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Messaggio  Andrea Albergo Dom 20 Apr 2014, 20:24

Buona sera a tutti in questa sera di Pasqua ho deciso di condividere anche con voi questo post, fatto di riti, immagini, filmati e sensazioni intime e profonde…
Questo è uno di quei post che va letto con calma, e riaperto ogni volta che avete bisogno di rilassarvi e staccarvi un po' dalla realtà di tutti i giorni.
Vi confesso che sarà sempre il mio preferito...
Come cita la mia firma nel forum " il caso non esiste" e sono convinto che non sia per caso che amo i bonsai.
Fin da bambino ero sempre affascinato dagli alberi e già d'allora mi perdevo con i miei pensieri fantastici tra i loro rami. Chi da bambino non si è arrampicato su di un albero o ha rubato i suoi frutti ?! Non so se per voi è lo stesso, ma ogni tanto sento il bisogno di andare lontano dalla città per sedermi sotto ad un albero o per passeggiare in un bosco e lì poco dopo mi sento rigenerato dall'interno. Ho sempre sentito dire che abbracciare un albero fa bene e che in qualche modo ti da energia. Così un po' per gioco ed un po' perché in me sentivo una certa necessità di allontanarmi abitualmente dal mondo cittadino ho cominciato a documentarmi su gli alberi in generale. Visitando luoghi con alberi famosi o boschi che hanno visto passaggi della storia italiana, luoghi che un tempo erano considerati sacri e che poi furono scelti come dimore da eremiti o mistici. Luoghi segreti scelti come rifugi, luoghi magici impregnati di leggende e fiabe.
Bè ragazzi ho scoperto che c'è un 'universo intero dentro e fuori un albero.Ci sono tante persone che venerano alberi,associazioni in lungo ed in largo che praticano riti antichi. Esistono molte religioni antiche e non che hanno un vero è proprio culto per alcuni alberi particolari. Nella mia ricerca,più interiore che esteriore mi sono imbattuto in libri ed immagini da tutto il mondo di una meraviglia inaspettata.Ci sono testi antichi, poesie,lodi e canti su gli alberi e c'è molto ma molto di più.Ho pensato che condividere tutto questo con voi fosse il modo migliore per conoscersi e per unirsi virtualmente ed intellettualmente in un tutt'uno. Spero di non annoiarvi troppo.


La "Pratica con gli Alberi" , in Cinese si può tradurre con Tao Yin Ding Shu Qi Gong:

Tao Yin: Nutrire la Vita.
Ding: Stabilire un Contatto.
Shu: Albero.
Gong: Lavoro
Quindi:

Pratiche per Nutrire la Vita attraverso il contatto (la relazione) con l'Albero.

Questa pratica, è un'antichissima tradizione cinese, e più particolarmente taoista, che consiste nel riequilibrare le energie del praticante per poi ricaricarsi o rigenerarsi prendendo contatto con gli alberi.
Ci si può "addossare all'albero", "abbracciare l'albero" o utilizzare la "postura dell'albero" riproducendo fisicamente e istintivamente la forma dello stesso.

Ci sono tanti alberi, tanti praticanti e dunque altrettante posture. Gli alberi, sono divenuti rari in Cina, in seguito all'utilizzazione del legno come combustibile e materiale di costruzione; i belli e grandi alberi sono divenuti molto rari e pertanto sono protetti e si trovano generalmente nei parchi pubblici o nei giardini dei templi.
Un buon numero di cinesi pratica dunque "con" gli alberi al mattino prima di lavorare per "prendere l'energia" (De Qi); poi, al ritorno, per rilassarsi.
Un buon numero di essi sono dunque resi molto educati attraverso il contatto che diventa pertanto molto piacevole.
Questa "Pratica con gli Alberi", quindi uno scambio energetico con essi, è all'origine della creazione dei Penjing (letteralmente: PEN = Radice e JING = Vaso), dunque degli alberi di piccola taglia che in Giappone si chiamano Bonsai.

Possedere a casa propria un PENJING (o Bonsai) e eventualmente una "piccola foresta" (letteralmente SHAOLIN), permette di rigenerarsi grazie ali'immagine-energia di questi minuscoli alberi; minuscoli ma che possiedono, in profondità, lo spirito dei giganti della foresta.





Pratica con gli Alberi

L'Albero, per sua natura, si trova fra TERRA e CIELO: le sue radici affondano profonde nel terreno dandolgi solidità e permettendogli di assorbire l'Energia della TERRA (DI), il tronco rappresenta l'asse che si innalza dalla base terrestre all'apice celeste, il luogo delgi scambi (nel tronco scorre la linfa grezza che sale dalla terra e quella elaborata che scenda dal cielo); poi ci sono i rami che dall'unità del tronco si dipanano verso l'alto per dare vita alle fronde ed alle folgie che, attraverso la fotosintesi, sono in grado di raccolgiere l'Energia del CIELO (TIAN).
Inoltre, l'Albero, come tutti gli esseri viventi, respira: assorbe ossigeno e produce e rigetta gas carbonico (Butta il VECCHIO ed accolgie il NUOVO).

Questa visione, permette di porre le basi fondamentali della medicina attraverso le piante: l'albero costituisce quindi un mezzo di scambio eccezionale tra l'energia e la materia, il CIELO (TIAN) e la TERRA (DI), l'ESSERE UMANO (REN) ed il suo ambiente naturale.

Nella visione energetica cinese, l'albero non si limita dunque alle sole radici ed al suo apice, ma prende in considerazione ciò che è all'origine (il suolo ed i suoi minerali, funghi, muschi... ) ed il suo ambiente generale (insetti, animali vari).
Un filosofo cinese, Zhang Shi (1133-1180) afferma:

"L'essere umano possiede dei difetti come l'albero possiede del muschio, degli insetti e degli uccelli.
Un albero senza muschio, senza insetti e senza uccelli, non è più un albero.
Un essere umano senza difetti non è più umano. "
Ritroviamo poi anche negli Alberi i cicli principali dell'energetica cinese:

I 5 MOVIMENTI (ELEMENTI) in rapporto alla Struttura dell'Albero:

METALLO In rapproto con la CORTECCIA.
ACQUA in raporto con le RADICI.
LEGNO in rapproto ai RAMI ed alle FOGLIE.
FUOCO in rapporto al FIORE.
TERRA in Rapporto al FRUTTO.
LE 5 STAGIONI:

In inverno l'energia si rifugia nella profondità delle radici (nero e Acqua);
In primavera essa sale alla conquista di rami e ramoscelli e perviene alle foglie (verde e Legno);
In estate si manifesta nei fiori (rosso e Fuoco);
La quinta stagione si situa nelle fruttificazioni (giallo e Terra);
In autunno essa ridiscende nella corteccia (bianco e Metallo).


DAO YIN QI GONG e ALBERI...


L'ALbero ci accorda con la Natura
e quindi con le stagioni, il cielo e la terra,
la pioggia e le nuvole...
La Natura ci accorda col Cosmo
e quindi con le stelle e i pianeti,
il Sole e la Luna...
Il Cosmo ci accorda col TAO.
- Georges Charles

Tramite appositi esercizi e tecniche di Dao Yin Qi Gong e di Meditazione Taoista, sarà quindi possibile METTERSI IN RELAZIONE DIRETTA con l'Albero, mettendo il nostro corpo e la nostra energia in relazione con lui:

PERINEO (punto HUI YIN), Struttura (TI) e Forma (XING) in relazione con le RADICI;
BASSO VENTRE (punto QI HAI), Soffio (QI) ed Energia (HUXI) in relazione con la BASE DEL TRONCO;
TORACE (Punto ZHONG TING), Emozioni (TANG) e campo relazionale, sensazionale (GANJUE) in relazione col TRONCO;
GOLA (Punto TIAN TU), Intenzione (YI), in relazione con i PRIMI GROSSI RAMI;
CENTRO DELLA FRONTE, Spirito (SHEN) in relazione con le FRONDE, CHIOMA, le FOGLIE;
Il VERTICE DEL CAPO (Punto BAI HUI), la Metamorfosi (HUA) il "Qualcos'altro" oltre lo spirito, in relazione con l'APICE DELL'ALBERO;
Il CORPO INTERO del praticante in relazione con l'INTERO ALBERO (Rettitudine Naturale, connessione con Cielo e Terra).

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Sucessivamente, altre tecniche permetteranno lo scambio di energia con l'Albero; che sia lo SCARICO delle tensioni fisiche ed emotive, o la RIGENERAZIONE, la TONIFICAZIONE dell'Energia (QI) grazie alla pianta ed alla sua profonda connessione con Cielo e Terra; inoltre, saranno possibili molte e differenti tecniche di meditazione.

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Abbiamo dimenticato come si ascoltano le storie e i canti che porta con sé il vento.
Abbiamo dimenticato come ascoltare la saggezza delle pietre che dall’inizio di tutti i tempi stanno al loro posto su questa terra.
Abbiamo dimenticato quanto l’acqua possa rinfrescarci e rinnovarci.
Abbiamo dimenticato che si ascoltano le piante che ci insegnano quali fra loro cogliere per il nostro benessere.
Abbiamo perso la capacità di spiare gli animali che con gentilezza ci offrono la loro saggezza, il loro riso, il loro amore.
Ci siamo chiusi a tutte queste relazioni e tuttavia ci chiediamo perché così spesso, ci prende la solitudine.
- Sun Bear (Nativo Americano)



C'è un luogo dove la pace della natura filtra in noi come la luce del sole tra gli alberi.
Dove i venti ci comunicano la loro forza e gli affanni si staccano da noi come foglie.
Non è difficile arrivarci: basta guardarsi dentro e avere un cuore pulito.
- R. Battaglia

Non è mia intenzione fare pubblicità a case editrici ma lasciatemi citarvi alcuni libri che leggerli mi ha innalzato lo spirito oltre l'infinito.
Sicuramente conoscete Herman Hesse vero?
Leggete il suo libro " il canto degli alberi" . Chissà se tra le sue pagine non vi ritroverete come ho fatto io…

E che dire del nostro Tiziano Fratus.

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Il suo magnifico libro " Homo Radix" Fece un servizio in rai che mi capitò di vedere chissà se fu un caso anche quello?...

Poi nella mia ricerca incontrai " lo spirito degli alberi" di Fred Hageneder. Un po' fantasioso quasi fiabesco ma pieno di nozioni scientifiche autentiche a me ha fatto sognare…

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E' il mio preferito, conduce pian piano in un mondo dimenticato e ci ridesta l'anima. Ci sono cose meravigliose e tra queste c'è un capitolo che parla dell'acqua e di come interagisce con gli alberi e con l'universo, ne sono rimasto positivamente sconvolto. Da leggere e rileggere!!!!
Poi ci sono immagini da tutto il mondo rubate qua e la di alberi e luoghi che sono incredibilmente famigliari e sublimi!!! Di sicura ispirazione per un bonsaista...
Ne allegherò un po' per la gioia dei vostri occhi:



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Esistono luoghi magnifici direi quasi magici su questa terra…
Non so se avete mai sentito parlare di un posto che si chiama "Socotra"
Ci sono specie di alberi che sembrano uscite dal racconto fantastico " Viaggio al centro della terra" di Giulio verne.
Socotra è la principale isola di un arcipelago di quattro isole (le altre sono ʿAbd al-Kūrī, Darsa (o Darza) e Samḥa, dette anche "Il fratello" e "La sorella") e isolette situate nell'Oceano Indiano, poco al largo del Corno d'Africa, a circa 300 km dalla costa somala e 350 km a sud della Repubblica dello Yemen a cui appartengono, e che le amministra.
Dal 2008 l'arcipelago è inserito tra i patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.Socotra è una isola molto interessante sotto il profilo naturalistico. Originariamente parte della placca tettonica africano-arabica, rimane isolata a partire dal Terziario, dando vita ad un alto numero di endemismi sia vegetali che animali.Il 37% delle 825 specie di piante presenti sull'isola sono uniche al mondo. Praticamente questa isola ha avuto un destino unico nell'evoluzione della terra, quando il pianeta veniva colpito da meteoriti e i dinosauri perirono la sua posizione geografica la estranio da tutto quello che accadeva sul pianeta, un piccolo mondo nel mondo. Ogni cosa su quest'isola è diverso dal mondo conosciuto, dai minerali alle piante , biologi, botanici e scienziati vari impazziscono e fanno a gara per fare ricerche in quest'isola.
Una delle piante più caratteristiche è la dracena drago di Socotra (Dracaena cinnabari), una pianta succulenta dalla caratteristica chioma a forma di ombrello rivoltato, da cui si estrae il "sangue di drago", una resina di colore rosso usata nei tempi antichi sia in medicina, che come incenso e come colorante.Altre specie degne di menzione sono la succulenta Dorstenia gigas, l'albero del cetriolo (Dendrosicyos socotranus), il melograno di Socotra (Punica protopunica), l'aloe socotrina (Aloe perryi) e la Boswellia socotrana, da cui si ricava un incenso utilizzato localmente.

La popolazione aviaria comprende 192 specie, 44 dei quali vivono sempre sull'isola, mentre 85 sono uccelli migratori, alcune delle quali sono a rischio di estinzione. Tra le specie più caratteristiche vi sono lo storno di Socotra (Onychognathus frater), la nettarinia di Socotra (Chalcomitra balfouri), lo zigolo di Socotra (Emberiza socotrana), la cisticola di Socotra (Cisticola haesitatus), il passero di Socotra (Passer insularis), il beccogrosso alidorate (Rhynchostruthus socotranus) e il beccamoschino di Socotra (Incana incana).

