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Lavorazione del secco di olivastro: sabamiki o cos'altro?
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andria
poloelias
vitto77
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Lavorazione del secco di olivastro: sabamiki o cos'altro?
Buonasera a tutti
questo olivastro ce l'ho da due anni, preso da un piccolo oliveto abbandonato e bruciato nell'incendio del 2007. A dispetto di quanto mi sembrasse valido come materiale, è più o meno una pera dalla quale spero si sviluppi una ramificazione di qualche tipo (quello che ora vuole essere il tronco stava tra l'altro sottoterra). Il progetto di massima che ho per questa pianta è quello semplice di un tronco piuttosto possente con una ramificazione proporzionata, nel complesso una pianta maschile tozza e non molto sviluppata in altezza. Dopo un anno di crescita libera, forse ancora sbagliando, avevo cimato le crescite tranne il presunto futuro apice per farlo ingrossare di più (visto che antenna? Prende un sacco di canali! :-D ). La parte secca che avevo iniziato a rimuovere era corrispondente ad un settore morto della pianta, tra l'altro parzialmente bruciato. Per ora non l'ho filato, vorrei che facesse ancora un po' di diametro senza rischio di incidere per questa stagione prossima, pertanto mi sono limitato ad abbassare ed 'aprire' la ramificazione, sperando che con una concimazione più adeguata emetta altri germogli, per produrre eventuali nuovi rami nei posti giusti.
Ci sarebbe magari da discutere dell'impostazione ancora incerta e di eventuali errori, ma non è mia intenzione per ora, poiché come da titolo vorrei chiedere pareri sulla lavorazione del secco. E poi non ho immagini dei quattro lati, quindi rimandiamo :-)
(i polloni basali non li ho eliminati perché vorrei provare a farli radicare - tipo propaggine - e trasformarli in radici radiali, se la cosa riesce)
Ero partito dall'idea del sabamiki, ma forse la cavità è troppo larga e dal perimetro 'regolare' per ottenere qualcosa di credibile in tal senso? Ho eliminato (l'anno scorso) e abbassato solo nelle zone che creavano una sorta di controconicità. Quando poi arrivai ad intaccare delle parti di legno fresco, mi fermai. In parole povere, non vorrei scavare un buco ovale puro e semplice, né lavorarlo con incisioni "a onda" regolari come ho visto qualche esempio online, che non mi sembra naturale. D'altra parte non mi sembra che ci sia un particolare movimento delle vene del legno da seguire ed evidenziare.
Ah, poi non si è formato callo intorno, forse perché non sono arrivato alla corteccia viva?
Ultima cosa: non ho trattato il legno con il polisolfuro per ora, e vedo che si sta formando quello che si chiama 'azzurramento', dovuto ai microorganismi. Addirittura c'è una macchia nerastra in basso a sinistra.
Se qualcuno cortesemente avesse dei suggerimenti o idee sarei grato, già non è una gran pianta, ma non vorrei proprio rovinarla del tutto, dato che la parte del secco ha una dimensione rilevante. Grazie.
Qui di seguito un'immagine della pianta dall'ipotetico fronte, e un particolare della parte morta
questo olivastro ce l'ho da due anni, preso da un piccolo oliveto abbandonato e bruciato nell'incendio del 2007. A dispetto di quanto mi sembrasse valido come materiale, è più o meno una pera dalla quale spero si sviluppi una ramificazione di qualche tipo (quello che ora vuole essere il tronco stava tra l'altro sottoterra). Il progetto di massima che ho per questa pianta è quello semplice di un tronco piuttosto possente con una ramificazione proporzionata, nel complesso una pianta maschile tozza e non molto sviluppata in altezza. Dopo un anno di crescita libera, forse ancora sbagliando, avevo cimato le crescite tranne il presunto futuro apice per farlo ingrossare di più (visto che antenna? Prende un sacco di canali! :-D ). La parte secca che avevo iniziato a rimuovere era corrispondente ad un settore morto della pianta, tra l'altro parzialmente bruciato. Per ora non l'ho filato, vorrei che facesse ancora un po' di diametro senza rischio di incidere per questa stagione prossima, pertanto mi sono limitato ad abbassare ed 'aprire' la ramificazione, sperando che con una concimazione più adeguata emetta altri germogli, per produrre eventuali nuovi rami nei posti giusti.
