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Abete rosso del 1984 di ex allievo passato di mano.
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Abete rosso del 1984 di ex allievo passato di mano.
Abete rosso del 1984 di ex allievo passato di mano.
La storia di questo abete inizia nel 1984 quando il mio ex allievo Lorenzo di Longarone, lo raccolse in un tornante del Desedan. Purtroppo la sua passione per il Bonsai con gli anni si affievolì, perdendo quell'intenso amore iniziale. E questo anche a causa di qualche perdita importante. Rendendosi conto che il Bonsai richiede anche sacrificio, decise di donare ad altri amatori -tutti miei ex allievi- le poche piante che gli erano rimaste. Questo abete, una forsizia e un carpino li diede a un mio promettente allievo Valerio di Tambre d'Alpago, il quale fu ben felice di ricevere queste piante. Con gli anni, Valerio si rese conto che non era facile seguire bene un abete nel percorso bonsai, ottenendo scarsi risultati. E fu così che lo abbandonò a se stesso nella grande cassa di polistirolo cui si trovava, posizionandolo sotto i rami bassi di un albero, questo per avere meno problemi di innaffiature frequenti. In questa ubicazione poco idonea, l'abete con gli anni perse il suo vigore a causa della scarsa luce e ventilazione, abbandonando anche dei rami. Quattro o cinque anni fa Valerio in una sua visita abituale, rimane sempre sorpreso della bellezza dei miei abeti, confidandomi che l'abete avuto da Lorenzo stava morendo perché l'aveva semi abbandonato a se stesso. A questo punto gli dissi che lo avrei preso io, cercando di salvarlo. Andai subito con lui a casa sua e recuperai la pianta. L'abete era veramente preso male, così gli diedi tutte quelle cure necessarie affinchè potesse riprendersi. Fortunatamente tutti i miei interventi furono fruttuosi, sviluppando nuovi rami e ricca vegetazione. Nel mese di ottobre di quest'anno 2017, il mio nuovo allievo Christian di Bassano del Grappa, era attratto da questo abete, e fu entusiasta quando gli dissi che era pronto ad affrontare una impostazione importante da portare avanti in una o due lezioni, valutando insieme le varie possibilità.
Per prima cosa era necessario fare un'ulteriore pulizia degli aghi vecchi e dei rametti deboli, selezionando attentamente i rami che avrebbero costituito l'immagine del futuro Bonsai.
Mi piacque far notare a Christian la presenza di due targhette in alluminio che riportavano due date: 1984 e 1987. Lorenzo all'epoca gli piaceva documentare i primi interventi sulle sue piante, ed è così che fortunatamente sono state lasciate anche da Valerio, e che anch'io intendo lasciarle, aggiungendo però il 2017 come prima impostazione.
Sfortunatamente non avevo fotografato l'abete nel 2012/2013 quando me lo diede Valerio, ma le foto sono solo di questo periodo della lavorazione, vediamo alcune immagini di questo abete dall'aspetto imponente grazie alla modellatura della pianta.
La storia di questo abete inizia nel 1984 quando il mio ex allievo Lorenzo di Longarone, lo raccolse in un tornante del Desedan. Purtroppo la sua passione per il Bonsai con gli anni si affievolì, perdendo quell'intenso amore iniziale. E questo anche a causa di qualche perdita importante. Rendendosi conto che il Bonsai richiede anche sacrificio, decise di donare ad altri amatori -tutti miei ex allievi- le poche piante che gli erano rimaste. Questo abete, una forsizia e un carpino li diede a un mio promettente allievo Valerio di Tambre d'Alpago, il quale fu ben felice di ricevere queste piante. Con gli anni, Valerio si rese conto che non era facile seguire bene un abete nel percorso bonsai, ottenendo scarsi risultati. E fu così che lo abbandonò a se stesso nella grande cassa di polistirolo cui si trovava, posizionandolo sotto i rami bassi di un albero, questo per avere meno problemi di innaffiature frequenti. In questa ubicazione poco idonea, l'abete con gli anni perse il suo vigore a causa della scarsa luce e ventilazione, abbandonando anche dei rami. Quattro o cinque anni fa Valerio in una sua visita abituale, rimane sempre sorpreso della bellezza dei miei abeti, confidandomi che l'abete avuto da Lorenzo stava morendo perché l'aveva semi abbandonato a se stesso. A questo punto gli dissi che lo avrei preso io, cercando di salvarlo. Andai subito con lui a casa sua e recuperai la pianta. L'abete era veramente preso male, così gli diedi tutte quelle cure necessarie affinchè potesse riprendersi. Fortunatamente tutti i miei interventi furono fruttuosi, sviluppando nuovi rami e ricca vegetazione. Nel mese di ottobre di quest'anno 2017, il mio nuovo allievo Christian di Bassano del Grappa, era attratto da questo abete, e fu entusiasta quando gli dissi che era pronto ad affrontare una impostazione importante da portare avanti in una o due lezioni, valutando insieme le varie possibilità.
Per prima cosa era necessario fare un'ulteriore pulizia degli aghi vecchi e dei rametti deboli, selezionando attentamente i rami che avrebbero costituito l'immagine del futuro Bonsai.
Mi piacque far notare a Christian la presenza di due targhette in alluminio che riportavano due date: 1984 e 1987. Lorenzo all'epoca gli piaceva documentare i primi interventi sulle sue piante, ed è così che fortunatamente sono state lasciate anche da Valerio, e che anch'io intendo lasciarle, aggiungendo però il 2017 come prima impostazione.
Sfortunatamente non avevo fotografato l'abete nel 2012/2013 quando me lo diede Valerio, ma le foto sono solo di questo periodo della lavorazione, vediamo alcune immagini di questo abete dall'aspetto imponente grazie alla modellatura della pianta.
Aggiornamento sulla scelta dell-impostazione.
Purtroppo sul lato destro son rimaste solo delle tracce dei rami che c'erano all'epoca della raccolta della pianta. Osservando bene la prima foto, gli spazi vengono "occupati" dalla vegetazione terminale dei rametti penduli. I tre rami bassi li ho voluti tenere tutti anche se due sembrano opposti. Forse quello frontale avrei potuto alzarlo spostandolo verso destra per coprire lo spazio vuoto, ma ho preferito creare un unico volume sulla parte destra per enfatizzare la maestosità futura della pianta con la maggiore maturità delle branche superiori. Cosi facendo viene messo in vista ula porzione di ramo secco appartenente alla branca morta per trascuratezza della pianta. Bisogna dare tempo al tempo e vederlo come sarà nel futuro maturando tutta la ramificazione lasciata in questo albero dall'aspetto veramente maestoso.
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