Oltre il 90% dei rettili è endemico. In mare si contano 253 specie di coralli che danno vita ad una barriera, 730 specie di pesci e 300 granchi, aragoste e gamberetti.
Per fortuna è difficile da raggiungere e quindi il turismo è zero, speriamo che rimanga sempre così, per chi ci volesse andare vi dico subito che se non avete spirito di adattamento è meglio non partire, alberghi zero, le guide sono molto rare, e quindi dormire sotto le stelle capita spesso, sicuramente un'avventura vera e propria.
Ecco qualche foto ma se girate su internet impazzite, ci sono anche libri fotografici del posto. Prima o poi giuro ci andrò!!!
Spesso si discute su le forme che si danno ai bonsai pensando che la natura si esprima in modo del tutto diverso, gli alberi di Socotra e di altri luoghi dimostrano che nn è sempre così…


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Sicuramente conoscete tutti i monti Huangshanin (CINA) o comunemente conosciute come le montagne gialle per via delle colorazioni che assumono le rocce al tramonto…
Montagne che ispirano da secoli pittori e poeti cinesi e ultimamente anche registi vedi Avatar…
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E chi lo avrebbe mai immaginato che in una zona totalmente desertica ci fossero alberi spettacolari ,come i Pinus longaeva D.K.Bailey è una specie di pino caratterizzata da estrema longevità,alberi tra i più vecchi del pianeta, scoperti nelle regioni di alta quota delle montagne del sud-ovest degli Stati Uniti.
Sono luoghi in cui in estate di giorno si arriva a temperature di massima altissime e di notte le temperature precipitano sotto lo zero. Questo sbalzo termico negli anni ha plasmato il legno morto con venature spettacolari e noi bonsaisti da qui ispirati nella lavorazione del secco con l'uso del fuoco e poi di sruzzate di acqua con ghiaccio si cerca di ricreare simili venature, per esperienza diretta posso dirvi che il miglio legno che risponde a questa tecnica è quello dell'olivo.

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Voliamo in Africa per Il sicomoro più vecchio ...
Magnifico!!!

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Notate la scimmietta sotto i rami e le proporzioni titaniche di questo albero.


Alberi
Per me gli alberi sono sempre stati i predicatori più persuasivi. Li venero quando vivono in popoli e famiglie,in selve e boschi.E li venero ancora di più quando se ne stanno isolati. Non come gli eremiti,che se ne sono andati di soppiatto per sfuggire a una debolezza,ma come grandi uomini solitari,come Beethoven e Nietzsche. Tra le loro fronde stormisce il mondo,le loro radici affondano nell'infinito; tuttavia non si perdono in esso,ma perseguono con tutta la loro FORZA VITALE un unico scopo: Realizzare la legge che è insita in loro,portare alla perfezione la propria forma,rappresentare se stessi. Niente è più sacro e più esemplare di un albero bello e forte.Quando un albero è stato segato e porge al sole la sua nuda ferita mortale,sulla chiara sezione del suo tronco-una lapide sepolcrale- si può leggere tutta la sua storia: negli anelli e nelle concrescenze sono scritte fedelmente tutta la lotta,tutta la sofferenza,tutte le malattie,tutta la felicità e la prosperità, gli anni magri e gli anni floridi,gli assalti sostenuti delle tempeste superate. E ogni contadino sa che il legno più duro e più pregiato ha gli anelli più stretti,che i tronchi più indistruttibili,più robusti,più perfetti,crescono in cima alle montagne,nel perpetuo pericolo.Gli alberi sono santuari.Chi sa parlare loro,chi li sa ascoltare,conosce la verità.Essi non predicano dottrine e precetti,predicano,incuranti del singolo, la legge primigenia della vita...

Tratto dal " Canto degli alberi" di H. Hesse

Quando lessi queste quattro righe vi giuro che piansi di gioia!!!

Ancora alberi di una bellezza sublime da tutto il mondo…

La meravigliosa quercia del film forrest Gump
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Dalla California

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Chi di voi non ha sognato o provato a costruire una casa su di un albero?
Voglio tornare bambinooooo!!!!! felicefz 

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Altre meraviglie…

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Mettetevi comodi … spegnete tutte le luci ed alzate il volume ma non troppo...rilassatesi
Pochi minuti del vostro tempo per un'eternità impressa dell'anima...
buona visione!

www.youtube.com/watch?v=iTtjXfc9HJY&feature=related

www.youtube.com/watch?v=2-OoHjjh5fM&feature=related

www.youtube.com/watch?v=9aq_ssT-vfs&feature=related

www.youtube.com/watch?v=A7v7sIlrP2A&feature=related


Conoscete gli indiani Hopi. Per chi non li conosce sono un'antico popolo che ancora oggi vivono in America anche se sono rimasti pochini.
Mi piace molto il rapporto che hanno con la terra e con gli alberi in particolare.
Vi dò un piccolo assaggio...
https://www.youtube.com/watch?v=tVee64E31SU


Questa canzone mi è sempre piaciuta e la trovo più attuale che mai!
Buona visione e buon ascolto



https://www.youtube.com/watch?v=ZIXESwuywHQ


Sono stralci di parole di personaggi illustri che capirono il valore profondo degli alberi...



- Lo stolto non vede lo stesso albero che vede il saggio
(William Blake);

Gli alberi non tradiscono, non odiano, irradiano solo felicità e amore. Ecco perché l'uomo stando vicino agli alberi,
avverte una corrente positiva e rigeneratrice.
Romano Battaglia

C'è qualcuno seduto all'ombra oggi perché qualcun altro ha piantato un albero molto tempo fa.
Warren Buffett


Troverai più nei boschi che nei libri. Gli alberi e le rocce ti insegneranno cose che nessun maestro ti dirà.
Bernard de Clairvaux

Se un albero scrivesse l'autobiografia, non sarebbe diversa dalla storia di un popolo.
Kahlil Gibran

Nessuno può aggiungere niente a un albero, a un fiore. Così una vera opera d'arte.
Christian Friedrich Hebbel

L’albero che mai dovette combattere/ per avere sole, aria e luce,/ ma che solo nella grande pianura/
ebbe sempre acqua a sufficienza,/ non diventò mai un re della foresta,/ ma visse e morì piccola cosa.
Douglas Malloch

Il buon legname non cresce con facilità:/ più forte è il vento e più forti sono gli alberi,/ più lontano è il cielo
e più alte sono le piante,/ più violenta è la tempesta e più grande è la forza.
Douglas Malloch

Non è nei vasti campi o nei grandi giardini che vedo giungere la primavera. È nei rari alberi di una piccola
piazza della città. Lì il verde spicca come un dono ed è allegro come una dolce tristezza.
Fernando Pessoa

Abbiamo molte più cose in comune con un albero che con un transistor.
Fulco Pratesi

Fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce.
Proverbio cinese

Bellezza delle piante #8722; i soli esseri viventi in questo universo che non producano rumore né rifiuti.
Mario Andrea Rigoni


Gli alberi sono lo sforzo infinito della terra per parlare al cielo in ascolto.
Rabindranath Tagore

Se riveli al vento i tuoi segreti, non devi poi rimproverare al vento di rivelarli agli alberi (K.Gibran)

Il tempo è come la corteccia degli alberi, ricopre di una veste leggera gli esseri umani lasciando però
trasparire le tracce dell'età.
- Romano Battaglia
L'amore è come un albero, nasce da sè, mette profonde radici in tutto il nostro essere e spesso continua
a verdeggiare su un cuore in rovina.
E quel che è ancor più inspiegabile è che più quella passione è cieca, più è tenace. Essa non è mai più
solida di quando non ha in sè alcuna ragione.
-- Victor Hugo

- Un ramo di pazzia abbellisce l'albero della saggezza
(Alessandro Morandotti)

- Chi ha imparato ad ascoltare gli alberi non desidera essere più un albero.
Desidera essere ciò che è. Questa è patria. Questa è felicità.
(Herman Hesse)

Molto curioso…


https://www.youtube.com/watch?v=zqaN...ature=relmfu


Ecco a voi un grande uomo che attraverso la natura e per mezzo degli alberi ha scavato dentro di se e illuminato molte coscienze.
Avete mai sentito parlare di Krishnamurti?
E' stato un grande filosofo indiano e i suoi insegnamenti sono tutt'oggi apprezzati e contemplati, è stato uno dei pochi che ha capito che la madre di tutti gli insegnamenti è la natura, e solo per mezzo della sua contemplazione potremmo un giorno capire il senso della nostra esistenza.

"Il suono degli Alberi" Tratto da "noi siamo il mondo"
Questo è solo un'assaggio...

https://www.youtube.com/watch?v=LWu3oAqe0i8

Per chi volesse approfondire e rilassarsi...

"Noi siamo il Mondo"
Documentario integrale su Jiddu Krishnamurti


Buona visione

https://www.youtube.com/watch?v=tNMR04xeBho


Un pensiero di Krishnamurti:

«Vedete, voi non siete stati educati a stare da soli. Andate mai a fare una camminata per conto vostro? È molto importante uscire da soli, sedersi sotto un albero – da soli, senza nessun libro, senza nessuna compagnia – e osservare una foglia che cade, ascoltare lo scorrere dell’acqua, il canto dei pescatori, osservare il volo di un uccello e i vostri stessi pensieri che si rincorrono nello spazio della mente. Se siete capaci di stare da soli e osservare queste cose, allora scoprite ricchezze che nessun governo può tassare, che nessuna entità umana può corrompere, e che non potranno mai essere distrutte.»


Sarà un caso che nella mia vita mi sono imbattuto in Krishamurti?!
Penso proprio di no!!!
Pensate che trovai in casa dei miei genitori un libricino di Krishnamurti sulla ricerca della felicità e più o meno avevo 10 o 12 anni, era un librino che un professore diede da leggere a mia sorella maggiore per le vacanze. Ovviamente non lo lessi allora, ma lo ritrovai tra la polvere e la roba da buttare nello stanzino anni dopo. Lo lessi più o meno quando mi avvicinai ai bonsai rapito dalla bellezza degli alberi in se.
Strani vero?! Sono convinto che la maggior parte di noi non si accorge di queste piccole cose che ci accadono perchè siamo troppo presi dalla frenesia del mondo. Mi piacerebbe molto che anche altri come me aprissero gli occhi per scoprire che dono grande è " IL PRESENTE"…


Ancora una volta gli alberi ci tendono una mano. Un ricercatore "visionario" ma non troppo si è fatto ispirare dalla fotosintesi e ha cercato il modo per generare energia imitando il processo vitale dei vegetali arrivando finalmente ad una intuizione semplice e geniale allo stesso tempo che rivoluzionerà l'intero pianeta...sempre se il sistema economico mondiale cambierà direzione.Per ora non possiamo far altro che GIOIRE!!!
Alberi…Energia vitale per l'uomo!!! 20134710
Carburante dalla CO2: scoperto microrganismo che ci libererà dal petrolio
Alla University of Georgia una squadra di ricercatori annuncia: "Sviluppato
un microrganismo geneticamente modificato in grado di convertire il CO2
atmosferico in combustibile". Protagonista della sperimentazione il Pyrococcus
furiosus, microrganismo che si nutre di carboidrati nelle acque surriscaldate dell'oceano.

Di EcodalleCittà - Sviluppato un microrganismo geneticamente modificato in grado di convertire
il CO2 atmosferico in combustibile. Principale autore dello sviluppo del microrganismo, riferisce la
University of Georgia, è stato Michael Adams, professore ricercatore di biochimica e biologia molecolare
presso l'Università Usa. Attraverso lo studio del modo in cui le foglie convertono l'ossido di carbonio CO2,
il team di ricercatori di Michael Adams ha sviluppato una metodologia per selezionare il CO2 presente
nell'atmosfera e trasformarlo in prodotti industriali, tra cui il carburante.

Il metodo segue il percorso della fotosintesi attraverso cui le piante utilizzano la luce solare, per
trasformare acqua e anidride carbonica in zuccheri, e se ne servono per produrre energia. I
ricercatori hanno creato un microrganismo, manipolando il materiale genetico, per imitare
il processo. Per lo studio sono partiti dal Pyrococcus furiosus un microrganismo che si nutre
di carboidrati nelle acque surriscaldate dell'oceano vicine a sfiati geotermici.

La squadra dei ricercatori ha poi modificato il microrganismo in modo che possa alimentarsi
a temperature inferiori. Hanno poi usato gas idrogeno per creare una reazione chimica nel
microrganismo e integrato il CO2 con l'acido 3-idrossipropionico, una sostanza chimica
industriale usata per fare acrilici e altri prodotti.

"La scoperta - ha dichiarato il capo ricercatore Michael Adams - significa che siamo in
grado di eliminare le piante come intermediari, e di estrarre l'anidride carbonica direttamente
dall'atmosfera per trasformarla in prodotti utili, senza dover passare attraverso elementi
ricavati da biomasse altrimenti utili per l'alimentazione, come la coltivazione delle piante
e l'estrazione degli zuccheri". Oltre alla produzione di prodotti industriali, altre manipolazioni
genetiche potrebbero consentire al microrganismo di produrre altri prodotti, compresi i combustibili.

