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ROVERELLA(Quercus Pubescens)
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ROVERELLA(Quercus Pubescens)
ROVERELLA(Quercus Pubescens)
Albero della famiglia delle Fagacee che comprende anche castagni, faggi e querce;originaria dell’Europa centro-meridionale e dell’Asia occidentale è possibile trovarla in tutto il territorio nazionale dal livello del mare fino ai 1000 metri,per la sua enorme diffusione nei secoli scorsi veniva utilizzata per la costruzione di navi(Repubblica Veneta) o attrezzature agricole ma è spesso utilizzata come legna da ardere per il suo forte valore calorifico e la lentezza nel bruciare. Facile da riconoscere durante la stagione fredda per la sua tendenza a conservare il fogliame secco fino alla primavera successiva si distingue da altre specie di quercia per le foglie ricoperte da una leggera peluria,da qui il nome pubescens,può arrivare ai 20 metri di altezza e 2-3 metri di diametro ed è facile trovare esemplari plurisecolari e quasi millenari,predilige terreni aridi e sassosi esposti a sud e si trova spesso in macchie miste al carpino,al biancospino e talvolta isolata,produce dei fiori insignificanti giallo verdi raggruppati in amenti penduli,i frutti sono delle ghiande non molto grosse lunghe 3-4 cm dolci e che sono cibo per parecchi animali selvatici e per i suini, nei tempi di carestia con le ghiande veniva preparato un pane tipo la piadina,la corteccia crespata e spessa anche in esemplari relativamente giovani ne fa un pregio per le piante destinate ad essere trasformate in bonsai.
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ESPOSIZIONE
Ama il sole e l’aria e quindi andrà esposta in piena luce anche durante l’estate il che aiuterà a tenere sotto controllo alcune patologie tipiche di questa pianta.
SUBSTRATO
Dovrà essere drenante ma naturalmente come più volte detto, ci si dovrà regolare a seconda della zona climatica di coltivazione, una miscela indicativamente potrebbe essere questa: 40% akadama, 30% pomice, 20% ghiaino spaccato e 10% terriccio universale o torba per garantire una riserva minima di umidità durante la stagione estiva .
RINVASO
Come per molte essenze vale la regola dell’età della pianta e del suo stadio di lavorazione,la roverella ha una forte predisposizione a formare radici lunghissime con alle punte dei ciuffi di capillari,durante la coltivazione a bonsai si dovrà tenere conto della formazione di un nefari importante che rappresenti la forza di questa pianta e sarà opportuno nei primi anni rivolgere le cure per ottenere questo risultato,negli anni successivi con la formazione della pianta il rinvaso che si farà ogni 2 o 3 anni dovrà essere seguito da una buona potatura delle radici (da 1/3 a metà della loro lunghezza) fatta comunque in ragione della massa fogliare della pianta.
ANNAFFIATURA
Dovrà essere abbondante durante tutta la stagione vegetativa perché come tutte le latifoglie la traspirazione della roverella è notevole con il caldo,ma si dovrà comunque lasciar asciugare il terreno tra un’operazione e l’altra e si dovranno evitare ristagni di acqua. Sarà opportuno inoltre non bagnare la chioma per evitare patologie fungine
CONCIMAZIONE
Si dovrà essere molto parchi con i concimi soprattutto nei soggetti maturi per la tendenza di questa pianta a fare internodi lunghi e foglie grandi
POTATURA
Potatura,filatura e pinzatura saranno operazioni da fare costantemente e alle quali si dovrà prestare molta attenzione data la forte vigoria che caratterizza l’essenza,la defogliazione si potrà effettuare ogni due anni in soggetti sani e non rinvasati di recente e servirà, oltre che per il rimpicciolimento delle foglie, a dare aria e luce ai rami interni.
CURE
Oltre le normali cure che effettueremo sul bonsai dovremo prestare attenzione alla rotazione della pianta per permettere al sole di raggiungere tutte le parti che richiedono la luce
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PATOLOGIE
Pur nella sua rusticità,anche la roverella non è immune da attacchi parassitari,in natura è soggetta a punture di insetti che formano sulle foglie delle galle sferiche oppure è attaccata dalla processionaria delle querce, ma la malattia peggiore che può capitarle è l’Oidio o Mal Bianco al quale si pone rimedio con una buona aerazione della chioma (e che non va nebulizzata o bagnata)e una ottima esposizione alla luce o nel peggiore dei casi con la defogliazione parziale o totale della pianta e la somministrazione di prodotti a base di zolfo che si trovano facilmente nelle agrarie.