Ci sarebbe magari da discutere dell'impostazione ancora incerta e di eventuali errori, ma non è mia intenzione per ora, poiché come da titolo vorrei chiedere pareri sulla lavorazione del secco. E poi non ho immagini dei quattro lati, quindi rimandiamo :-)
(i polloni basali non li ho eliminati perché vorrei provare a farli radicare - tipo propaggine - e trasformarli in radici radiali, se la cosa riesce)
Ero partito dall'idea del sabamiki, ma forse la cavità è troppo larga e dal perimetro 'regolare' per ottenere qualcosa di credibile in tal senso? Ho eliminato (l'anno scorso) e abbassato solo nelle zone che creavano una sorta di controconicità. Quando poi arrivai ad intaccare delle parti di legno fresco, mi fermai. In parole povere, non vorrei scavare un buco ovale puro e semplice, né lavorarlo con incisioni "a onda" regolari come ho visto qualche esempio online, che non mi sembra naturale. D'altra parte non mi sembra che ci sia un particolare movimento delle vene del legno da seguire ed evidenziare.
Ah, poi non si è formato callo intorno, forse perché non sono arrivato alla corteccia viva?
Ultima cosa: non ho trattato il legno con il polisolfuro per ora, e vedo che si sta formando quello che si chiama 'azzurramento', dovuto ai microorganismi. Addirittura c'è una macchia nerastra in basso a sinistra.
Se qualcuno cortesemente avesse dei suggerimenti o idee sarei grato, già non è una gran pianta, ma non vorrei proprio rovinarla del tutto, dato che la parte del secco ha una dimensione rilevante. Grazie.
Qui di seguito un'immagine della pianta dall'ipotetico fronte, e un particolare della parte morta
vitto77- Nuovo Utente
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Re: Lavorazione del secco di olivastro: sabamiki o cos'altro?
Riguardo al sabamiki. Secondo il mio modesto punto di vista, potresti andare un po' più in alto con l'apice dello scavo, così da raccordare anche l''attacco' del ramo principale, che, almeno dalle foto, sembra un po' antiestetico. A me non dispiacerebbe.
Non so se mi sono spiegato, provo a farlo con la foto seguente:
(Eliminerei anche quella radice segnata dalla croce arancione)
Comunque bisognerebbe vedere un'immagine un po' più pulita della pianta. Per esempio ci sono quelle foglie che nascondono la base e non si capisce molto.
Riguardo alla seconda parte della domanda, non me ne intendo quindi lascio la parola agli altri
Non so se mi sono spiegato, provo a farlo con la foto seguente:
(Eliminerei anche quella radice segnata dalla croce arancione)
Comunque bisognerebbe vedere un'immagine un po' più pulita della pianta. Per esempio ci sono quelle foglie che nascondono la base e non si capisce molto.
Riguardo alla seconda parte della domanda, non me ne intendo quindi lascio la parola agli altri
poloelias- Nuovo Utente
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Località : Vicenza
Re: Lavorazione del secco di olivastro: sabamiki o cos'altro?
sul secco non saprei dare consigli ma x il momento puoi anche non intervenire. darei priorità alla chioma e poi in base a come sviluppa ti sarà + semplice realizzare un secco che si accordi al resto della chioma.
andria- Utente medio
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Località : prov. cagliari
Re: Lavorazione del secco di olivastro: sabamiki o cos'altro?