Tuttavia, il ciclo di conversione dipende ancora dai combustibili fossili. I ricercatori hanno utilizzato
l'idrogeno come fonte di energia, la cui sorgente più facilmente disponibile è al momento il gas
naturale, che è un combustibile fossile. "Nella ricerca a lungo termine - ha spiegato Adams - ci
auguriamo di poter utilizzare idrogeno da fonti rinnovabili biologiche, come ad esempio dalle
alghe fotosintetiche o dai rifiuti dei prodotti di fermentazione".



un albero molto famoso in Giappone: l'Hitachi tree (Hitachi vuol dire "sole nascente" quindi albero del sole nascente). Un albero dalla grande chioma e dalla perfetta simmetria e con misure incredibili ( 25 metri di altezza, la circonfernza del tronco di sette metri mentre quella della chioma di ben 45 metri) che con i suoi 130 anni di età è stato adottato dal 1972 dalla multinazionale di componenti elettronici giapponese Hitachi, per promuovere la sua immagine nel mondo. L'Albero, meta sognata da tutti i giapponesi, si trova nelle isole Hawaii nei Moanalua Gardens a circa trenta minuti di macchina da Waikiki e per utilizzare i diritti della sua immagine l'Hitachi paga agli eredi di Samuel Mills Damon (divenuti proprietari dei giardini dopo che erano stati di proprietà della famiglia reale Kamehameha ) la somma di 400.000 dollari l'anno (fino al 2004 pagava però 20.000 dollari). L'Hitachi tree è un albero della pioggia (rain tree) o Monkey pod tree (albero del baccello della scimmia). Il suo nome botanico è Samanea saman (Jacq.) Merr. e fa parte della famiglia delle Fabaceae, una leguminosa quindi, che per forma delle foglie e dei fiori ricorda molto la "nostra" Albizia julibrissin. Il suo areale di provenienza è l' America centrale (Colombia, Venezuela, Perù , Messico) ed America del sud. Samanea infatti deriva da zamang, che vuol dire albero delle Mimosoideae in alcune lingue caraibiche del nord del Venezuela. Storico e di proporzioni eccezionali (ma è morto negli anni settanta) ) era il Saman chiamato Zamang del Guayre che tra il 1799 e il 1804 durante i suoi viaggi in America Centrale Alexander von Humboldt incontrò vicino Maracay in Venezuela, con una circonferenza della chioma che l'esploratore tedesco misurò in 180.8 m. Il nome albero della pioggia deriva invece da ben tre possibili motivi : le piccole foglie che si chiudono in giornate nuvolose (anche la sera, per riaprirsi con il sole) lasciando passare la pioggia sotto la chioma ombrosa; l'intensa melata prodotta dall'attività di alcuni insetti delle famiglia delle Cicadidae che si nutrono delle foglie; la caduta degli stami colorati dei fiori simili a piumini che fioriscono due volte l'anno a Maggio e a Novembre.
Se diversi sono stati i video realizzati in questi anni invariata invece è rimasta la canzone usata dal 1973 , una canzone oramai molto popolare che si chiama "Hitachi no ki".
Alberi…Energia vitale per l'uomo!!! 20136210

Aggiornerò il post quanto prima con altre cosucce...
Andrea Albergo
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Alberi…Energia vitale per l'uomo!!! Empty Re: Alberi…Energia vitale per l'uomo!!!

Messaggio  Andrea Albergo Dom 20 Apr 2014, 20:41

Vi invito a guardare questo filmatino di animazione senza effetti speciali e lame rotanti, senza scene pirotecniche ma fatto si semplicità... la stessa semplicità con cui sboccia un fiore. Una storia che parla di un uomo e della sua ostinazione e di come un uomo solo può fare grandi cose se lo fa con amore e in armonia con la natura. Spero vi piaccia a me personalmente ha emozionato molto e fatto riflettere lasciandomi dentro una bella sensazione.
buona visione

https://www.youtube.com/watch?v=lLc3yXm9iy8



Un amico degli alberi…

https://www.youtube.com/watch?v=W3Zk0a8KLkc



Qual'è il nostro modo di fare bonsai?
In che modo ci poniamo di fronte al nostro bonsai?
Qual'è il nostro stato d'animo prima di una lavorazione?
C'è uno status spirituale appropriato da ricercare in tutto questo?

Domande da milioni di dollari, è molto difficile dare risposte esaurienti in merito e questo perché il nostro modo di sentire è personale ed intimo.
La cosa che possiamo fare è quella di cercare di capire come si pongono i bonsaisti giapponesi di fronte ad un albero è perché.
E' lampante che noi occidentali siamo un popolo molto ma molto diverso da loro e tutto questo si riflette nei nostri bonsai.
Vi riporto un'intervista al Sig. Keizo Ando pubblicata su bonsai focus N° 25 del 2010.

La via Spirituale

Il Sig. Keizo Ando è nato a Tokio nel 1937. Ha scoperto il bonsai quando aveva circa 30 anni, ed era alla ricerca di un hobby che gli consentisse di distaccarsi un pò dal proprio lavoro.Nel maggio del "77 è stato accettato come apprendista al Toju-En(il giardino del glicine), diretto dal maestro Motosuke Amano,dove hanno studiato bonsai sia Hideo Suzuki, sia M.Kimura. Rimase in quella scuola per dieci lunghi anni lavorandoci tutti i sabato e le domeniche.
"Per me la cosa più difficile non è mai stata apprendere la tecnica ma trovarmi nello stato d'animo giusto."
Quando il Sig. Motosuke Hamano scelse il Sig. Ando come suo successore affinché sovrintendesse alle attività di istruzione del giardino, diversi studenti che erano stati studenti più anziani o comunque precedenti al Sig. Ando, restarono sorpresi e reclamarono per se questo onore. Il maestro lì riunì tutti e spiego loro :" se ciò che volete è guidare un treno e portare avanti tutti i vagoni, è preferibile che non scegliate la locomotiva più vecchia bensì quella più efficiente".
In Giappone gli studenti cominciano a bussare alla sua porta alle 5 del mattino, e appena il Sig. Ando ha concluso l'ultima lezione alle 00:00, ringrazia gli studenti perchè gli danno il tempo di cambiarsi.
Kimura vede un maestro nel sig. Ando non tanto per la tecnica ma per lo spirito che lo anima e più volte kimura gli chiese di di andare ad insegnare da lui ma rifiutò sempre. Questa dimensione spirituale del bonsai è quella che il Sig. Ando cerca di trasmettere ai suoi studenti.
" Per il bonsai ci vuole tempo. Se non si ha un'obbiettivo specifico, non si può fare bonsai, prima di tutto è necessario imparare come si sviluppa la pianta. Si lavora il proprio albero fino al mese di Luglio. In autunno si vedono i risultati del lavoro che è stato fatto. L'albero è onesto, non mente. Ci vogliono diverse generazioni per creare un bonsai.La prima gli da la prima impostazione, la seconda raggiunge lo scopo, e quindi la terza...Quando finalmente ci si prende cura di un bonsai, è già ora di passarlo a qualcun altro."

Gli viene chiesto quali differenze trovasse tra gli studenti europei e quelli giapponesi.
"Prima di venire in Europa,non avevo assolutamente alcuna idea di cosa si facesse qui in termini di bonsai. In Giappone, le persone che fanno bonsai lo fanno con ritmi lunghi. Qui la gente pensa che il bonsai si dovrebbe ottenere rapidamente. In Giappone, uno studente non viene a farti domande. Osserva ed imita. E' così che impara,l'apprendimento si basa sulla pratica. In Europa, gli studenti non sono capaci di far pratica senza teoria. Mi sorprende molto che mi chiedano la teoria. Tal volta la teoria non riesce a dar ragione dei fatti:ogni singolo albero è differente. La teoria va adattata costantemente, in oltre gli studenti europei lavorano con me 6 giorni in un anno mentre in Giappone molto di più. L'Europa sta muovendo ancora i primi passi nel bonsai."
Questa libertà nei confronti della" teoria" non è facile da accettare per gli studenti che cercano regole generali, che si possano applicare in tutti i casi. Chiedono quale dovrebbe essere l'altezza del primo ramo? E il maestro risponde : " Non c'è una regola". Il che non implica che si possa fare tutto ciò che si vuole...
Gli studenti imparano progressivamente a concentrarsi più sull'albero che sulle regole, e a scoprire ciò che va bene per ciascun albero.Tutti loro si sorprendono delle attenzioni generose che il Sig. andò presta a ciascun albero, e gliene sono grati, che si tratti di un alberello giovane da garden center o di un bonsai venerabile.Tutti gli alberi sono trattati con uguale rispetto e il loro carattere non viene sacrificato a regole astratte:"Siamo al servizio dell'albero", dice.

Gli alberi che gli studenti europei portano alle sessioni sono differenti da quelli che portano i giapponesi?
"Se consideriamo molti alberi che portano gli studenti europei, i giapponesi direbbero:" non diventerà mai un bonsai". Mi sorprendono specialmente tutti questi enormi yamadori, per la maggior parte sono troppo grandi.
Agli europei piace ciò ch'è grande".
"sig Ando spiega ai suoi studenti, che spesso portano con orgoglio degli yamadori impressionanti alle sessioni, che questi alberi anche se bene impostati non saranno mai esposti in un Tokonoma. Il Tokonoma è un posto SACRO ,che un tempo era riservato ai signori.
Non sarebbe decente esporvi un'albero selvatico e scabro,appena portato giù dalla montagna con tutta quella legna secca. Solo un'albero bene educato andrebbe sposto nel Tokonoma."
Gli studenti dapprima si sorprendono a sentire che si dovrebbe "Educare" un albero come se fosse un bambino. L'applicazione del filo è un metodo per impostare un'albero, ma non deve lasciare alcuna traccia.
"Tal volta sentite la gente dire che il bonsai è una specie di tortura. Ma è come tra genitori e figli:ci sono metodi di educazione buoni e metodi cattivi." E, continua il sig Ando ":quando applicate il filo , dovreste sempre rispettare il movimento originale del ramo.Dovete osservare il materiale con attenzione e conoscere la natura dell'albero. E' esattamente come con i figli :l'educazione consiste nel comprendere le qualità del bambino e nello stimolarle. E' esattamente come in un'azienda: il capo deve comprendere le qualità di ciascuno suo dipendente e assegnare ad ognuno il compito che meglio si adatta alle sue qualità".
Gli viene chiesto se abbia visto dei begli alberi in Europa : "non ho visto ancora degli alberi molto belli; in Giappone la gente è molto esigente,riguardo alla qualità degli aghi, per esempio."
Questa risposta viene da una persona molto meticolosa, che ha esposto diversi bonsai al Kokufu-Ten...
Quale consiglio generale darebbe ai suoi studenti europei?
"Le condizioni che avete qui sono molto diverse da quelle del Giappone:qui non trovate l'akadama in natura, l'acqua è dura, e il clima è più secco. Gli alberi giapponesi non ci si adattano. Fate meglio a creare con le essenze europee. E questo fin dal principio. Da seme. Anche gli alberi al Kokufu hanno cominciato come semenzali. "Il Bonsai insegna la pazienza, e dà la gioia di avere la natura accanto a se. Ai principianti: Dovete lavorare, fare pratica,il che significa adattare la teoria agli alberi. Senza pratica non c'è teoria. I club sono importanti : vi danno l'opportunità di fare pratica. Più gli studenti fanno pratica, migliore diverranno i loro alberi. Dovete imparare con l vostre mani.. Dovete usare specie Europee, imparare a comprenderle.
In conclusione, il signor torna sulla dimensione spirituale del bonsai :
" il bonsai riflette la tua persona.Non puoi avere un bel bonsai se non lavori. E' una lotta contro te stesso."
l'albero riflette la persona che lo lavora e lo espone, e l'arte consiste nel produrre "l'opera di un autore, in cui non si riesca a vedere la mano dell'uomo". un Bonsai ti dice chi è la persona che lo ha impostato, ma non è una creazione individuale o egoistica : " tu pianti il seme,quindi imposti il bonsai e, alla fine,lo passi avanti. Annaffiare un'albero per 40 anni è bellissimo, ma se non c'è nessuno a cui lo puoi lasciare, è una cosa terribile."
Se il bonsai sta appena cominciando la su vita in occidente, è anche perché dobbiamo mettere noi stessi dietro ai nostri alberi, essere al loro servizio,"educarli", sperando che un giorno saranno in grado di parlare per se stessi.




Quanti in Europa hanno questo approccio con il bonsai e questo modo di porsi?!

E' ovvio che questa è una visione di un uomo anziano e forse un tantino sorpassata ma dovremmo tutti riflettere su queste parole e forse trovare un il giusto compromesso e la nostra dimensione bonsai.
Non siamo Giapponesi questo è evidente, il nostro modo di rapportarsi con la natura e con un bonsai è totalmente diverso ed è difficile capire certi modi di fare di un giapponese a volte delle loro cerimonie e rituali antichi ci sentiamo troppo distanti come se loro fossero di un'altro pianeta ma in fondo il Giappone è proprio un mondo a se ed i giapponesi anno radicati in loro da generazioni visioni profonde che s'intersecano con la natura e ne fanno immensamente parte.
E' una questione di cultura differente e sopratutto di religione...che centra la religione?
Centra eccome se centra!!!
Avete mai sentito parlare dello Shintoismo?...