Albero della famiglia delle Fagacee che comprende anche castagni, faggi e querce;originaria dell’Europa centro-meridionale e dell’Asia occidentale è possibile trovarla in tutto il territorio nazionale dal livello del mare fino ai 1000 metri,per la sua enorme diffusione nei secoli scorsi veniva utilizzata per la costruzione di navi(Repubblica Veneta) o attrezzature agricole ma è spesso utilizzata come legna da ardere per il suo forte valore calorifico e la lentezza nel bruciare. Facile da riconoscere durante la stagione fredda per la sua tendenza a conservare il fogliame secco fino alla primavera successiva si distingue da altre specie di quercia per le foglie ricoperte da una leggera peluria,da qui il nome pubescens,può arrivare ai 20 metri di altezza e 2-3 metri di diametro ed è facile trovare esemplari plurisecolari e quasi millenari,predilige terreni aridi e sassosi esposti a sud e si trova spesso in macchie miste al carpino,al biancospino e talvolta isolata,produce dei fiori insignificanti giallo verdi raggruppati in amenti penduli,i frutti sono delle ghiande non molto grosse lunghe 3-4 cm dolci e che sono cibo per parecchi animali selvatici e per i suini, nei tempi di carestia con le ghiande veniva preparato un pane tipo la piadina,la corteccia crespata e spessa anche in esemplari relativamente giovani ne fa un pregio per le piante destinate ad essere trasformate in bonsai.
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ESPOSIZIONE
Ama il sole e l’aria e quindi andrà esposta in piena luce anche durante l’estate il che aiuterà a tenere sotto controllo alcune patologie tipiche di questa pianta.
SUBSTRATO
Dovrà essere drenante ma naturalmente come più volte detto, ci si dovrà regolare a seconda della zona climatica di coltivazione, una miscela indicativamente potrebbe essere questa: 40% akadama, 30% pomice, 20% ghiaino spaccato e 10% terriccio universale o torba per garantire una riserva minima di umidità durante la stagione estiva .
RINVASO
Come per molte essenze vale la regola dell’età della pianta e del suo stadio di lavorazione,la roverella ha una forte predisposizione a formare radici lunghissime con alle punte dei ciuffi di capillari,durante la coltivazione a bonsai si dovrà tenere conto della formazione di un nefari importante che rappresenti la forza di questa pianta e sarà opportuno nei primi anni rivolgere le cure per ottenere questo risultato,negli anni successivi con la formazione della pianta il rinvaso che si farà ogni 2 o 3 anni dovrà essere seguito da una buona potatura delle radici (da 1/3 a metà della loro lunghezza) fatta comunque in ragione della massa fogliare della pianta.
ANNAFFIATURA
Dovrà essere abbondante durante tutta la stagione vegetativa perché come tutte le latifoglie la traspirazione della roverella è notevole con il caldo,ma si dovrà comunque lasciar asciugare il terreno tra un’operazione e l’altra e si dovranno evitare ristagni di acqua. Sarà opportuno inoltre non bagnare la chioma per evitare patologie fungine
CONCIMAZIONE
Si dovrà essere molto parchi con i concimi soprattutto nei soggetti maturi per la tendenza di questa pianta a fare internodi lunghi e foglie grandi
POTATURA
Potatura,filatura e pinzatura saranno operazioni da fare costantemente e alle quali si dovrà prestare molta attenzione data la forte vigoria che caratterizza l’essenza,la defogliazione si potrà effettuare ogni due anni in soggetti sani e non rinvasati di recente e servirà, oltre che per il rimpicciolimento delle foglie, a dare aria e luce ai rami interni.
CURE
Oltre le normali cure che effettueremo sul bonsai dovremo prestare attenzione alla rotazione della pianta per permettere al sole di raggiungere tutte le parti che richiedono la luce
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PATOLOGIE
Pur nella sua rusticità,anche la roverella non è immune da attacchi parassitari,in natura è soggetta a punture di insetti che formano sulle foglie delle galle sferiche oppure è attaccata dalla processionaria delle querce, ma la malattia peggiore che può capitarle è l’Oidio o Mal Bianco al quale si pone rimedio con una buona aerazione della chioma (e che non va nebulizzata o bagnata)e una ottima esposizione alla luce o nel peggiore dei casi con la defogliazione parziale o totale della pianta e la somministrazione di prodotti a base di zolfo che si trovano facilmente nelle agrarie.
danielo55- Bonsaista esperto
- Messaggi : 2715
Data d'iscrizione : 02.01.10
Età : 111
Località : Fogliano-gorizia
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