Grazie dei vostri graditi pareri
Poloelias: devo dire che l'idea di proseguire il secco verso l'alto, come visto nel virtual, mi convince. La parte morta potrebbe prendere quel po' di senso in più che ora le manca. Su quel moncone c'è da dire che originariamente era la base di un ramo a palo di scopa da 80 cm, e nell'accorciarlo forse sono stato ancora troppo cauto... stavo valutando se accorciarlo un paio di cm in più alla prossima potatura (magari praticando , vediamo intanto se la pianta mi produrrà nuove cacciate tra cui scegliere un eventuale nuovo proseguimento del tronco per costituire la zona apicale e aumentare la conicità (la realizzazione del proseguimento del secco comunque mi resta valida)
Il moncone di radice andrà tagliato, fungeva insieme ad altri simili come punto di attacco del filo di ancoraggio, dato che la pianta all'inizio non aveva un vero e proprio pane radicale. Ora la pianta sembra molto ben salda nel contenitore, quindi potrò eliminarli in fase di potatura.
Sul disordine generale... purtroppo è vero :-D ho tagliato molto poco nelle scorse stagioni per lasciar sviluppare un po' di più la ramificazione, e aspettavo questa primavera per dare una bella sfrondata e far arretrare un po' la vegetazione sperando in nuove cacciate; se sarà il tempo, si potrà fare una prima filatura dopo la fine della crescita estiva, per movimentare un po' le basi dei rami. Certo è vero, con un'immagine più ordinata sarà più facile scegliere una linea di intervento anche sul secco, come tra l'altro dice anche Andria Ora la pianta sta insieme alle altre al riparo dal vento e dal freddo, magari in futuro cercherò di recuperarla e fornire maggiori particolari del secco senza polloni sul davanti
Poloelias: devo dire che l'idea di proseguire il secco verso l'alto, come visto nel virtual, mi convince. La parte morta potrebbe prendere quel po' di senso in più che ora le manca. Su quel moncone c'è da dire che originariamente era la base di un ramo a palo di scopa da 80 cm, e nell'accorciarlo forse sono stato ancora troppo cauto... stavo valutando se accorciarlo un paio di cm in più alla prossima potatura (magari praticando , vediamo intanto se la pianta mi produrrà nuove cacciate tra cui scegliere un eventuale nuovo proseguimento del tronco per costituire la zona apicale e aumentare la conicità (la realizzazione del proseguimento del secco comunque mi resta valida)
Il moncone di radice andrà tagliato, fungeva insieme ad altri simili come punto di attacco del filo di ancoraggio, dato che la pianta all'inizio non aveva un vero e proprio pane radicale. Ora la pianta sembra molto ben salda nel contenitore, quindi potrò eliminarli in fase di potatura.
Sul disordine generale... purtroppo è vero :-D ho tagliato molto poco nelle scorse stagioni per lasciar sviluppare un po' di più la ramificazione, e aspettavo questa primavera per dare una bella sfrondata e far arretrare un po' la vegetazione sperando in nuove cacciate; se sarà il tempo, si potrà fare una prima filatura dopo la fine della crescita estiva, per movimentare un po' le basi dei rami. Certo è vero, con un'immagine più ordinata sarà più facile scegliere una linea di intervento anche sul secco, come tra l'altro dice anche Andria Ora la pianta sta insieme alle altre al riparo dal vento e dal freddo, magari in futuro cercherò di recuperarla e fornire maggiori particolari del secco senza polloni sul davanti
vitto77- Nuovo Utente
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Re: Lavorazione del secco di olivastro: sabamiki o cos'altro?
guardando la foto, vedo che la pianta è praticamente adagiata, ti sarebbe possibile raddrizzarla un pò? con quella opzione già avresti la soluzione a portata di mano.
cmq il secco è l'ultimo problema, fai fare spessore ai primari, elimina tutti i rami perpendicolari e se puoi fila e dagli movimento
cmq il secco è l'ultimo problema, fai fare spessore ai primari, elimina tutti i rami perpendicolari e se puoi fila e dagli movimento
kordonbleu- Moderatore
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Re: Lavorazione del secco di olivastro: sabamiki o cos'altro?
vitto77 ha scritto:
...come da titolo vorrei chiedere pareri sulla lavorazione del secco.