Le origini dello Shintoismo si sono perse nel tempo, ma pare che si sia originato alla fine dell'ultimo Periodo J#333;mon. Esistono diverse teorie riguardo agli antenati del popolo giapponese odierno; la più accettata è quella che li indica come discendenti di popolazioni dell'Asia Centrale e dell'Indonesia.
Più probabilmente dopo l'arrivo dei primi antenati del popolo cinese, ogni villaggio e area aveva la sua propria collezione di divinità e riti senza alcuna relazione tra un culto locale e l'altro. In seguito all'ascesa degli antenati dell'odierna famiglia imperiale giapponese andò probabilmente a crearsi un pantheon stabile, anche se mai definitivamente, in quanto anche oggi le divinità sono innumerevoli, proprio perché considerate manifestazione della natura stessa, sacra in ogni sua forma.


Il grande Buddha di Nara, 752 circa.
Relazioni con il Buddhismo
L'introduzione della scrittura nel V secolo e del Buddhismo nel VI secolo ebbero un profondo impatto nello sviluppo di un sistema unificato di credenze shintoiste. Nel giro di un breve periodo di tempo all'inizio del periodo Nara, il Kojiki (Memorie degli eventi antichi, 712) ed il Nihonshoki (Annuali del Giappone, 720 circa) furono scritti compilando miti e leggende esistenti in un resoconto unificato (vedi la voce sulla mitologia giapponese). Questi resoconti avevano un duplice scopo: innanzitutto favorire l'introduzione di temi taoisti, confuciani e buddhisti nella narrativa, mirati a impressionare i cinesi dimostrando che la cultura giapponese non era inferiore alla loro; in secondo luogo queste narrazioni erano volte a legittimare la casa imperiale, facendola discendere dalla dea del Sole Amaterasu. La maggior parte del territorio del Giappone moderno era sotto un controllo frammentario da parte della famiglia imperiale, e gruppi etnici rivali confinanti (inclusi forse gli antenati degli Ainu) continuavano ad essere ostili. Le antologie mitologiche, insieme ad altre antologie di poesie come il Manyoshu, contribuirono a rafforzare la centralità della famiglia imperiale sostenendo e divinizzando il suo mandato governativo.
Con l'introduzione del Buddhismo e la sua rapida adozione a corte, divenne necessario spiegare l'apparente differenza tra il credo nativo giapponese e gli insegnamenti buddhisti. In effetti lo Shintoismo non ebbe un nome fino a che non divenne necessario distinguerlo dal Buddhismo. Quest'ultimo non penetrò spazzando via la precedente fede giapponese, ma al contrario contribuì al suo consolidamento. Esso legittimò infatti tutti gli dèi giapponesi, considerandoli come entità sovrannaturali intrappolate nel ciclo delle rinascite. Questa spiegazione venne più tardi contestata dalla corrente Kukai che considerava i kami come incarnazioni speciali del Buddha stesso. Per esempio collegò la dea del Sole, e antenata della famiglia imperiale, Amaterasu, a Dainichi Nyorai, una manifestazione del Buddha, il cui nome significa letteralmente "Grande Buddha Solare". Secondo questo punto di vista i kami erano semplicemente Buddha con un altro nome. Parallelamente alla teologia anche i due sistemi di valori andarono progressivamente a supportarsi e a scambiarsi elementi: c'è infatti una forte compatibilità tra gli insegnamenti naturalistici dello Shintoismo e quelli compassionevoli del Buddhismo.
La coesistenza e amalgama di Buddhismo e Shintoismo dai punti di vista dello Shinbutsu Shugo e del sincretismo ebbe larga diffusione fino alla fine del Periodo Edo. A quell'epoca nacque un rinnovato interesse negli studi giapponesi (Kokugaku), forse come risultato della politica del paese chiuso. Nel XVIII secolo con vari studiosi giapponesi, in particolare Motoori Norinaga (1730 - 1801), ci furono vari tentativi di separare lo Shintoismo dalle influenze straniere. I tentativi non ebbero grande successo, sin dall'epoca del Nihonshoki, quando parti della teologia e del creazionismo shintoista vennero prese esplicitamente in prestito dalla dottrina cinese (per esempio le divinità procreatrici Izanami e Izanagi furono comparate alle energie del Tao, Yin e Yang). Questi tentativi prepararono comunque il terreno per l'introduzione dello Shintoismo di Stato, in seguito alla Restaurazione Meiji, con il quale Shintoismo e Buddhismo furono ufficialmente separati.


Le leggende mitologiche, enfatizzate dallo Shintoismo di Stato.
Shintoismo di Stato
In seguito alla Restaurazione Meiji lo Shintoismo venne proclamato religione ufficiale del Giappone e nel 1868 la sua combinazione con il Buddhismo venne resa illegale. In questo periodo molti studiosi del Kokugaku iniziarono a vedere lo Shintoismo come mezzo attraverso cui unificare il Paese ed aumentarne la devozione all'imperatore, per velocizzare il più possibile il processo di modernizzazione. Lo shock psicologico delle navi nere e il conseguente collasso dello shogunato convinsero molti che solo una nazione unita avrebbe potuto resistere alla colonizzazione dei popoli stranieri. In conseguenza di ciò lo Shintoismo venne utilizzato come strumento per promuovere l'adorazione dell'imperatore (e quindi della propria nazione) e venne esportato nei territori conquistati come l'Hokkaid#333; e la Corea.
Nel 1871 venne istituito un Ministero delle divinità e i templi shintoisti vennero divisi in dodici livelli con sede centrale al tempio di Ise (dedicato ad Amaterasu e perciò simboleggiante la legittimità della famiglia imperiale). Negli anni seguenti il Ministero delle divinità venne rimpiazzato da una nuova istituzione, il Ministero della religione, incaricato di guidare l'istruzione allo shushin (letteralmente "sentiero morale"). Questo fu uno dei maggiori capovolgimenti dall'epoca del Periodo Edo. I preti iniziarono ad essere eletti ufficialmente, retribuiti ed incaricati dallo Stato di istruire i giovani attraverso una forma di teologia shintoista basata sulla storia mitologica della casata imperiale e dello Stato giapponese.
Con il passare del tempo lo Shintoismo venne utilizzato sempre più per enfatizzare i sentimenti nazionalisti popolari. Nel 1890 venne promulgato il Kyoiku Chokugo (Rescritto imperiale sull'educazione) che richiese agli studenti di recitare ritualmente il giuramento di offrire sé stessi coraggiosamente allo Stato, così come di proteggere la famiglia imperiale. La pratica dell'adorazione dell'Imperatore venne ulteriormente diffusa dalla distribuzione di ritratti imperiali come oggetti di venerazione esoterica. Questo utilizzo dello Shintoismo diede al patriottismo giapponese una tinta di misticismo speciale e di introversione culturale, che divenne sempre più pronunciata con il passare del tempo.
Questo processo continuò a consolidarsi durante il periodo Showa prima di arrestarsi bruscamente nell'agosto 1945, con la separazione tra Stato e Chiesa shintoista. Ironicamente, l'invasione dell'Occidente così temuta all'inizio dell'epoca Meiji era infine arrivata, in parte a causa della radicalizzazione del Giappone permessa dalla sua compattezza religiosa.

La riforma moderna
L'era dello Shintoismo di Stato si chiuse bruscamente con la fine della seconda guerra mondiale. Poco dopo la fine del conflitto l'imperatore annunciò pubblicamente la rinuncia al suo stato di divinità terrena e smentì la discendenza della famiglia imperiale dalla dea Amaterasu. In conseguenza ai risultati della guerra molti giapponesi conclusero che la causa della sconfitta fosse stata la hybris (superbia) dell'Impero. La brama di territori stranieri accecò i loro leader esaltando l'importanza della loro patria. Nel periodo successivo alla guerra comparvero numerose Shinshukyo (nuove sette religiose), molte delle quali ostensivamente basate sullo Shintoismo.
Successivamente alla guerra lo Shintoismo insistette con meno importanza sulla mitologia e il mandato divino della famiglia imperiale. Invece i templi tesero a focalizzarsi su attività sociali, volte ad aiutare le persone ordinarie nel migliorare le proprie condizioni o se stessi, mantenendo buone relazioni con gli antenati e gli dèi. Successivamente alla guerra la pratica generale dei rituali shintoisti non è decrementata. La spiegazione normalmente data per questa anomalia è che in seguito alla dismissione dello Shintoismo di Stato, la religione è ritornata alla sua posizione tradizionale, culturalmente radicata, piuttosto che imposta. In ogni caso lo Shintoismo ed i suoi valori continuano ad essere una componente fondamentale della vita e della mentalità giapponese.

Categorizzazione e struttura

Classificazione religiosa


Daikoku, uno dei sette dèi della fortuna.
Lo Shintoismo è una religione difficile da classificare. Da una parte può essere considerata veramente come una forma molto organizzata di animismo, ma la presenza di una mitologia definita la rende più una religione politeista con tratti sciamanici. La vita dopo la morte non è una preoccupazione primaria e viene data un'enfasi maggiore al trovare l'armonia in questo mondo, invece che nel prepararsi al successivo. Lo Shintoismo non possiede insiemi vincolanti di dogmi, un luogo santo sopra tutti gli altri da adorare, nessuna persona o kami considerato più sacro degli altri, e nessun insieme definito di preghiere. Lo Shintoismo è piuttosto una collezione di rituali e metodi, intesi a mediare le relazioni tra gli esseri umani e i kami. Queste caratteristiche conferiscono allo Shintoismo un carattere di completezza semplice ed efficace, caratteristiche che gli consentono di sopravvivere tutt'oggi, facendone una religione importante e millenaria. Queste pratiche si sono originate organicamente in Giappone nel corso di molti secoli e sono state influenzate dal contatto con le religioni straniere, soprattutto cinesi. Da notare per esempio, che la parola Shinto è essa stessa di origine cinese e che molte delle codifiche della mitologia shintoista vennero costituite con lo scopo esplicito di rispondere all'influenza culturale cinese. Nella stessa maniera lo Shintoismo ha avuto, e continua ad avere, un'influenza dominante sulla pratica di altre religioni in Giappone. In particolare si potrebbe anche discuterlo sotto la voce Buddhismo giapponese, poiché le due religioni hanno esercitato una profonda influenza l'una sull'altra per tutta la storia del Giappone.
Alcuni ritengono che lo Shintoismo fu strumentalizzato per la legittimizzazione ideologica durante la fase militaristica che seguì la Restaurazione Meiji. Poiché lo Shintoismo non possiede fonti di autorità assoluta, alcuni ritengono che sia stato un'espressione naturale delle credenze del popolo, sfruttate dai nazionalisti radicali che desideravano unificare il Giappone. Altri si chiedono se l'enfasi posta dallo Shintoismo sull'eccezionalità giapponese non abbia reso inevitabili questi sviluppi. Anche oggigiorno, alcune fazioni di estrema destra della società giapponese, vogliono che si enfatizzi maggiormente lo Shintoismo e si incrementi la reverenza mostrata all'imperatore, come parte di un progetto per portare il Paese nel suo giusto posto come nazione guida del mondo. Nonostante ciò, per la maggior parte dei giapponesi, seguire lo Shintoismo non significa esprimere disprezzo per le altre nazioni, ma piuttosto esprimere il proprio amore per la natura del Giappone e di tutto il mondo, delle persone e degli spiriti e divinità che lo abitano.

Tipi di Shintoismo
Si possono riconoscere essenzialmente cinque espressioni dello Shintoismo. Queste non vanno considerate come vere e proprie correnti a sé stanti, ma più che altro delle differenti forme di culto tutte volte al medesimo obiettivo, ovvero giungere alle medesime verità. Casi particolari sono tuttavia quelli dello Shintoismo settario e di quello di Stato.
Shintoismo imperiale (Koshitsu Shinto): questo termine indica i riti eseguiti dall'imperatore per venerare la miriade di kami e in particolare la dea Amaterasu Omikami, al fine di assicurare la continuità dello stato, la felicità del popolo e la pace mondiale. Questi riti sono indipendenti da quelli dello Shintoismo templare.
Shintoismo templare (Jinja Shinto): questo termine indica lo Shintoismo istituzionalizzato (nato subito dopo la caduta dello Shintoismo di Stato), fondato sul culto all'interno dei templi jinja. È in generale lo Shintoismo organizzato e rappresenta infatti il cardine di tutte le attività religiose e persino degli altri filoni della religione shintoista. Anche se venne instaurato solo nel secolo scorso, le sue radici si fissano nella preistoria. Quasi tutti i templi sono membri della Jinja Honcho, Associazione dei templi shintoisti.
Shintoismo settario (Shuha Shinto o Kyoha): è composto dai tredici gruppi (Kurozumiky#333;, Shintoismo Shuseiha, Izumo #332;yashiroky#333;, Fus#333;ky#333;, Jikk#333;ky#333;, Shinsh#363;ky#333;, Shintoismo Taiseiky#333;, Ontakeky#333;, Shint#333;taiky#333;, Misogiky#333;, Shinriky#333;, Konk#333;ky#333; ed il Tenriky#333;) (che però nel 1970 ha formalmente dichiarato di non essere una forma di Shintoismo) formatisi durante il XIX secolo, quando i templi shintoisti vennero separati dalle altre istituzioni religiose ed usati per condurre riti e celebrazioni sotto la direzione dello Stato (lo Shintoismo di Stato).
Shintoismo popolare (Minzoku Shinto): è la forma praticata dalla gente senza essere formalizzata; include le numerose, ma frammentate, credenze popolari in spiriti e divinità. Le pratiche includono divinazione, esorcismo e guarigioni sciamaniche. Alcune di queste pratiche provengono dall'influenza del Taoismo, del Buddhismo e del Confucianesimo, altre sono diretta espressione delle tradizioni locali.
Shintoismo di Stato (Kokka Shinto): fu il risultato della Restaurazione Meiji e della caduta dello shogunato. Tentò di purificare lo Shinto abolendo molti ideali buddhisti e confuciani. Secondo la maggior parte delle opinioni fu un tipo di Shintoismo fortemente monopolizzato, a volte addirittura talmente distorto da perdere i suoi significati ed insegnamenti religiosi divenendo una mera forma di nazionalismo. In seguito alla sconfitta giapponese nella seconda guerra mondiale venne abolito e l'imperatore forzato a rinunciare al suo status di divinità.

