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Betulla, elegante ma capricciosa
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Betulla, elegante ma capricciosa
BETULLA MODELLATA COME LA CHIOMA DELLA MEDUSA.
Testo e foto di Armando Dal Col
1966 – 2020. 54 anni insieme con la mia Betulla fatta da seme.
La storia di questa betulla fatta da seme nata nella primavera del 1966, inizia con la prima foto del febbraio del 1971, quando decisi di dargli una forma come la chioma di Medusa usando il filo di rame degli elettricisti. Forma sicuramente insolita per una betulla, poiché mi ero ispirato alla Sophora japonica tortuosa cui ero rimasto molto affascinato. Infatti, come le serpi della chioma di Medusa, la Sophora japonica intreccia i suoi rami contorti e tormentati.
La betulla ama un ambiente fresco soleggiato e pedemontano dove esprime il meglio di sé.
Purtroppo, la totale mancanza di informazioni sulle tecniche bonsaistiche se non quelle da me sperimentate, non mi avevano permesso di conoscere le esigenze della betulla.
La Betulla a fine ottobre del 2013 era stata trasferita di nuovo in piena terra con il vaso per trascorrere l’inverno indisturbata, ma durante la stagione del 2014 il tronco secondario era entrato in forte sofferenza fino a seccarsi. Ecco perché decisi di lasciarla ancora in piena terra indisturbata fino al mese di marzo del 2016, effettuando un nuovo rinvaso sostituendo il contenitore. Questa essenza ricordiamolo non è facile, ed è così che ad ogni primavera si rinnova una comprensibile ansia in attesa di rivedere la vita che pulsa dalle tenui gemme, fino a gonfiarsi per poi emettere le delicate foglioline.
La storia di questa betulla come si ricorderà è nata nella primavera del 1966; la primavera del 2020 è già arrivata, e dopo aver atteso con trepidazione la ripresa vegetativa, con il mese di aprile è puntualmente arrivata. Da quella lontana primavera del 1966 sono trascorsi 54 anni che condividiamo la vita in comune, quante primavere potremo trascorrere insieme prima che uno di noi due attraversi il fiume?
Foto 1. Armando Dal Col visto nel 1971 mentre modella la betulla come la chioma di Medusa. Come le serpi della chioma di Medusa, la Sophora japonica intreccia i suoi rami contorti e tormentati.
Foto 2. La betulla vista nel 1991. Dopo la perdita di alcuni rami, si era sviluppato alla base un robusto pollone.
Foto 3. Primavera del 2001, alla base delle radici si è sviluppato un giovane germoglio il quale contribuirà a formare il nucleo famigliare nello stile: Padre, Madre e figlio.
Foto 4. Giugno 2011, la betulla è stata defogliata e modellata nello stile pendulo-piangente ondulato, usando il metodo “Seishi”.
Foto 5. La base annosa della betulla nei suoi 45 anni di vita reali evidenzia la caratteristica corteccia sugherosa, tipica delle vecchie betulle.
Foto 6. La Betulla vista nel mese di luglio 2011 dopo l’avvenuta germogliazione post defogliazione.
Foto 7. Armando nel 2011 sembra dialogare con la Betulla. E come non potrebbe essere dopo 45 anni di vita trascorsi insieme? le dimensioni della betulla non si sono discostate di molto, anzi direi che si sono ridotte, mentre i capelli di Armando si son fatti canuti, e così pure la corteccia della Betulla mostra i segni del tempo trascorso.
Foto 8. La Betulla fotografata il 28 ottobre 2011. La grandinata di fine agosto aveva indebolito la betulla, proprio nel momento in cui si stava riempiendo di nuove foglioline post defogliazione.
Foto 9. La Betulla rinvasata in aprile del 2013, l’eterna sfida.
Foto 10. Proteggo la base con degli stracci e con un paio di spugnette friziono il tronco e i rametti con del sapone liquido, al fine di ripristinare la bellezza della corteccia togliendo le tracce di muschio e di altre impurità.