Ah, poi non si è formato callo intorno, forse perché non sono arrivato alla corteccia viva?
Può darsi. Oppure c'è stato un leggero ritiro...
Ultima cosa: non ho trattato il legno con il polisolfuro per ora, e vedo che si sta formando quello che si chiama 'azzurramento', dovuto ai microorganismi. Addirittura c'è una macchia nerastra in basso a sinistra.
Personalmente farei una passata con acqua ossigenata a 120 vol. ed ammoniaca. Attenzione però che la soluzione è altamente caustica, occorre proteggersi.
Occhialini, guanti in gomma ed un secchio pieno d'acqua a portata di mano per sciacquare subito la pelle in caso di un eventuale fortuito contatto.
Ti lascio un 3D dell'amico vicious in merito al trattamento con acqua ossigenata ed ammoniaca proprio su olivastri:
https://forumbonsailodi.forumattivo.com/t6250-ammoniaca-sul-secco
Re: Lavorazione del secco di olivastro: sabamiki o cos'altro?
se posso dire la mia, credo sia presto per trattare il secco, sembra che vada un pò troppo indietro la pianta, quindi quoto kordon nel cercare una soluzione per alzarla verso l'osservatore poi farei ingrossare il ramo destinato a fare l'apice.
necessita foto dai laterali, il secco, il callo ne parleremo in futuro
necessita foto dai laterali, il secco, il callo ne parleremo in futuro
vicious- Utente attivo
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Re: Lavorazione del secco di olivastro: sabamiki o cos'altro?
vitto77 ha scritto:Ultima cosa: non ho trattato il legno con il polisolfuro per ora, e vedo che si sta formando quello che si chiama 'azzurramento', dovuto ai microorganismi. Addirittura c'è una macchia nerastra in basso a sinistra.
vicious ha scritto:se posso dire la mia, credo sia presto per trattare il secco... il callo ne parleremo in futuro
Non so se vicious ha frainteso il lavorare con il trattare/preservare (riducendo l'accesso ai patogeni)... tuttavia...
Personalmente non mi piace correre il rischio di incorrere in problematiche di carattere crittogamico (fungino). Molto peggio e meno gestibili di quelle animali (insetti).
Anche se gli olivastri (per quel poco che so) difficilmente soffrono a morte, ne di una ne de dell'altra... personalmente agirei come dicevo.
"Disinfetta/preserva" il secco, che male non fa.
Ultima modifica di Simo. il Dom 19 Gen 2020, 06:50 - modificato 1 volta.
Re: Lavorazione del secco di olivastro: sabamiki o cos'altro?
Buonasera a tutti, sapete cosa? Avete ragione da vendere :-D quando la pianta sarà più ordinata e si vedrà la prima impostazione, sicuramente la via da prendere con il secco sarà più chiara.
Vicious, Kordonbleu c'è poi da dire che la pianta sul 'retro' presenta il tratto di fusto dritto - quello da cui per ora partirebbe l'apice, perfettamente in linea con la superficie del retro, quindi al prossimo rinvaso potrei inclinarla verso il davanti, così faccio dirigere l'apice ancora di più in avanti ed attutisco l'effetto 'falesia' sul retro. Nella foto non si vede, ma il ramo apicale continua a salire in alto, magari (quando il progetto sarà più chiaro e ordinato) inizierò a movimentarlo ma non lo toccherò neanche per cimarlo, così ingrossa più in fretta
Altra precisazione: l'ho riguardata oggi e mi sono accorto che dalla foto che ho caricato il secco risulta molto più piatto di quello che è in realtà, quindi sì, più avanti dopo le potature primaverili farò apposta delle foto migliori, così si vedrà meglio la situazione.
Insomma, il motivo di questo post è che... non avendo nulla da fare con le piante, dato che ogni anno verso metà dicembre mi sale una leggera 'scimmia' e marzo è lontano, avevo pensato che magari avrei potuto, in mancanza d'altro, mettere mano sul quel secco :-D no no, pazienza ancora, attesa del momento giusto, e seguire la priorità delle operazioni.