Chiesa shintoista
Per approfondire, vedi Associazione dei templi shintoisti.


Un palazzo della Jinja Honcho.
Nel febbraio 1946, con la pubblicazione della cosiddetta Direttiva shintoista, tutti i templi si organizzarono in un'amministrazione nazionale chiamata Associazione dei templi shintoisti, a tutti gli effetti una Chiesa shintoista, termine poco ortodosso anche se comunemente utilizzato. Il nome in giapponese è Jinja Honcho. Lo scopo di questa istituzione fu subito quello di organizzare e conservare la tradizionale cultura religiosa giapponese. La Chiesa oggi amministra migliaia di templi in tutto il Giappone e un centinaio di scuole. Negli ultimi decenni ha dimostrato una certa apertura anche verso Paesi esteri, ha infatti iniziato ad esportare lo Shintoismo, edificando i primi templi in America e Australia e ordinando i primi sacerdoti shintoisti non-giapponesi.

Organizzazione clericale
Dopo l'era Meiji, quando il Giappone aprì ufficialmente le porte all'Occidente per scambi commerciali, il sistema ereditario dell'ordine sacerdotale shintoista fu abolito, introducendo il sistema del seminario similmente ad altre religioni, sebbene esistano ancora oggi alcuni templi a conduzione familiare. I sacerdoti sono liberi di sposarsi e condurre una vita familiare al di fuori di quella religiosa.
Il sistema sacerdotale shintoista è suddiviso in quattro ordini principali: J#333;kai, Meikai, Gonseikai e Chokkai. Ogni sacerdote (kannushi) di questi gruppi intraprende una carriera caratterizzata da sei gradi di specializzazione: il Grado Superiore, il Primo grado, il Secondo, il Grado intermedio, il Terzo e il Quarto grado. Il superamento di questi gradi consente l'accesso all'ordine successivo. I livelli successivi all'intermedio sono conferiti solo ai sacerdoti che professano da più di vent'anni, sebbene esistano eccezioni dovute alla particolare cultura, saggezza e preparazione dell'individuo. Per diventare Guji, ovvero il sacerdote capo di un tempio importante, è necessario ottenere il grado più alto dell'ordine Meikai. Per diventare Guji di un tempio poco eminente si deve raggiungere il massimo grado dell'ordine Gonseikai.
Dopo la seconda guerra mondiale il sacerdozio è stato aperto anche alle donne, oggi molto importanti nel clero shintoista: infatti la pratica del Kaguramai, la danza sacra in onore degli dèi è generalmente svolta solo dalle donne e l'autorità principale del tempio di Ise, comunemente considerato il cuore dello Shintoismo, è una sacerdotessa. Non bisogna confondere una sacerdotessa (kannushi) da una miko. Il ruolo di miko, le cosiddette vergini, è solitamente assegnato per un determinato periodo a ragazze o adolescenti (di solito di sesso femminile), e di frequente si tratta delle figlie dei sacerdoti. Il compito del o della miko è quello di assistere i sacerdoti nei vari preparativi dei riti e delle feste, ruolo molto simile a quello dei chierichetti cristiani. Le miko sono contraddistinte dal caratteristico abito bianco e rosso.
Oggi il sacerdozio si può ottenere attraverso un sistema a seminari, frequenti in tutto il Giappone e spesso gestiti dai templi. Esistono anche corsi di sacerdozio shintoista in due università: l'università di Kokugakuin a Tokyo e l'università di Kogakkan nella prefettura di Mie, entrambe amministrate dalla Jinja Honcho. In aree di provincia è comune, in assenza di un sacerdote, assegnare annualmente la celebrazione dei rituali e delle festività a un membro della comunità, anche senza titolo sacerdotale.

Pratiche ed insegnamenti


La natura è sacra in ogni sua forma.

Vita dopo la morte
Secondo la fede Shintoista, lo spirito umano è eterno, proprio come i kami. Come nella maggior parte delle concezioni orientali l'aldilà è concepito dallo Shintoismo come una sorta di livello esistenziale superiore. Quando si muore dunque, per lo Shintoismo, si cambia semplicemente forma di esistenza, si accede ad un altro tipo di esistenza. Questa è la concezione più moderna.
Poiché lo Shintoismo è coesistito pacificamente con il Buddhismo per oltre un millennio è molto difficile separare le credenze buddhiste da quelle shintoiste. Si può dire che mentre il Buddhismo enfatizza la vita dopo la morte, lo Shintoismo enfatizza questa vita e la ricerca della felicità in essa, sebbene abbiano prospettive molto diverse sul mondo, la maggior parte dei giapponesi non vede alcuna necessità di riconciliare le due religioni e pertanto le pratica entrambe. Perciò è comune per molte persone praticare lo Shintoismo in vita ed essere comunque sepolte con un funerale buddhista.
Nello Shintoismo antico veniva ovviamente dato maggior peso alla mitologia. Si credeva in una serie di paradisi, già c'era quindi la concezione della pluralità esistenziale, anche se non espressa filosoficamente tra il popolo. Tra questi paradisi si annoverano: l'aldilà del cielo, l'aldilà Yomi, l'aldilà Tokoyo, l'aldilà delle montagne. Questi luoghi non sono descritti né come posti ameni né con caratteristiche infernali, ma come luoghi molto simili al mondo terrestre.

Etica
« La sincerità porta alla verità. La sincerità è saggezza, che unisce l'uomo e il divino in un tutt'uno. »
« Sii caritatevole con tutti gli esseri: l'amore è la prima caratteristica del divino. »
Lo Shintoismo presenta un'infinità di insegnamenti positivi, che nascono anche come conseguenze dei suoi precetti fondamentali. Una prima regola etica è sicuramente la disponibilità verso gli altri. La religione shintoista insegna che l'uomo deve sempre offrirsi per aiutare il prossimo, caritatevolmente, sinceramente e amorevolmente, per mantenere l'armonia e il benessere nella società. Conseguentemente lo Shintoismo incita al contenimento dell'egoismo e dell'egocentrismo, promuovendo invece l'umiltà.


La natura è eterna simmetria ed equilibrio.
« Non vi è posto per l'egoismo nello Shinto. »
Minamoto Yoshitsune:
« Ammettere uno sbaglio è il primo segno di una grande saggezza. »
Il culto shintoista pone, in generale, al primo posto l'interesse della comunità e il pubblico benessere. Ciò non significa che i diritti individuali e la famiglia siano ignorati. Al contrario, è sullo sfondo dei riti religiosi, come conseguenza delle azioni verso gli altri, che l'intimità, il carattere individuale di una persona e i suoi rapporti con il prossimo, sono ampiamente promossi.
Sebbene lo Shintoismo non abbia comandamenti assoluti al di fuori di vivere una vita semplice ed in armonia con la natura e le persone, si dice che ci siano Quattro Affermazioni che esprimono tutto lo spirito etico di questa religione:
La famiglia è il nucleo principale della vita di una persona, è il gruppo in cui e attraverso cui una persona cresce, e da cui eredita un approccio e una visione del mondo ben precisi. Di conseguenza a questa grande importanza, il nucleo familiare è un fondamento necessario al benessere dell'individuo, e come tale va tutelato ed in particolare mantenuto armonico.
La natura è sacra, in quanto espressione del divino; conservare un contatto con essa comporta il raggiungimento della completezza e della felicità, e significa mantenersi vicino ai kami. Come tale la natura va rispettata, venerata e soprattutto tutelata, poiché è da essa che deriva l'equilibrio della vita.
La pulizia è un componente essenziale dello Shintoismo, pulizia consente purezza, e la purezza è una delle massime virtù. La pulizia è essenziale per condurre una vita armoniosa: il fedele shintoista ne fa largo uso, sia su sé stesso che negli ambienti in cui vive; i templi shintoisti vengono tenuti sempre impeccabilmente puliti dai sacerdoti.
I matsuri sono i festival dedicati ai kami. In questi giorni il fedele shintoista prega nei templi, o nella propria casa. Per festeggiare le divinità, vengono allestiti feste, processioni e banchetti. I matsuri vengono organizzati dai templi o dalle comunità. Queste feste sono parecchie durante l'anno e vanno da quelle più importanti e nazionali a quelle dei piccoli paesi. I giorni normali sono chiamati ke ("giorno") e quelli di festa sono detti hare ("soleggiato" o semplicemente "buono").

Purificazione
Concetto di impurità
Secondo lo Shintoismo non c'è niente di peccaminoso di per sé, piuttosto certi atti creano un'impurità rituale che una persona dovrebbe voler evitare semplicemente per ottenere pace mentale e buona fortuna, non perché l'impurità sia sbagliata in sé stessa. Il male e gli atti sbagliati sono chiamati kegare (letteralmente "sporcizia"), e la nozione opposta è kiyome (letteralmente "purezza"). L'uccisione di un essere vivente, considerata come atto impuro, dovrebbe essere fatta con gratitudine e con riverenza nei confronti dell'animale e ridotta al minimo, praticata solo quando altamente necessario.


Fonte per le abluzioni al tempio di Itsukushima.
I giapponesi moderni continuano a enfatizzare grandemente l'importanza dell'aisatsu, l'insieme di frasi e saluti rituali. Prima di mangiare, molti giapponesi dicono itadakimasu ("ricevo umilmente [questo cibo]"), in modo da prestare un appropriato rispetto per chi ha preparato ed in generale per tutti quegli esseri viventi che hanno perso la loro vita per permettere quel pasto. La mancanza nel mostrare rispetto può essere considerata come un segno di orgoglio ed un'assenza di preoccupazione per gli altri. Questa attitudine è evitata, perché si pensa che possa causare problemi per tutti. Chi fallisce nel tenere in giusto conto i sentimenti delle altre persone e dei kami attrarrà su di sé la propria disgrazia. La peggior espressione di questa attitudine è lo sfruttare la vita degli altri per il guadagno o godimento personale. Si crede che le persone uccise per mano altrui provino urami ("rancore") e diventino aragami, spiriti potenti e malvagi che cercano vendetta. Per tutti questi motivi, nelle moderne aziende giapponesi, non viene intrapresa alcuna azione prima che venga raggiunto un consenso e una consapevolezza unanime.
I riti di purificazione sono una parte vitale dello Shintoismo e sono stati adottati anche nella vita moderna. Un rito di purificazione personale è legato all'acqua, elemento purificatore per eccellenza: consiste nel rimanere sotto una cascata o nell'eseguire delle abluzioni rituali alla foce di un fiume o nel mare, oppure semplicemente mediante le apposite fonti dei templi; quest'ultima pratica è richiesta quasi sempre prima dell'accesso al luogo sacro. Queste due forme di purificazione sono spesso dette #31059; harai. Una terza forma di purificazione è l'astensione da qualcosa, cioè un tabù (per esempio alle donne non venne permesso di scalare il Monte Fuji fino al 1868). I tabù sono pressoché scomparsi nello Shintoismo moderno. Tra le altre credenze vi è quella di non pronunciare parole considerate di cattivo auspicio ai matrimoni, come ad esempio la parola tagliare, o non partecipare ai matrimoni se di recente si è persa una persona cara.
Nelle cerimonie di purificazione vengono generalmente utilizzati vari elementi simbolici, tra i quali spiccano la già citata acqua, il sale e la sabbia. Gli atti generali di pulizia sono chiamati misogi, mentre in specifico, la purificazione personale all'ingresso dei templi, che consiste nel lavarsi mani e bocca, è chiamata temizu o anche imi. Un rituale misogi ancora oggi molto praticato è quello che consiste nel gettare acqua nei dintorni della propria casa, per ottenerne la purezza.
I riti di purificazione sono sempre il primo atto di una qualsiasi cerimonia religiosa, e vengono praticati anche per benedire avvenimenti importanti. Per esempio i nuovi edifici costruiti in Giappone vengono spesso benedetti da un sacerdote shintoista, come vengono benedetti anche i nuovi aerei o le nuove automobili. Questo tipo di rituale purificatorio è chiamato jichinsai. Addirittura un rito di questo tipo venne tenuto nel 1969 per benedire la missione sulla Luna dell'Apollo 11.
Il sale è, dopo l'acqua, l'altro elemento importante nei rituali di purificazione. Le cerimonie legate al sale vengono genericamente chiamate shubatsu. Vi sono varie cerimonie in cui il sale viene sparso in un determinato luogo per eliminare le impurità, chiamate maki shio (letteralmente "sale sparso"). Di solito all'ingresso delle case vengono posti dei contenitori di sale, chiamati mori shio, che si crede abbiano l'effetto di purificare chiunque entri nell'abitazione. Il maki shio è praticato nelle case, e anche, alternativamente o insieme all'acqua, prima della costruzione di un edificio. Il sale viene offerto simbolicamente anche alle divinità, ponendolo sugli altarini domestici kamidana (vedere la sezione sul culto domestico).
Venerazione [modifica | modifica sorgente]
« Una preghiera sincera giunge al cielo. Una preghiera sincera realizzerà sicuramente la divina presenza. »
« Il primo e più sicuro passo per entrare in comunione con il divino è la sincerità. Se si prega una divinità con sincerità, si riesce a percepire la divina presenza. »
La venerazione, nello Shintoismo, ha una valenza molto profonda ed è considerata un atto puro e sincero. Il rito shintoista tende a soddisfare i sensi dell'uomo e ad armonizzare e pacificare la mente. Ciò è favorito dalla forte estetica del rito stesso, caratterizzata da immagini, suoni e profumi. Le cerimonie sono dunque innanzitutto volte a manifestare riverenza e ammirazione nei confronti della grandezza infinita dei kami, ma anche, e non da meno, lo scopo delle cerimonie è quello di rendere l'uomo cosciente della verità che lo circonda, facendone scaturire pace e armonia.