Foto 11. Ho eliminato tutto il vecchio terriccio con il getto d’acqua.
Foto 12. Sostituito il vaso con uno più basso e dalla tonalità azzurrina, il quale ben armonizza con lo stile di questa betulla.
Foto 13. La Betulla al termine del rinvaso e di una sistematina di alcuni rametti.
L’immagine è suggestiva e raffinata grazie anche alla presenza di un Suiseki Pagoda e da un delicato Kusamono.
Foto 14. Febbraio 2016, nuovo rinvaso e rimodellatura della Betulla.
Foto 15. Marzo 2016, inizia la ripresa vegetativa.
Foto 16. Aprile 2016, dopo 50 anni continua il dialogo silente con la Betulla.
Foto 17. Armando e Haina ammirano la Betulla.
Foto 18. Maggio 2016, la Betulla è ritornata in piena forma; quante primavere potremo trascorrere insieme prima che uno di noi due attraversi il fiume?
Ottobre 2019. La betulla è stata esposta alla mostra di Mel (BL), organizzata dal mio ex Bonsai Club Belluno che fondai con un gruppo di allievi nel gennaio del 1984; il primo Bonsai club amatoriale in Italia costituito legalmente.
Avevo voluto esporre proprio la betulla per far vedere agli allievi e ai visitatori come sia possibile portare avanti una pianta bella, ma difficile come la Betulla, e dopo 54 anni di coltivazione in vaso, ha mantenuto le dimensioni di una cinquantina di centimetri, malgrado la forte capacità di svilupparsi in altezza molto velocemente. Le ultime immagini della betulla sono del mese di aprile del 2020.
La storia di questa betulla come si ricorderà è nata nella primavera del 1966; la primavera del 2020 è già arrivata, e dopo aver atteso con trepidazione la ripresa vegetativa, con il mese di aprile è puntualmente arrivata. Da quella lontana primavera del 1966 sono trascorsi 54 anni che condividiamo la vita in comune, quante primavere potremo trascorrere insieme prima che uno di noi due attraversi il fiume?
BIRCH SHAPED AS THE JELLY HAIR. 1966 - 2020. 54 years together with my Birch made from seed.
The story of this birch made from seed born in the spring of 1966, begins with the first photo of February 1971, when I decided to give it a shape like the Medusa crown using the electricians' copper wire. Definitely unusual shape for a birch tree, since I was inspired by the tortuous Sophora japonica to which I was very fascinated. In fact, like the snakes of the canopy of Medusa, the Sophora japonica weaves its twisted and tormented branches.
Birch loves a fresh sunny and foothill environment where it expresses its best.
Unfortunately, the total lack of information on bonsaistic techniques if not those I experimented with, did not allow me to know the needs of birch.
At the end of October 2013, the birch had been moved back to the ground with the pot to spend the winter undisturbed, but during the 2014 season the secondary trunk had entered into severe suffering until it dried up. That's why I decided to leave it still in the open ground until March 2016, making a new repotting by replacing the container. Let's remember this essence is not easy, and this is how every spring an understandable anxiety is renewed waiting to review the life that pulsates from the soft buds, until it swells and then emits the delicate leaves.
The history of this birch tree as you will remember was born in the spring of 1966; the spring of 2020 has already arrived, and after waiting with trepidation for the vegetative recovery, with the month of April it has arrived on time. Since that distant spring of 1966, 54 years have passed since we share life in common, how many springs can we spend together before one of us crosses the river?
Photo 1. Armando Dal Col seen in 1971 while modeling birch like the Medusa crown. Like the snakes in the canopy of Medusa, Sophora japonica weaves its twisted and tormented branches.
Photo 2. The birch seen in 1991. After the loss of some branches, a robust sucker had developed at the base.