Vicious, Simo bella idea quella dell'acqua ossigenata e ammoniaca, davvero interessante. Non avrei pensato di usarla sul legno delle piante, ma vedo che l'effetto è molto valido! Sui consigli di prudenza mi trovi assolutamente d'accordo, è una brutta bestia la 130 volumi. :-)
sì sì io intendevo sia 'lavorare il secco' (scavandolo e modellandolo) che 'preservare' da eventuali parassiti o biodeteriogeni in attesa della lavorazione vera e propria, quindi consigli validi su tutti i fronti, grazie!
Vicious, Kordonbleu c'è poi da dire che la pianta sul 'retro' presenta il tratto di fusto dritto - quello da cui per ora partirebbe l'apice, perfettamente in linea con la superficie del retro, quindi al prossimo rinvaso potrei inclinarla verso il davanti, così faccio dirigere l'apice ancora di più in avanti ed attutisco l'effetto 'falesia' sul retro. Nella foto non si vede, ma il ramo apicale continua a salire in alto, magari (quando il progetto sarà più chiaro e ordinato) inizierò a movimentarlo ma non lo toccherò neanche per cimarlo, così ingrossa più in fretta
Altra precisazione: l'ho riguardata oggi e mi sono accorto che dalla foto che ho caricato il secco risulta molto più piatto di quello che è in realtà, quindi sì, più avanti dopo le potature primaverili farò apposta delle foto migliori, così si vedrà meglio la situazione.
Insomma, il motivo di questo post è che... non avendo nulla da fare con le piante, dato che ogni anno verso metà dicembre mi sale una leggera 'scimmia' e marzo è lontano, avevo pensato che magari avrei potuto, in mancanza d'altro, mettere mano sul quel secco :-D no no, pazienza ancora, attesa del momento giusto, e seguire la priorità delle operazioni.
Vicious, Simo bella idea quella dell'acqua ossigenata e ammoniaca, davvero interessante. Non avrei pensato di usarla sul legno delle piante, ma vedo che l'effetto è molto valido! Sui consigli di prudenza mi trovi assolutamente d'accordo, è una brutta bestia la 130 volumi. :-)
sì sì io intendevo sia 'lavorare il secco' (scavandolo e modellandolo) che 'preservare' da eventuali parassiti o biodeteriogeni in attesa della lavorazione vera e propria, quindi consigli validi su tutti i fronti, grazie!
vitto77- Nuovo Utente
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Re: Lavorazione del secco di olivastro: sabamiki o cos'altro?
vitto77 ha scritto:
Vicious, Kordonbleu Nella foto non si vede, ma il ramo apicale continua a salire in alto, magari (quando il progetto sarà più chiaro e ordinato) inizierò a movimentarlo ma non lo toccherò neanche per cimarlo, così ingrossa più in fretta
la soluzione te la sei suggerita da solo, basta accorciare quel tronchetto e ricostruisci l'apice, dovresti vedere qualche tutorial di stefano de fraia sulla ricostruzione degli apici degli olivastri
kordonbleu- Moderatore
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Re: Lavorazione del secco di olivastro: sabamiki o cos'altro?
Bene, grazie.
Ho fatto un po' di ricerche sulla lavorazione degli apici di Defraia ma non son riuscito a trovare dei video specifici... se conosci qualche link diretto ti ringrazio.
Ora però, pensando alle operazioni prossime da fare, mi è venuta una leggera confusione: spero di esporla ordinatamente.
1) lo scopo nella coltivazione è (semplificando molto) ingrossare i primari, stimolare nuove cacciate, arretrare e compattare via via la vegetazione
2) siccome finora sono stato troppo cauto e avaro con le concimazioni, quest'anno vorrei rimediare in tal senso onde ottenere migliori risultati di cui al punto 1
3) SE in primavera farò queste 'grosse' potature di rami, primari compresi, per stimolare le gemme arretrate (che ci sono, almeno mi sembra) eliminando nel contempo tutti i 'tentacoli' che sono cresciuti nella parte distale del ramo, detto ramo primario AUMENTERA' ANCORA DI DIAMETRO grazie alle nuove cacciate spinte dalla potatura e "adeguatamente intensa" concimazione, o rischio di RALLENTARLO troppo?