Culto templare
Nello Shintoismo moderno il cuore del culto è sicuramente il tempio (jinja), in cui si celebrano numerose cerimonie e pratiche. Non c'è un giorno preciso della settimana in cui si svolgono le cerimonie, i templi sono infatti costantemente aperti e disponibili per i fedeli, che possono recarvisi per pregare gli dèi e fare offerte in qualsiasi momento desiderino. Gli spazi sacri tendono ad essere particolarmente affollati soprattutto nei giorni in cui cadono i matsuri, ovvero i festival nazionali. Il tipo di preghiera con cui il fedele cerca un contatto con i kami non segue regole specifiche, ognuno può infatti avere un approccio totalmente personale alla venerazione. Generalmente, nei giorni non festivi, ci si reca al tempio chiedendo agli dèi protezione costante sulla famiglia, fortuna per superare esami scolastici, e ovviamente molto altro.
La venerazione corrisponde sempre ad un contatto con il mondo naturale, che rende i templi oasi di pace all'interno delle caotiche città. Il culto templare sottolinea l'appartenenza dell'uomo all'universo di cui è parte. I riti aiutano il fedele a comprendere la via che deve intraprendere nella vita, gli offrono forza e sostegno per superare le difficoltà e sostengono la sua visione spirituale del mondo, tra sacralità e purezza. L'estetica del tempio, sostanzialmente, è un elemento fondamentale per la preghiera e la venerazione, è un tutt'uno con esse. Il tempio è infatti considerato un edificio mistico, un luogo in cui è possibile trovare un contatto e respirare la sacralità del mondo, che il luogo sacro in un certo senso canalizza.
I rituali collettivi sono organizzati dai sacerdoti. Questi rituali sono molto precisi e dettagliati, rappresentano infatti l'equilibrio del mondo, e con un tale significato vanno rispettati nella loro interezza. Il modello rituale divenne comune a tutti i templi nel corso del XIX secolo. Oggi, la Jinja Honcho, nella sua costante opera di modernizzazione dello Shintoismo, sta introducendo nuovi modelli rituali, più adatti all'era moderna.

Culto domestico
La venerazione non deve essere un atto esclusivamente pubblico, è infatti spesso praticata anche tra le mura domestiche. È comune allestire degli altarini, chiamati kamidana (letteralmente "mensola dei kami"), su cui comunemente viene posizionato uno specchio, l'oggetto che meglio consente di dare una rappresentazione dei kami. È possibile inoltre aggiungervi oggetti sacri come ad esempio amuleti, acquistabili presso i templi. L'altare è utilizzato per offrire preghiere e incenso alle divinità, oltre ad una serie di elementi tradizionali tra cui: il sale, l'acqua e il riso.

Luoghi naturali
In alternativa a templi ed altari domestici, un luogo considerato sacro, a volte addirittura più degli edifici costruiti dall'uomo, è la natura stessa. Montagne, laghi, isole, scogliere, spiagge, foreste, prati; in quanto questi ambienti incontaminati sono la massima espressione del divino, rappresentano una delle vie per giungere alla contemplazione del sacro e alla percezione della dimensione divina dell'universo.


Origami votivi in un tempio.
Offerta
Un'offerta, nello Shintoismo, è un rituale simbolico che consente di donare qualcosa agli dèi, mettendosi in contatto con loro. Ci sono vari tipi di offerta, anche se i più comuni sono gli ema e gli origami.
Gli ema (#32117;#39340;) sono generalmente atti di donazione da parte dei fedeli ai templi. In epoca medievale i ricchi potevano donare dei cavalli ad un tempio, specialmente quando richiedevano l'aiuto della divinità (ad esempio per vincere in battaglia). Per favori di entità minori divenne costume donare la pittura di un cavallo in forma simbolica, e questi ema sono popolari anche oggigiorno. Il fedele può acquistare al tempio una tavoletta di legno con sopra l'immagine di un cavallo, o di altri elementi (simboli dello zodiaco cinese, persone o oggetti associati al tempio, e altro), vi scrive sopra un desiderio o una preghiera e l'appende ad una bacheca nel tempio. In alcuni casi se il desiderio si avvera o la preghiera viene soddisfatta ne appende un altro come ringraziamento. In molti templi è consueto anche offrire origami.
Concezione di divinità [modifica | modifica sorgente]

Lo Shintoismo è una religione cosmica. Con questa definizione si intende affermare che si tratta di una religione che vede tutto il cosmo, ovvero tutto ciò che esiste, come pura manifestazione del divino, è dunque una religione dai caratteri panteistici. Nella religione shintoista ogni cosa è sacra poiché la materia stessa che costituisce tutte le cose che esistono ha un fondamento divino. In primo luogo dunque la principale forma di entità divina è l'esistenza stessa, la natura, qualunque essa sia. Procedendo su questo piano, e affermando le forti basi animistiche su cui si basa, si può dire che lo Shintoismo insegna che ogni cosa è detentrice di una forza divina, una divinità, uno spirito che la presiede e ne forgia l'esistenza.

Energia cosmica
Nella cosmologia shintoista tutto l'esistente è pervaso da un'energia primordiale, che alimenta e compone tutta la materia e tutte le sue manifestazioni, è il Musubi. Questa forza mistica è paragonabile al Tao del Taoismo, un'energia cosmica che dà origine al tutto e causa l'evoluzione del tutto, attraverso l'eterno ciclo dell'esistenza. Esso è il legame intimo che c'è tra tutte le cose, l'elemento comune a tutto ciò che fa parte del cosmo. Il Matsubi è inoltre la forza armonica e universale che lega indissolubilmente il mondo fisico umano al mondo spirituale degli dèi, i kami.


Il Tomoe, simbolo della trinità shintoista.
Come la maggior parte delle tradizioni orientali, anche lo Shintoismo è una religione ciclica. Nello Shintoismo l'esistenza, in tutte le sue forme, si origina innanzitutto dall'esprimersi del principio cosmico in una dualità, due forze polarmente opposte, il principio negativo In e il principio positivo Yo, corrispondente al rapporto di Yin e Yang della cosmologia taoista. Dall'avvicendarsi di queste due forze primordiali e opposte scaturisce tutta l'esistenza, sia essa fisica e materiale sia spirituale. I kami, come gli uomini, hanno origine dallo scontro eterno tra queste due polarità.
Nella versione mitologica della cosmologia, le due divinità primordiali Izanami e Izanagi, corrispondono ai due principi In e Yo.

Andrea Albergo
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Messaggio  Andrea Albergo Dom 20 Apr 2014, 20:41

Trinità shintoista
Parlando di trinità shintoista una cosa assolutamente sbagliata è pensare ad un concetto trinitario analogo a quello del Cristianesimo. Si può dire che la trinità shintoista non sia altro che il frutto del rapporto cosmico tra i due poli primordiali dell'energia. Di questa triade fanno parte i suddetti In e Yo (i due poli), corrispondenti ai principi taoisti Yin e Yang, e una terza parte, chiamata in cinese Yuan. Questa terza parte rappresenta ciò che nasce dall'interazione dei due principi primordiali, simboleggia i fenomeni e le manifestazioni prodotti dall'eterna interdipendenza di essi. Rappresenta, più sinteticamente, la terza fase della cosmologia shintoista, seguente a quella della bipolarità, ovvero la manifestazione dell'energia cosmica. Questa manifestazione finale che scaturisce dall'interazione eterna delle due forze primordiali è la natura dell'universo, la sua esistenza stessa, la sua vita, il suo continuo progredire in cicli eterni, nonché la sua molteplicità, sia essa spirituale, manifesta attraverso gli dèi del cosmo, i kami, sia essa fisica, ossia corrispondente al livello esistenziale umano.

Misticismo della natura
Uno scrittore nato in Galles, trasferitosi poi sulle alture di Kurohime in Giappone, scrisse di un'esperienza in Africa, quando fu condotto da un cacciatore locale in un luogo considerato sacro dai Pigmei, nella foresta pluviale dello Zaire. L'episodio è il seguente:
« Lì trovammo una caverna, circondata da alti alberi. Si poteva udire solo il canto degli uccelli, il muoversi delle scimmie tra le fronde degli alberi e lo scrosciare di una cascata. Era un luogo meraviglioso. Il basso cacciatore dalla pelle bruna che ci aveva guidato in quel posto indossava solo un gonnellino a cinta, un arco e delle frecce avvelenate. Strappò un fiore e se lo mise tra i capelli. Qualcuno chiese: "Come fai a sapere che il divino è qui? Puoi vedere qualcosa di divino?" Pensai che non avesse senso fare una domanda simile, ma il cacciatore rispose con un sorriso: "Non posso vederli, ma so che gli esseri divini sono intorno a noi". »
Questa citazione è una vivida rappresentazione dell'essenza della fede shintoista, ovvero un grande amore e riverenza per la natura, in tutte le sue possibili manifestazioni. Lo Shintoismo infatti colloca la natura in una particolare luce, ogni cosa è di per sé sacra, ogni essere vivente e ogni roccia nell'universo. La natura è considerata sacra in quanto manifestazione della forza dei kami e dimora eterna di essi stessi. Nella visione shintoista valli, montagne, abissi, foreste, fiumi, persino le città e le foreste artificiali ripiantate dall'uomo sono delle manifestazioni dell'essenza divina dell'universo, in quanto la materia stessa di cui ogni cosa è costituita ha una base, un fondamento divino.


Un'oasi naturale a Tokyo.
È per questo motivo che nello Shintoismo spicca l'importanza assoluta della natura, che ha portato all'usanza di costruire templi soprattutto nel cuore di boschi e zone di pace e silenzio meditativo. Un filosofo spagnolo scrisse:
« Lo spettacolo più stupefacente di tutte le meraviglie del Giappone è la spontaneità e la dimensione naturale della sua religione, caratterizzata dai templi immersi nel verde, quasi ad indicare che il luogo migliore nel quale andare a cercare il divino, non è altro che il mondo intorno a noi. »
Un contesto religioso di questo genere risulta incredibilmente adatto alla mentalità moderna dell'uomo. Mentre infatti si tende sempre di più a diffidare del trascendente, cresce un tipo di teologia che vede come divina la materia stessa che costituisce tutte le cose, in quanto generata dalle grandi energie divine che pervadono tutto l'universo. È in questo modo che lo Shintoismo sopravvive in un Paese costellato da tecnologie avanzatissime tra cui i robot, sempre più diffusi. In una visione del mondo in cui ogni cosa che esista si ritiene abbia uno spirito, infatti, anche un robot deve conseguentemente averne uno. Questo spirito non è da intendere nel senso cristiano del termine, poiché questa essenza divina di un robot non è altro che parte della matrice divina che genera tutte le manifestazioni dell'universo. Detto più semplicemente, lo spirito del robot è contenuto nella materia stessa di cui il robot è costituito, poiché la materia stessa è generata dal divino.
La scienza moderna è arrivata a scoprire che gli atomi sono costituiti da ulteriori particelle subatomiche, queste particelle subatomiche generano attività muovendosi da una polarità positiva ad una negativa, corrispondenti alle due polarità che danno origine a tutte le manifestazioni dell'universo nelle filosofie legate al concetto di Yin e Yang.