Photo 3. Spring 2001, at the base of the roots a young shoot has developed which will help to form the family nucleus in style: Father, Mother and son.
Photo 4. June 2011, the birch was defoliated and modeled in the wavy pendulous-weeping style, using the "Seishi" method.
Photo 5. The long-standing base of birch in its 45 years of real life highlights the characteristic cork bark, typical of old birches.
Photo 6. Birch seen in July 2011 after post-defoliation sprouting.
Photo 7. Armando in 2011 seems to dialogue with Birch. And how could it not be after 45 years of life spent together? the dimensions of the birch have not diverged very much, on the contrary I would say that they have shrunk, while Armando's hair has become hoary, and so too the birch bark shows the signs of the past.
Photo 8. The birch photographed on October 28, 2011. The hailstorm in late August had weakened the birch, just as it was filling up with new post-defoliation leaflets.
Photo 9. Birch repotted in April 2013, the eternal challenge.
Photo 10. I protect the base with rags and with a pair of sponges I rub the trunk and twigs with liquid soap, in order to restore the beauty of the bark by removing traces of moss and other impurities.
Photo 11. I removed all the old soil with the jet of water.
Photo 12. Replaced the vase with a lower one with a blue hue, which harmonizes well with the style of this birch.
Photo 13. Birch at the end of the repotting and a sprinkling of some sprigs.
The image is suggestive and refined thanks also to the presence of a Suiseki Pagoda and a delicate Kusamono.
Photo 14. February 2016, new repotting and remodeling of Birch.
Photo 15. March 2016, the vegetative restart begins.
Photo 16. April 2016, after 50 years the silent dialogue with Birch continues.
Photo 17. Armando and Haina admire Birch.
Photo 18. May 2016, the Birch has returned to full form; how many springs can we spend together before one of us crosses the river?
October 2019. The birch was exhibited at the Mel (BL) exhibition, organized by my ex Bonsai Club Belluno which I founded with a group of students in January 1984; the first legally established Bonsai club in Italy.
I had wanted to expose birch to show students and visitors how it is possible to carry on a beautiful but difficult plant like birch, and after 54 years of pot cultivation.
Testo e foto di Armando Dal Col
1966 – 2020. 54 anni insieme con la mia Betulla fatta da seme.
La storia di questa betulla fatta da seme nata nella primavera del 1966, inizia con la prima foto del febbraio del 1971, quando decisi di dargli una forma come la chioma di Medusa usando il filo di rame degli elettricisti. Forma sicuramente insolita per una betulla, poiché mi ero ispirato alla Sophora japonica tortuosa cui ero rimasto molto affascinato. Infatti, come le serpi della chioma di Medusa, la Sophora japonica intreccia i suoi rami contorti e tormentati.
La betulla ama un ambiente fresco soleggiato e pedemontano dove esprime il meglio di sé.
Purtroppo, la totale mancanza di informazioni sulle tecniche bonsaistiche se non quelle da me sperimentate, non mi avevano permesso di conoscere le esigenze della betulla.
La Betulla a fine ottobre del 2013 era stata trasferita di nuovo in piena terra con il vaso per trascorrere l’inverno indisturbata, ma durante la stagione del 2014 il tronco secondario era entrato in forte sofferenza fino a seccarsi. Ecco perché decisi di lasciarla ancora in piena terra indisturbata fino al mese di marzo del 2016, effettuando un nuovo rinvaso sostituendo il contenitore. Questa essenza ricordiamolo non è facile, ed è così che ad ogni primavera si rinnova una comprensibile ansia in attesa di rivedere la vita che pulsa dalle tenui gemme, fino a gonfiarsi per poi emettere le delicate foglioline.
La storia di questa betulla come si ricorderà è nata nella primavera del 1966; la primavera del 2020 è già arrivata, e dopo aver atteso con trepidazione la ripresa vegetativa, con il mese di aprile è puntualmente arrivata. Da quella lontana primavera del 1966 sono trascorsi 54 anni che condividiamo la vita in comune, quante primavere potremo trascorrere insieme prima che uno di noi due attraversi il fiume?