4) LA FILATURA. La farei anche in primavera, ma in previsione della crescita primaverile rischierei di segnare subito i rami. Mi conviene quindi aspettare almeno luglio, selezionando le nuove cacciate e movimentando la base dei rami?
RICAPITOLANDO:
a) buona potatura di formazione a primavera - selezione nuove cacciate e filatura di prima impostazione a Luglio (o quando mi consigliate)
b) buona potatura di formazione a primavera - niente filatura per quest'anno
b) ancora un anno di crescita libera e selvaggia per aumentare i diametri e ottenere nuove cacciate, e rimandare le altre operazioni all'anno prossimo? (spero di no, ma se necessario...)
Mi rendo conto che possono essere dubbi alquanto strani, ma spesso la teoria è un conto, poi quando ci si trova a viaggiare con la pianta in mano capita (a noi meno esperti) che saltino fuori questi pensieri
Grazie, buona giornata.
Ho fatto un po' di ricerche sulla lavorazione degli apici di Defraia ma non son riuscito a trovare dei video specifici... se conosci qualche link diretto ti ringrazio.
Ora però, pensando alle operazioni prossime da fare, mi è venuta una leggera confusione: spero di esporla ordinatamente.
1) lo scopo nella coltivazione è (semplificando molto) ingrossare i primari, stimolare nuove cacciate, arretrare e compattare via via la vegetazione
2) siccome finora sono stato troppo cauto e avaro con le concimazioni, quest'anno vorrei rimediare in tal senso onde ottenere migliori risultati di cui al punto 1
3) SE in primavera farò queste 'grosse' potature di rami, primari compresi, per stimolare le gemme arretrate (che ci sono, almeno mi sembra) eliminando nel contempo tutti i 'tentacoli' che sono cresciuti nella parte distale del ramo, detto ramo primario AUMENTERA' ANCORA DI DIAMETRO grazie alle nuove cacciate spinte dalla potatura e "adeguatamente intensa" concimazione, o rischio di RALLENTARLO troppo?
4) LA FILATURA. La farei anche in primavera, ma in previsione della crescita primaverile rischierei di segnare subito i rami. Mi conviene quindi aspettare almeno luglio, selezionando le nuove cacciate e movimentando la base dei rami?
RICAPITOLANDO:
a) buona potatura di formazione a primavera - selezione nuove cacciate e filatura di prima impostazione a Luglio (o quando mi consigliate)
b) buona potatura di formazione a primavera - niente filatura per quest'anno
b) ancora un anno di crescita libera e selvaggia per aumentare i diametri e ottenere nuove cacciate, e rimandare le altre operazioni all'anno prossimo? (spero di no, ma se necessario...)
Mi rendo conto che possono essere dubbi alquanto strani, ma spesso la teoria è un conto, poi quando ci si trova a viaggiare con la pianta in mano capita (a noi meno esperti) che saltino fuori questi pensieri
Grazie, buona giornata.
vitto77- Nuovo Utente
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Re: Lavorazione del secco di olivastro: sabamiki o cos'altro?
io eliminerei il superfluo e farei ingrossare i rami
vicious- Utente attivo
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Re: Lavorazione del secco di olivastro: sabamiki o cos'altro?
non mi ritengo un massimo esperto ma conosco l'essenza... quando chiedo consiglio mi dicono di tagliare di meno...
comunqnue personalmente sull'olivo non uso molto il filo ma procedo per potature per dare movimento alla pianta.... secondo me nella fase in cui sei devi lasciare crescere molto i rami, togliere quelli che non ti servono e cercare di dare concime per fare ingrossare i rami per poi direzionarli con le potature quando avranno raggiunto un diametro decente....
comunqnue personalmente sull'olivo non uso molto il filo ma procedo per potature per dare movimento alla pianta.... secondo me nella fase in cui sei devi lasciare crescere molto i rami, togliere quelli che non ti servono e cercare di dare concime per fare ingrossare i rami per poi direzionarli con le potature quando avranno raggiunto un diametro decente....
claudio79- Utente normale
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Re: Lavorazione del secco di olivastro: sabamiki o cos'altro?