Kami

Concetto base
« Tutto ciò che c'è di maestoso e solenne, che possiede le qualità dell'eccellenza e della virtù ed ispira un sentimento di meraviglia, è considerato kami »
(Motoori Norinaga)
I kami, termine tradotto in genere con "dèi", "divinità", sono le entità spiritiche che popolano tutto l'universo, sono gli spiriti della natura, e si esprimono attraverso essa. Per il fedele shintoista una cascata, la Luna o semplicemente una roccia, possono essere considerati come espressione dei kami ed elementi mistici in grado di porre in contatto con la sfera divina. Anche semplici forze, ovvero i cicli che regolano l'universo, come la fertilità o la crescita, possono essere visti come manifestazione delle impercettibili forze divine che popolano la natura.
I kami sono stati definiti anche con il termine li, ovvero "intelligenze innate", oppure "principi". Questa miriade di definizioni sta ad indicare la complessità nel dare una spiegazione al concetto stesso di divinità shintoiste. Spesso è utilizzato anche il termine cinese shen ("esseri di luce", "divinità"), forma più originale di shin, la radice della parola Shinto (etimologia completa spiegata nell'introduzione).
I kami non sono dunque divinità trascendenti; sebbene siano impalpabili, popolano lo stesso universo in cui si trova l'uomo, si trovano solo ad un livello esistenziale superiore. Nel tempo l'immagine dei kami è andata a caratterizzarsi, tanto che è comune trovarli rappresentati in forma antropomorfa, e circondati da ampi corollari mitologici; tuttavia il messaggio essenziale è rimasto invariato, le raffigurazioni sono solo delle maschere, volte a rendere concepibili all'uomo concetti così complessi. È molto frequente, infatti, in particolare nello Shintoismo moderno, l'utilizzo di uno specchio per rappresentare le divinità. Questa è la migliore raffigurazione che possa far comprendere all'uomo moderno un concetto così profondo. Lo specchio sta infatti ad indicare che ogni cosa riflessa da esso è incarnazione e manifestazione degli dèi. In alternativa, come raffigurazione, vengono anche utilizzate composizioni geometriche di carta o di stoffa.
I kami sono collettivamente chiamati Yaoyorozu no Kami (#20843;#30334;#19975;#12398;#31070;? letteralmente "otto milioni di kami"). Il nome arcano Yaoyorozu ("otto milioni") non è il numero esatto, ma piuttosto un modo simbolico di indicare l'infinito in un'epoca in cui questo concetto non esisteva. Il kami più importante, e certamente il più invocato e venerato è la dea del Sole Amaterasu. Il tempio principale a lei dedicato è situato a Ise e ad esso sono affiliati numerosi templi minori.

Kami particolari

Nella classificazione kami possono essere inclusi anche altri tipi di spiriti, ed entità:
Dosojin: i dosojin o sai no kami o ancora dorokujin, sono le divinità delle strade e dei sentieri, ovviamente più in senso metaforico che in senso lato, quindi strade è da intendere anche come i sentieri della vita, le direzioni e le scelte che la caratterizzano. I luoghi in cui si dice siano soliti manifestarsi sono contrassegnati da pietre o sculture, poste ai lati delle strade, oppure agli incroci o in prossimità dei ponti. In qualità di divinità patrone dei confini, i dosojin si dice proteggano dagli spiriti maligni e da catastrofi o incidenti stradali. Le pietre di segnalazione dai luoghi in cui presenziano rappresentano solitamente piccoli esseri antropomorfi, o in alternativa possono essere semplici pietre con inscrizioni. In alcuni paesi si ritiene che i dosojin siano manifestazioni del kami della fertilità, in altri casi del kami patrono dei bambini. I popolari festival del fuoco del Giappone, che si tengono il 15 gennaio di ogni anno, sono conosciuti con il nome di festival dei dosojin. L'usanza prevede che in questa giornata vengano bruciati tutti gli ornamenti, i talismani e altre decorazioni utilizzate nei templi durante la festa del Nuovo Anno. Le decorazioni, solitamente di bambù e carta, vengono gettate nel fuoco per propiziare salute e ricchezza per l'anno appena iniziato. Questa tradizione legata al fuoco ha molti nomi, tra cui Sai no Kami, Sagicho e Dondo Yaki. La tradizione vuole che dal crepitio delle fiamme si riesca ad interpretare se l'anno sarà ricco e prospero. L'origine delle pietre dosojin si è persa nelle nebbie del tempo. Tradizioni simili si possono comunque riscontrare nel mondo buddhista (nello stesso Giappone i dosojin in stile buddhista sono detti jizo), la tradizione stessa delle pietre di segnalazione di spiriti nei pressi delle strade è rintracciabile ad esempio in India, dove il Buddhismo nacque all'incirca nel 500 a.C. Il Buddhismo fu introdotto in Giappone solo nel VI secolo dopo Cristo, e con esso probabilmente la tradizione dei dosojin.
Ujigami: gli ujigami (#27663;#31070;, letteralmente "kami con un nome") sono kami particolari, che si ritiene siano protettori di una specifica località o un singolo paese e in molti casi si tratta degli spiriti dei fondatori del paese stesso. I membri della comunità che venera un ujigami sono solitamente chiamati ujiko (anche se questo nome spesso sta ad indicare il gruppo di persone addette alla manutenzione dei templi di provincia). Queste caratteristiche rendono il culto degli ujigami molto simile a quello dei santi cristiani.
Mizuko: i bambini che muoiono in età infantile senza essere stati aggiunti alle liste di un tempio (vedi la sezione culto templare), divengono mizuko (letteralmente "bambino d'acqua") e si ritiene che causino problemi e pestilenze. I mizuko vengono spesso adorati in templi specifici con lo scopo di placare la loro rabbia e tristezza. Questi templi sono diventati più popolari nel Giappone moderno con l'aumento degli aborti.
Spiriti ancestrali: lo Shintoismo insegna che ogni essere vivente possiede una propria anima, chiamata reikon che, con la morte assume uno status simile a quello dei kami. Coloro che muoiono senza problemi e in felicità divengono spiriti ancestrali, festeggiati nel giorno di Obon. Essi possono essere pertanto venerati come tenjin ("spiriti celesti"), e può essere loro richiesta protezione sulla famiglia e sulle vicende ed attività familiari; un'usanza molto simile, dunque, a quella di molte altre grandi religioni. Per persone molto eminenti e sagge può essere edificato anche un tempio, pratica comune se il defunto era particolarmente popolare.
Yurei: gli yurei sono i fantasmi. Mentre le anime felici diventano spiriti ancestrali, chi muore infelice o di morte violenta si sostiene divenga un fantasma, uno degli stati spirituali più vicini a quello umano sia per lo Shintoismo che per il Buddhismo. Il termine yurei significa letteralmente "fantasmi tormentati", perché questi spiriti tenderebbero a causare problemi.
Spiriti zoomorfi: la maggior parte dei templi shintoisti, presenta ai lati dell'ingresso due statue raffiguranti creature dall'aspetto di cani-leoni, sono i cosiddetti komainu, raffiguranti gli spiriti guardiani del tempio che tengono lontane le entità maligne. I templi dedicati ad Inari fanno eccezione, sono infatti tipicamente guardianati da tanuki (animali simili ai procioni in grado di trasformarsi in uomini) e uccelli antropomorfi chiamati tengu. Ovviamente nel tempo sono nate molte varianti, si possono trovare ad esempio anche spiriti dall'aspetto di scimmie. Ad ogni modo tutti questi spiriti sono collettivamente chiamati Henge, che significa "muta-forma", poiché si crede che possano assumere sembianze umane. La tradizione di questi spiriti guardiani è rintracciabile anche nelle tradizioni buddhiste e taoiste. Vi sono centinaia di leggende che narrano di incontri tra umani e queste creature magiche, considerate a volte benefiche e a volte malefiche. Fanno parte di questa categoria anche i due kami zoomorfi più comuni, il kappa e il drago.
Forze della natura: anche alcune forze ed elementi della natura, sono considerate manifestazioni della matrice divina di tutto l'universo. Queste forze possono includere quelle rappresentate dai vulcani, come ad esempio il Monte Fuji, caratterizzato dalla sua dea protettrice. Oltre ad essi ogni luogo particolare, come ad esempio una scogliera, una cascata, un lago, vengono visti dai fedeli shintoisti come luoghi di intenso potere spirituale.


Oni, demoni maligni.
Yokai: il termine è solitamente tradotto con demoni. È una categoria non molto definita, che a volte può sconfinare nelle altre. Generalmente si tratta di esseri che abitano una dimensione molto vicina a quella umana. Si dice che la maggior parte di essi eviti l'incontro con gli uomini, anche se esistono eccezioni. Gli yokai sono generalmente associati al fuoco e all'estate, poiché verrebbero attirati dal calore. Sono rappresentati, di solito, con aspetto grottesco e terrificante.
Inutile non dire che la credenza in queste manifestazioni spirituali abbia fortemente influenzato la moderna industria degli Anime, i cartoni animati giapponesi. In essi si possono riscontrare centinaia di personaggi e spiriti ostensivamente ispirati ai kami e agli spiritelli della religione shintoista.

La questione dell'imperatore

Va detto sin dal principio che la venerazione dell'imperatore non era prevista nello Shintoismo precedente alla Restaurazione Meiji (o comunque era molto meno enfatizzata), ma introdotto da quest'ultima per rafforzare il potere imperiale. Il culto dell'imperatore è crollato insieme al crollo dello Shintoismo di Stato con la fine della seconda guerra mondiale.
Il Tenno (imperatore) venne considerato essere il discendente di Amaterasu e padre di tutti i Giapponesi ed era pertanto un kami sulla Terra (un ikigami o "kami vivente"). Con la Restaurazione Meiji il culto venne reso popolare, ma precedentemente i governatori militari (Shogun) erano riusciti più volte ad usurpare il potere, nonostante l'imperatore venisse sempre visto come il vero governatore del Giappone anche nei periodi in cui la carica fu solo simbolica. Sebbene Hirohito rinunciò al suo status divino nel 1946, sotto pressioni americane (Ningen sengen), la famiglia imperiale rimase profondamente coinvolta nei rituali shintoisti che unificano simbolicamente la nazione giapponese (Shintoismo imperiale). Questa dichiarazione, pur essendo stata emanata per ragioni politiche, è religiosamente parlando priva di significato ed indicò soltanto la fine dell'imposizione dello Shintoismo di Stato.

Simbologia


Torii
Il torii è per antonomasia il simbolo universalmente riconosciuto dello Shintoismo. Rappresenta i portali che danno accesso ai templi o ad una qualsiasi zona naturale considerata sacra. Il torii è un simbolo di misticismo. Esso rappresenta l'eterna interazione, poiché immedesimazione, del mondo umano con il mondo divino. Attraversare un torii significa rivitalizzare i sensi spirituali e rinnovare di continuo la partecipazione alla vita, all'universo intero e alla propria esistenza soggettiva.
L'origine di questo simbolo è pressoché sconosciuta, alcuni la ricollegano al mito in cui Amaterasu si nascose in una caverna per sfuggire a Susanoo, altri ne vedono l'origine analizzando l'etimo della parola. Torii è infatti composto da tori, che significa uccello con l'aggiunta di una i finale. Secondo questa spiegazione i primi torii erano volti ad ospitare gli uccelli, considerati particolarmente importanti dalla religione shintoista poiché simboleggianti il contatto tra la Terra e il cielo, metafore rispettivamente del mondo umano e di quello divino.

Tomoe
Il Tomoe, detto anche Yin-Yang-Yuan o Triplo Taijitu, è il simbolo della triplicità dell'energia cosmica shintoista (vedi il paragrafo sulla trinità shintoista). Due delle tre parti rappresentano i due principi polari, Yin e Yang, la terza parte rappresenta l'universo, ovvero tutte le manifestazioni che scaturiscono dai due principi primordiali.
Esistono molte varianti del Tomoe, data la grande diffusione che ha avuto il simbolo, che oltre a caratterizzare lo Shintoismo è entrato a far parte anche della simbologia buddhista. La versione più diffusa è quella prettamente tripolare (Mitsu Tomoe), in linea alla cosmologia shintoista. Si definisce tuttavia Tomoe, anche il simbolo tipicamente in stile giapponese ma bipolare, assimilabile quindi al Taijitu taoista. L'aspetto di quest'ultimo ha fortemente influenzato lo stile della versione cinese del Tomoe (Yin-Yang-Yuan).

Corda sacra
La corda sacra, in giapponese detta shimenawa (#27880;#36899;#32260;), a volte abbreviato in shime, è una composizione che appare molto spesso nei templi shintoisti e nei luoghi sacri. Ad esempio viene frequentemente appesa all'asta orizzontale dei torii per incrementarne il significato sacro, oppure la si può trovare legata al tronco di un albero, o attorno ad una roccia, poiché considerati espressione delle potenze spirituali.
Lo shimenawa consiste in una treccia di paglia di riso, alla quale vengono appese strisce di carta, i cosiddetti gohei (#24481;#24163;), che come già detto precedentemente sono, dopo lo specchio, l'elemento più utilizzato per raffigurare le divinità. La parola shimenawa è composta da tre kanji di cui l'ultimo è nawa (che letteralmente vuol dire "corda"), mentre gli altri due corrispondono approssimativamente ai termini "scrosciare" (sosogu) e "serie", "gruppo", "raccolta" (ren). La parola shimekazari (#27880;#36899;#39166;#12426;) indica invece l'insieme di decorazioni realizzato con più shimenawa (kazari significa appunto decorazione).