Foto 1. Armando Dal Col visto nel 1971 mentre modella la betulla come la chioma di Medusa. Come le serpi della chioma di Medusa, la Sophora japonica intreccia i suoi rami contorti e tormentati.
Foto 2. La betulla vista nel 1991. Dopo la perdita di alcuni rami, si era sviluppato alla base un robusto pollone.
Foto 3. Primavera del 2001, alla base delle radici si è sviluppato un giovane germoglio il quale contribuirà a formare il nucleo famigliare nello stile: Padre, Madre e figlio.
Foto 4. Giugno 2011, la betulla è stata defogliata e modellata nello stile pendulo-piangente ondulato, usando il metodo “Seishi”.
Foto 5. La base annosa della betulla nei suoi 45 anni di vita reali evidenzia la caratteristica corteccia sugherosa, tipica delle vecchie betulle.
Foto 6. La Betulla vista nel mese di luglio 2011 dopo l’avvenuta germogliazione post defogliazione.
Foto 7. Armando nel 2011 sembra dialogare con la Betulla. E come non potrebbe essere dopo 45 anni di vita trascorsi insieme? le dimensioni della betulla non si sono discostate di molto, anzi direi che si sono ridotte, mentre i capelli di Armando si son fatti canuti, e così pure la corteccia della Betulla mostra i segni del tempo trascorso.
Foto 8. La Betulla fotografata il 28 ottobre 2011. La grandinata di fine agosto aveva indebolito la betulla, proprio nel momento in cui si stava riempiendo di nuove foglioline post defogliazione.
Foto 9. La Betulla rinvasata in aprile del 2013, l’eterna sfida.
Foto 10. Proteggo la base con degli stracci e con un paio di spugnette friziono il tronco e i rametti con del sapone liquido, al fine di ripristinare la bellezza della corteccia togliendo le tracce di muschio e di altre impurità.
Foto 11. Ho eliminato tutto il vecchio terriccio con il getto d’acqua.
Foto 12. Sostituito il vaso con uno più basso e dalla tonalità azzurrina, il quale ben armonizza con lo stile di questa betulla.
Foto 13. La Betulla al termine del rinvaso e di una sistematina di alcuni rametti.
L’immagine è suggestiva e raffinata grazie anche alla presenza di un Suiseki Pagoda e da un delicato Kusamono.
Foto 14. Febbraio 2016, nuovo rinvaso e rimodellatura della Betulla.
Foto 15. Marzo 2016, inizia la ripresa vegetativa.
Foto 16. Aprile 2016, dopo 50 anni continua il dialogo silente con la Betulla.
Foto 17. Armando e Haina ammirano la Betulla.
Foto 18. Maggio 2016, la Betulla è ritornata in piena forma; quante primavere potremo trascorrere insieme prima che uno di noi due attraversi il fiume?
Ottobre 2019. La betulla è stata esposta alla mostra di Mel (BL), organizzata dal mio ex Bonsai Club Belluno che fondai con un gruppo di allievi nel gennaio del 1984; il primo Bonsai club amatoriale in Italia costituito legalmente.
Avevo voluto esporre proprio la betulla per far vedere agli allievi e ai visitatori come sia possibile portare avanti una pianta bella, ma difficile come la Betulla, e dopo 54 anni di coltivazione in vaso, ha mantenuto le dimensioni di una cinquantina di centimetri, malgrado la forte capacità di svilupparsi in altezza molto velocemente. Le ultime immagini della betulla sono del mese di aprile del 2020.
La storia di questa betulla come si ricorderà è nata nella primavera del 1966; la primavera del 2020 è già arrivata, e dopo aver atteso con trepidazione la ripresa vegetativa, con il mese di aprile è puntualmente arrivata. Da quella lontana primavera del 1966 sono trascorsi 54 anni che condividiamo la vita in comune, quante primavere potremo trascorrere insieme prima che uno di noi due attraversi il fiume?
