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PINO MUGO (Pinus Mugo)
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PINO MUGO (Pinus Mugo)
PINO MUGO (Pinus Mugo)
Il Pino mugo o più semplicemente Mugo è una pianta cespugliosa dal portamento molto variabile: da cespuglio prostrato fino ad albero di piccola misura,forme dovute in gran parte alle condizioni ambientali e alla specie, fa parte della famiglia delle Pinaceae, è possibile trovarlo dai Pirenei fino ai Carpazi e parzialmente sugli Appennini a quote comprese fra i 1500 e 2700 metri. Ama il freddo e la luce, cresce sui ghiaioni d’alta quota oltre il limite della vegetazione arborea formata dai Pini Silvestri e Larici. Di scarso interesse commerciale è però molto utilizzato per un’olio essenziale che si estrae dai rametti verdi non ancora lignificati e per la produzione di liquori come la grappa. La crescita sui terreni sassosi impedisce lo svilupparsi di frane in pendii scoscesi e valanghe durante il periodo invernale e lo sviluppo prostrato e particolare dei suoi rami serve per non far resistenza ai forti venti d’alta quota,la scarsità di nutrienti del terreno unita alle avversità atmosferiche come le forti nevicate,il vento, gli eventi franosi fanno sì che questa specie assuma con il tempo(può vivere anche 3/400 anni) un’ aspetto sofferto e contorto che lo fanno apprezzare particolarmente ai bonsaisti più esperti e famosi data anche la sua ruvidità nella coltivazione.
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ESPOSIZIONE
Ama la luce e l’aria,quindi sarà opportuno posizionare la pianta in luogo luminoso e arieggiato durante tutto l’arco della giornata. Durante la stagione estiva sarà opportuno riparare il vaso per non surriscaldare il sub-strato e la pianta potrà essere sistemata a mezz’ombra
SUBSTRATO
Vive molto bene nei terreni calcarei e detritici ma consolidati e quindi il sub-strato dovrà essere drenante e composto da pomice 40%,ghiaino spaccato 10%, akadama 20%, kirju 10% e buon terriccio universale il restante 20%
RINVASO
Come tutte le conifere i periodi di rinvaso saranno molto lunghi, partendo dai 2- 3 anni inizialmente arrivando anche ai 5-6 anni in piante mature.
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ANNAFFIATURA
L’acqua dovrà essere sempre data in modo calibrato,senza esagerare e lasciando asciugare il sub strato, una speciale accortezza sarà quella di nebulizzare, alle prime ore del mattino e alla sera, durante i mesi caldi la chioma con un getto di acqua vaporizzata che in mancanza di una lancia potrà essere effettuata con uno spruzzino
CONCIMAZIONE
Si potranno usare, nei mesi idonei,dei concimi fogliari data la capacità delle conifere di assorbire i nutrienti anche attraverso gli aghi, ma in fase di coltivazione si potranno usare,sempre con discrezione, i concimi impiegati normalmente per gli altri bonsai.
POTATURA-PINZATURA-FILATURA
Potatura e pinzatura dei germogli avverranno come per le altre conifere,quando la candela si sarà quasi aperta e si saranno formati gli aghi si dovrà spezzare a seconda della posizione in cui si troverà e cioè lasciando un moncone più corto sulle gemme anteriori,più forti e più in alto sulla pianta e più lungo oppure intero sulle candele più interne e più deboli, il tutto per equilibrare la crescita,alla fine di giugno la nuova crescita sarà eliminata totalmente alla base e quando in agosto si saranno formate le nuove gemme sul taglio si farà una selezione di queste secondo il criterio della pinzatura e secondo la posizione in cui si troveranno e che servirà al disegno del Bonsai,in settembre si potranno tagliare gli aghi vecchi lasciando solo tre - quattro di aghi alla base delle nuove gemme,la filatura si effettuerà esclusivamente durante la stagione fredda pena la perdita parziale o totale del ramo se effettuata durante la stagione vegetativa.
CURE PARTICOLARI
Oltre alla nebulizzazione quotidiana della chioma, una cura particolare più che alla pianta va data agli attrezzi per curarla, disinfettandoli bene dopo aver operato su altre essenze, questo per evitare spiacevoli e deleterie infezioni dalla quale il mugo non riuscirebbe facilmente a riprendersi.
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PATOLOGIE
La presenza di Afidi,cocciniglia e una ruga verde che divora gli aghi e forma un vistoso bozzolo caratteristico perché formato dalle deiezioni dell’animale vanno controllate quotidianamente, i primi perché causano il deperimento lento e costante del Mugo,la seconda perché potrebbe far seccare il ramoscello dove ha formato il proprio habitat.
