaffiatura
In generale, queste piante sopportano piuttosto bene la siccità. Se si lascia asciugare adeguatamente la terra tra un’annaffiatura e l’altra, il fogliame assume un aspetto più compatto. Dall’inizio dell’estate fino all’autunno non bisogna trascurare la nebulizzazione degli aghi a fine giornata.
Terreno
Il composto ideale è costituito da akadama e sabbia grossolana, che riesce a garantire un drenaggio ottimale.
Rinvaso
Gli esemplari giovani si trapiantano circa ogni 3 anni, quelli più maturi ogni 5-7 anni. L’epoca più adatta è tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, quando le gemme sono gonfie, ma gli aghi non si sono ancora aperti. Dopo il rinvaso si bagna a fondo e si posiziona l’albero all’ombra, nebulizzando gli aghi due volte al giorno. Solo quando gli aghi saranno completamente aperti, si potrà abituare il Pino al sole.
Potatura
La potatura dei rami o dell’apice si esegue esclusivamente in inverno, quando l’albero è in dormienza e la pressione della linfa è minima, altrimenti la ferita comincerà a gemere resina, anche se protetta con pasta cicatrizzante. È consigliabile potare, lasciando un moncone, applicare pasta cicatrizzante ed eliminare il moncone l’anno successivo. La potatura di mantenimento consiste nella sostituzione degli apici: si tagliano i germogli troppo lunghi, sostituendoli con altri laterali più corti. Allo stesso tempo si eliminano i germogli che crescono direttamente verso il basso, e quelli che crescono in tutte le altre posizioni inopportune. È bene tener presente che i Pini mostrano una forte tendenza alla crescita apicale e l’unico modo per contenere questo sviluppo verticale, è favorire quello orizzontale.
Pinzatura
Per quanto riguarda le nuove crescite, quando i germogli si allungano a forma di candela, verso aprile-maggio, è bene pinzarli in modo da equilibrare il loro vigore di crescita. Cimando con decisione le candele più lunghe e forti e pinzando leggermente o addirittura evitando di applicare questa operazione su quelle più deboli, si conferisce equilibrio allo sviluppo dell’albero.
Avvolgimento
L’epoca più adatta per questa pratica è l’inverno. I Pini consentono una piegatura di rami e tronco, impensabili in altre specie, purché vengano prese le dovute precauzioni. Poiché la legna è molto flessibile, è bene usare filo di spessore maggiore, rispetto a quello che sarebbe adatto per altre specie con dimensioni simili; viceversa il ramo modellato tornerebbe in pochi minuti nella posizione iniziale. Dopo l’avvolgimento si pone l’albero all’ombra, nebulizzando la ramificazione con acqua.
Concimazione
Deve essere scarsa nella quantità, ma costante nel tempo, per tutto il periodo vegetativo (marzo-giugno e metà agosto, metà ottobre). Perciò, attenzione a non esagerare con le dosi e usare preferibilmente fertilizzanti a lenta cessione, come Biogold, Hanagokoro.
Patologie
Durante la stagione vegetativa i Pini possono subire attacchi da parte di parassiti, quali afidi e acari, che dovranno essere trattati immediatamente, utilizzando prodotti specifici. A scopo preventivo è utile nebulizzare la chioma in inverno, con del liquido jin, diluito in acqua (1:30).
Bonsaicaffe
Bonsaicaffe- Bonsaista esperto
- Messaggi : 2351
Data d'iscrizione : 07.01.11
Età : 61
Località : Brescia
Re: PINUS PENTAPHYLLA -Pino a cinque aghi-
Ciao a tutti,
Avrei bisogno di consigli dagli esperti di questa essenza sull'innaffiatura, precisando che giornalmente, alla sera, procedo con la nebulizzazione delle mie piante, a maggior ragione dei pini.
Il pino pentaphylla (Goyomatsu) si comporta come il pino nero (Kuromatsu), quindi non necessita di molta acqua, anzi è opportuno che il substrato si asciughi a dovere, oppure è consigliabile mantenerlo più umido?
Lo chiedo in quanto ho letto in rete pareri contrastanti.
Grazie mille del chiarimento!
Avrei bisogno di consigli dagli esperti di questa essenza sull'innaffiatura, precisando che giornalmente, alla sera, procedo con la nebulizzazione delle mie piante, a maggior ragione dei pini.
Il pino pentaphylla (Goyomatsu) si comporta come il pino nero (Kuromatsu), quindi non necessita di molta acqua, anzi è opportuno che il substrato si asciughi a dovere, oppure è consigliabile mantenerlo più umido?
Lo chiedo in quanto ho letto in rete pareri contrastanti.
Grazie mille del chiarimento!
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