Grazie, effettivamente è un po' confuso ancora...
Inizierò allora togliendo il superfluo, intanto i rami sono abbassati con i tiranti (sono tutti nuovi getti, crescevano troppo verso l'alto) e poi vediamo se si riuscirà a sfruttare le eventuali nuove cacciate arretrate per movimentare i rami
Inizierò allora togliendo il superfluo, intanto i rami sono abbassati con i tiranti (sono tutti nuovi getti, crescevano troppo verso l'alto) e poi vediamo se si riuscirà a sfruttare le eventuali nuove cacciate arretrate per movimentare i rami
vitto77- Nuovo Utente
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Re: Lavorazione del secco di olivastro: sabamiki o cos'altro?
Di nuovo salve a tutti
Ho cercato, come dicevamo, di 'fare ordine'.
Avrei preferito filare più in là, dopo la spinta primaverile almeno, ma mi sono accorto che già così i rami risultano molto difficili da piegare, quindi non vorrei che crescessero ancora.
Ad ogni modo:
ho lasciato non cimati i rami che vorrei crescessero di diametro
ho eliminato quello che avevo pensato come primo ramo, sulla destra, poiché ruotando leggermente la pianta mi sono accorto che avrebbe presentato un fronte migliore. In tal caso quel ramo sarebbe stato diretto troppo frontalmente, e quindi l'ho tolto.
L'apice l'ho 'movimentato' e diretto un po' più in avanti (al prossimo rinvaso inclinerò ulteriormente tutta la pianta verso il fronte), e l'ho lasciato 'sparare' in alto così com'è, in modo da non indebolirlo per farlo crescere di diametro.
Naturalmente tengo il tutto sotto stretto controllo, se mi accorgo che il filo comincia a segnare, lo eliminerò per tempo.
Ho cercato, come dicevamo, di 'fare ordine'.
Avrei preferito filare più in là, dopo la spinta primaverile almeno, ma mi sono accorto che già così i rami risultano molto difficili da piegare, quindi non vorrei che crescessero ancora.
Ad ogni modo:
ho lasciato non cimati i rami che vorrei crescessero di diametro
ho eliminato quello che avevo pensato come primo ramo, sulla destra, poiché ruotando leggermente la pianta mi sono accorto che avrebbe presentato un fronte migliore. In tal caso quel ramo sarebbe stato diretto troppo frontalmente, e quindi l'ho tolto.
L'apice l'ho 'movimentato' e diretto un po' più in avanti (al prossimo rinvaso inclinerò ulteriormente tutta la pianta verso il fronte), e l'ho lasciato 'sparare' in alto così com'è, in modo da non indebolirlo per farlo crescere di diametro.
Naturalmente tengo il tutto sotto stretto controllo, se mi accorgo che il filo comincia a segnare, lo eliminerò per tempo.
vitto77- Nuovo Utente
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Re: Lavorazione del secco di olivastro: sabamiki o cos'altro?
Non riesco ad inserire l'immagine, non vedo più tutti i comandi che c'erano prima nella parte alta della pagina. Anche con "allega un file" non mi funziona.
Pazienza, i concetti li ho espressi
Pazienza, i concetti li ho espressi
vitto77- Nuovo Utente
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Re: Lavorazione del secco di olivastro: sabamiki o cos'altro?
personalmente non lascio più allungare i rami per "ingrossarli" preferisco tagliare e far allungare quello che sarà il prosieguo del ramo, almeno hai già la conicità e non devi piegare nulla
vicious- Utente attivo
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