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Il Pino mugo o più semplicemente Mugo è una pianta cespugliosa dal portamento molto variabile: da cespuglio prostrato fino ad albero di piccola misura,forme dovute in gran parte alle condizioni ambientali e alla specie, fa parte della famiglia delle Pinaceae, è possibile trovarlo dai Pirenei fino ai Carpazi e parzialmente sugli Appennini a quote comprese fra i 1500 e 2700 metri. Ama il freddo e la luce, cresce sui ghiaioni d’alta quota oltre il limite della vegetazione arborea formata dai Pini Silvestri e Larici. Di scarso interesse commerciale è però molto utilizzato per un’olio essenziale che si estrae dai rametti verdi non ancora lignificati e per la produzione di liquori come la grappa. La crescita sui terreni sassosi impedisce lo svilupparsi di frane in pendii scoscesi e valanghe durante il periodo invernale e lo sviluppo prostrato e particolare dei suoi rami serve per non far resistenza ai forti venti d’alta quota,la scarsità di nutrienti del terreno unita alle avversità atmosferiche come le forti nevicate,il vento, gli eventi franosi fanno sì che questa specie assuma con il tempo(può vivere anche 3/400 anni) un’ aspetto sofferto e contorto che lo fanno apprezzare particolarmente ai bonsaisti più esperti e famosi data anche la sua ruvidità nella coltivazione.
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ESPOSIZIONE
Ama la luce e l’aria,quindi sarà opportuno posizionare la pianta in luogo luminoso e arieggiato durante tutto l’arco della giornata. Durante la stagione estiva sarà opportuno riparare il vaso per non surriscaldare il sub-strato e la pianta potrà essere sistemata a mezz’ombra
SUBSTRATO
Vive molto bene nei terreni calcarei e detritici ma consolidati e quindi il sub-strato dovrà essere drenante e composto da pomice 40%,ghiaino spaccato 10%, akadama 20%, kirju 10% e buon terriccio universale il restante 20%
RINVASO
Come tutte le conifere i periodi di rinvaso saranno molto lunghi, partendo dai 2- 3 anni inizialmente arrivando anche ai 5-6 anni in piante mature.
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ANNAFFIATURA
L’acqua dovrà essere sempre data in modo calibrato,senza esagerare e lasciando asciugare il sub strato, una speciale accortezza sarà quella di nebulizzare, alle prime ore del mattino e alla sera, durante i mesi caldi la chioma con un getto di acqua vaporizzata che in mancanza di una lancia potrà essere effettuata con uno spruzzino
CONCIMAZIONE
Si potranno usare, nei mesi idonei,dei concimi fogliari data la capacità delle conifere di assorbire i nutrienti anche attraverso gli aghi, ma in fase di coltivazione si potranno usare,sempre con discrezione, i concimi impiegati normalmente per gli altri bonsai.
POTATURA-PINZATURA-FILATURA
Potatura e pinzatura dei germogli avverranno come per le altre conifere,quando la candela si sarà quasi aperta e si saranno formati gli aghi si dovrà spezzare a seconda della posizione in cui si troverà e cioè lasciando un moncone più corto sulle gemme anteriori,più forti e più in alto sulla pianta e più lungo oppure intero sulle candele più interne e più deboli, il tutto per equilibrare la crescita,alla fine di giugno la nuova crescita sarà eliminata totalmente alla base e quando in agosto si saranno formate le nuove gemme sul taglio si farà una selezione di queste secondo il criterio della pinzatura e secondo la posizione in cui si troveranno e che servirà al disegno del Bonsai,in settembre si potranno tagliare gli aghi vecchi lasciando solo tre - quattro di aghi alla base delle nuove gemme,la filatura si effettuerà esclusivamente durante la stagione fredda pena la perdita parziale o totale del ramo se effettuata durante la stagione vegetativa.
CURE PARTICOLARI
Oltre alla nebulizzazione quotidiana della chioma, una cura particolare più che alla pianta va data agli attrezzi per curarla, disinfettandoli bene dopo aver operato su altre essenze, questo per evitare spiacevoli e deleterie infezioni dalla quale il mugo non riuscirebbe facilmente a riprendersi.
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PATOLOGIE
La presenza di Afidi,cocciniglia e una ruga verde che divora gli aghi e forma un vistoso bozzolo caratteristico perché formato dalle deiezioni dell’animale vanno controllate quotidianamente, i primi perché causano il deperimento lento e costante del Mugo,la seconda perché potrebbe far seccare il ramoscello dove ha formato il proprio habitat.
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I fiori rari e belli sono quelli più difficili da raccogliere, beato chi ci riesce
danielo55- Bonsaista esperto
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Località : Fogliano-gorizia
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