BIRCH SHAPED AS THE JELLY HAIR. 1966 - 2020. 54 years together with my Birch made from seed.
The story of this birch made from seed born in the spring of 1966, begins with the first photo of February 1971, when I decided to give it a shape like the Medusa crown using the electricians' copper wire. Definitely unusual shape for a birch tree, since I was inspired by the tortuous Sophora japonica to which I was very fascinated. In fact, like the snakes of the canopy of Medusa, the Sophora japonica weaves its twisted and tormented branches.
Birch loves a fresh sunny and foothill environment where it expresses its best.
Unfortunately, the total lack of information on bonsaistic techniques if not those I experimented with, did not allow me to know the needs of birch.
At the end of October 2013, the birch had been moved back to the ground with the pot to spend the winter undisturbed, but during the 2014 season the secondary trunk had entered into severe suffering until it dried up. That's why I decided to leave it still in the open ground until March 2016, making a new repotting by replacing the container. Let's remember this essence is not easy, and this is how every spring an understandable anxiety is renewed waiting to review the life that pulsates from the soft buds, until it swells and then emits the delicate leaves.
The history of this birch tree as you will remember was born in the spring of 1966; the spring of 2020 has already arrived, and after waiting with trepidation for the vegetative recovery, with the month of April it has arrived on time. Since that distant spring of 1966, 54 years have passed since we share life in common, how many springs can we spend together before one of us crosses the river?
Photo 1. Armando Dal Col seen in 1971 while modeling birch like the Medusa crown. Like the snakes in the canopy of Medusa, Sophora japonica weaves its twisted and tormented branches.
Photo 2. The birch seen in 1991. After the loss of some branches, a robust sucker had developed at the base.
Photo 3. Spring 2001, at the base of the roots a young shoot has developed which will help to form the family nucleus in style: Father, Mother and son.
Photo 4. June 2011, the birch was defoliated and modeled in the wavy pendulous-weeping style, using the "Seishi" method.
Photo 5. The long-standing base of birch in its 45 years of real life highlights the characteristic cork bark, typical of old birches.
Photo 6. Birch seen in July 2011 after post-defoliation sprouting.
Photo 7. Armando in 2011 seems to dialogue with Birch. And how could it not be after 45 years of life spent together? the dimensions of the birch have not diverged very much, on the contrary I would say that they have shrunk, while Armando's hair has become hoary, and so too the birch bark shows the signs of the past.
Photo 8. The birch photographed on October 28, 2011. The hailstorm in late August had weakened the birch, just as it was filling up with new post-defoliation leaflets.
Photo 9. Birch repotted in April 2013, the eternal challenge.
Photo 10. I protect the base with rags and with a pair of sponges I rub the trunk and twigs with liquid soap, in order to restore the beauty of the bark by removing traces of moss and other impurities.
Photo 11. I removed all the old soil with the jet of water.
Photo 12. Replaced the vase with a lower one with a blue hue, which harmonizes well with the style of this birch.
Photo 13. Birch at the end of the repotting and a sprinkling of some sprigs.
The image is suggestive and refined thanks also to the presence of a Suiseki Pagoda and a delicate Kusamono.
Photo 14. February 2016, new repotting and remodeling of Birch.
Photo 15. March 2016, the vegetative restart begins.
Photo 16. April 2016, after 50 years the silent dialogue with Birch continues.
Photo 17. Armando and Haina admire Birch.
Photo 18. May 2016, the Birch has returned to full form; how many springs can we spend together before one of us crosses the river?
October 2019. The birch was exhibited at the Mel (BL) exhibition, organized by my ex Bonsai Club Belluno which I founded with a group of students in January 1984; the first legally established Bonsai club in Italy.
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