Maneki neko o Gatto della fortuna
Per approfondire, vedi Maneki neko.
« Nel Diciassettesimo secolo, in un tempio di Tokyo, viveva un monaco poverissimo, costretto a dividere il suo cibo con un gatto Tama. Un giorno, durante una tempesta, un ricco signore si fermò sotto un albero del tempio per ripararsi dalla pioggia. Mentre aspettava la fine della tempesta, vide un gatto, che con la zampa, lo invitava a seguirlo verso il tempio. L'uomo si alzò per seguire il gatto e proprio in quel momento un fulmine colpì la pianta. Da quel giorno l'uomo divenne amico del monaco e del gatto, che non dovettero più vivere in povertà. Quando il gatto Tama morì fu seppellito nel tempio di Goutokuji. »
Questa è sicuramente la più popolare delle leggende che avvolgono la figura del Maneki neko (#25307;#12365;#29483;), letteralmente gatto che invita, all'estero chiamato anche gatto della fortuna. In ognuna di queste leggende ci sono comunque dettagli similari, in particolare il salvataggio di qualcuno da parte di questo gatto. Da leggenda popolare il Maneki neko è ben presto diventato uno dei simboli più popolari del Giappone, e seppur di origine buddhista, le sue raffigurazioni sono usate come amuleto anche nella religione shintoista. È molto frequente, in Giappone, imbattersi in queste raffigurazioni feliniformi in qualsiasi tipo di ambiente, case, ristoranti, alberghi, centri commerciali.


Amuleto Maneki neko.
Si crede che questo amuleto abbia poteri mistici e capacità di protezione nei confronti dell'ambiente in cui si trova, portando salute, fortuna e denaro. La figura del Maneki neko risalirebbe al XIV o XVII secolo, e avrebbe avuto origine ad Osaka, anche se tradizioni precedenti potrebbero risalire addirittura a millenni fa, quando i primi gatti furono importati in Giappone attraverso la Cina dai coltivatori di bachi da seta.
Data l'antica origine della credenza nel Maneki neko, ne esistono migliaia di tipologie diverse, modellate nelle forme più originali ed utilizzando i materiali più vari; solo l'impostazione è sempre la stessa: un gatto seduto con una campanella allacciata al collo e una zampa sollevata in segno di saluto. Interessante è la posizione delle zampe, infatti sebbene le rappresentazioni con la zampa sinistra sollevata siano più comuni di quelle con la zampa destra alzata, la ragione esatta della differenza non è chiara. Alcuni ritengono che la zampa sinistra sollevata significhi denaro e fortuna, mentre la destra significhi salute. Altri sostengono che la sinistra propizi gli affari e la destra la famiglia.
Il gatto è anche rappresentato in una vasta gamma di colori, ognuno dei quali ha un suo significato. Quello più comune è il bianco, che significa già di per sé buona fortuna. Il business di questi amuleti ha una forte importanza nel Giappone moderno, ed esistono laboratori di artisti specializzati nella produzione delle statuette.
Il Gatto della Fortuna è presente anche nei Pokémon: la mongolfiera del Team Rocket, infatti, assomiglia a Meowth, un Pokémon felino, con la tipica zampa sollevata.

Templi

Per approfondire, vedi Jinja.
La pratica della costruzione di templi shintoisti, in giapponese jinja o jingu, ebbe origine con l'introduzione del Buddhismo, probabilmente ad imitazione dei templi di quest'ultima tradizione. Il rito shintoista infatti, in origine, veniva praticato all'aperto, di solito con piccoli reliquiari mobili o in aree chiamate miya. Ovviamente era possibile trovare eccezioni, templi fissi, i primi dei quali sono identificabili come la forma primordiale di architettura scintoista.
Stili
Il tempio si è poi adattato a differenti stili architettonici, oltre a quello buddhista assorbì anche caratteristiche degli stili taoista e confuciano. Oggi si possono trovare templi manifesto di ognuno di questa miriade di stili, da quello utilizzato nella maggior parte dei templi, allo stile del tempio di Ise caratterizzato dai tetti in paglia, allo stile moderno. Nell'apparente caos stilistico lo Shintoismo mantenne le sue regole di costruzione più originali, in particolare i materiali utilizzati, la disposizione dei locali del tempio e gli ornamenti simbolici. Caratteristica comune a tutti i templi tradizionali è l'utilizzo di materiali da costruzione naturali, il legno in primis, sebbene con l'importazione degli stili architettonici cinesi si ebbe una discreta diffusione dell'utilizzo della pietra, oltre all'introduzione della pittura e della scultura. Il Buddhismo oltre all'architettura influenzò anche i rituali shintoisti e le raffigurazioni divine, infatti in epoca medievale avvenne un'esplosione di raffigurazioni shintoiste con marcati caratteri buddhisti.
Oggi sebbene la maggior parte dei nuovi templi tenda a rispettare gli stili tradizionali, altrettanto spesso si tende a sviare, sperimentando e proponendo nuovi stili architettonici, con la costruzione di templi decisamente futuristici, caratterizzati dall'utilizzo di materiali come l'acciaio, il cemento e il vetro.

Locali
Il tempio shintoista ha una struttura ben precisa. È sempre suddiviso in una serie di locali caratterizzati ognuno da una specifica funzione:
Honden: il sancta sanctorum, è la zone più esclusiva del complesso templare, si tratta infatti del locale più sacro, che ospita la raffigurazione della divinità. Spesso questa zona è chiusa al pubblico e solo i preti possono averne accesso, per compiere i riti di purificazione.
Haiden: la "sala della preghiera o "oratorio" è la zona in cui i fedeli possono recarsi a pregare e dove si tengono alcune cerimonie. È completata solitamente da panche e sedie, come in un tempio cristiano. Non è tuttavia la sola zona in cui si prega, infatti in templi speciali come quello di Ise, sia preti che laici offrono le loro preghiere sedendosi all'esterno, nei giardini del tempio.
Heiden: è la "sala delle offerte". Non è presente in tutti i templi in quanto ognuno di essi tramanda propri riti per celebrare le offerte. Queste offerte sono simboleggiate da vivande, che possono essere disposte su tavoli, appese, sparse nei boschi o nell'acqua. In alcuni templi le offerte vengono accumulate negli heiden.
Chokushiden: si tratta di una sala speciale dove si tiene la cosiddetta "comunione dei cibi", in giapponese ainame, durante la quale i fedeli mangiano le offerte stesse fatte alle divinità. Questo rituale simboleggia l'unione mistica tra l'uomo e il kami, permessa dal cibo, che viene assunto simbolicamente da entrambi.
Altre sale: il tempio ospita spesso anche sale utilizzate per le pratiche rituali legate alla musica e alla danza. Furono introdotte nel periodo medievale. Sono solitamente due, collocate simmetricamente a destra e a sinistra della sala principale. Musica e danza sono considerati importanti, poiché si dice favoriscano l'armonia tra l'uomo e i kami.

Area d'ingresso
L'area d'ingresso di un tempio shintoista è nella quasi totalità dei casi contrassegnata dalla presenza di un torii. Il nome (che letteralmente significa "dove risiedono gli uccelli") indica il classico portale mistico che segnala l'entrata nell'area sacra, che oltre ad un tempio può essere una qualsiasi zona naturale caratterizzata da una forte bellezza e singolarità. Un torii è costituito da due pilastri verticali che ne sostengono due orizzontali, e completato da una tavoletta centrale, tra le due aste orizzontali, che solitamente riporta il nome del tempio, dell'area sacra o una frase particolarmente significativa. L'origine di questa struttura è pressoché sconosciuta e si perde nella leggenda (vedi il paragrafo nel capitolo sulla simbologia per approfondire).


Torii del tempio di Itsukushima.
Si tratta di un simbolo molto semplice, ma dai significati estremamente profondi, esso simboleggia principalmente il cancello che separa il mondo fisico dal mondo spirituale. Il torii è tradizionalmente costruito in legno e dipinto di colore rosso vermiglio. Ovviamente con il tempo, e in particolare nella modernità si sono presentate numerose varianti, tra cui la pietra e ancor più di recente il metallo.

Bosco sacro
Inizialmente i templi shintoisti venivano edificati in zone incontaminate e isolate dai centri abitati. Sebbene con la grande urbanizzazione del Giappone, oggi, i nuovi templi (in particolare quelli piccoli) non abbiano più la caratteristica di essere immersi in boschi verdeggianti, i luoghi di culto principali tendono invece a conservarla. Questa tradizione va ricollegata senza dubbio alla sacralità della natura e al posto prominente che essa deve mantenere nella vita umana, per permettere all'uomo di rimanere sempre in equilibrio con il mondo. I giardini circondanti i templi sono parte fondamentale della religione shintoista, protettrice della natura in quanto divina. I boschi evocano quel tipo di armonia con il mondo e con il divino che l'uomo tecnologizzato tende sempre più a dimenticare. Subito dopo aver attraversato la prima tappa rappresentata dal torii, nei grandi templi, si accede immediatamente al bosco, attraversato di solito da un sentiero chiamato sando.
Il sando, che attraversa la zona boschiva e conduce alla struttura templare, è molto più di un semplice camminamento, rappresenta infatti un cammino mistico. Riflette il sentiero che l'uomo deve compiere per giungere alla comprensione del divino, ovvero intraprendere un passaggio attraverso la natura, unico vero mezzo per conoscere quale sia il mistero della vita. Il sando è un cammino rituale, che il fedele intraprende per giungere alla purificazione e liberare la mente, in modo da raggiungere la contemplazione e la venerazione dei kami con la spontaneità più pura possibile. Ai lati del sando, che spesso può essere anche una scalinata, sono poste di frequente statue di animali sacri, o lanterne di pietra, che dividono il percorso in una serie di tappe. È comune anche che il sando, in certi templi, attraversi un ponte, chiamato shinkyo. La traversata del ponte — e quindi dell'acqua — simboleggia la purificazione.


Ogni fenomeno naturale è espressione delle forze che governano l'universo.
Il Giappone è uno dei Paesi più industrializzati al mondo: dire che il sessantasette per cento del suo territorio è ancora coperto da foreste sembrerebbe un paradosso, eppure si tratta della realtà. Probabilmente il Giappone, più che alla geografia territoriale e al carattere montagnoso, deve proprio alle sue tradizioni e ai suoi valori religiosi questo interessante ossimoro, un modello che di certo dovrebbe essere preso maggiormente in considerazione.
Data la radicata credenza nella sacralità dell'universo i templi rappresentano in un certo senso un microcosmo, una piccola riproduzione degli elementi naturali nella loro essenza: il giardino rappresenta i boschi e le foreste di tutto il mondo, la fonte per le abluzioni il fiume, le pietre nei giardini rappresentano le montagne e infine gli stagni, rappresentano i mari e i laghi.

Conversione

L'espressione conversione allo Shintoismo non è poi così appropriata, difatti per diventare shintoisti non è necessaria nessuna conversione in senso stretto, ovvero nessun rituale particolare o l'adesione a una qualche comunità: questo perché lo Shintoismo non richiede nessuna trasformazione, in quanto si è già predisposti ad abbracciare questa religione, in quanto essa scaturisce dallo spirito profondo dell'uomo. In qualità di religione cosiddetta naturale, lo Shintoismo insegna che diventare shintoisti significa semplicemente credere nei suoi precetti, con coerenza e sentimento. Credere nei suoi valori e metterli in pratica, credere nei kami, gli spiriti della natura: queste sono le due condizioni essenziali che fanno di un uomo uno shintoista.


Ponte sacro shinkyo.
Effetti culturali dello Shintoismo

Lo Shintoismo è stato definito «la religione della giapponesità» ed i valori ed usi di questa religione sono inseparabili da quelli della cultura giapponese precedente all'influsso delle idee cinesi che avvenne alla metà del VI secolo. Molte famose pratiche giapponesi hanno radici dirette o indirette nello Shintoismo. Per esempio alla base delle tipiche arti giapponesi delle composizioni floreali ikebana, dell'architettura tradizionale e dei giardini alla giapponese ci sono chiaramente gli ideali shintoisti di armonia con la natura. Un collegamento più esplicito allo Shintoismo è nel Sumo dove, anche nella versione moderna, alcuni rituali shintoisti vengono eseguiti prima di un incontro, come la purificazione dell'arena cospargendola di sale. È tuttora consuetudine per molti giapponesi dire Itadakimasu ("ricevo umilmente [questo cibo]") prima di mangiare e gran parte dell'enfasi giapponese sulle forme corrette di saluto può essere considerata una continuazione dell'antica credenza shintoista del kotodama (parole con un effetto magico sul mondo). Molte pratiche culturali giapponesi, come l'uso di bacchette di legno per mangiare o quello di togliersi le scarpe prima di entrare in un edificio, possono aver avuto origine da credenze e pratiche shintoiste.
Secondo alcuni, l'ideologia shintoista ha avuto un notevole impatto sulle nuove generazioni occidentali attraverso i Manga (fumetti nipponici) come Naruto, Dragon Ball e Death Note. Anche fuori dal paese del sol levante lo Shinto è contagioso: i Kami sono stati utilizzati nell’ultima serie del famoso gioco di carte Magic e addirittura nel film Avatar di James Cameron, il popolo dei Na’Vi ha un rapporto con la natura che definirei profondamente Shintoista!


Per quei pochi pazzi come me che hanno avuto la pazienza di leggere ogni singola riga.
Bene sono sicuro che ora vi renderete conto di quanto siamo distanti dai giapponesi ed ecco perché il nostro approccio con il bonsai è diverso.
Qual'è la strada migliore da seguire? Bù e che ne so io la sto ancora cercando!
Non saremo mai come loro questo è lampante ma credo che ci si possa fare qualche cosa in più ,in meglio.
Nel bonsai ogni persona sceglie la strada che è più consona al suo io l'importante è esserne consapevoli.

Sono sicuro che su questo forum c'è più di una persona che ha frequentato o frequenta la scuola dove ora insegna il Sig. Ando.
Inviterei loro più di tutti ma ovviamente chiunque ad intervenire sull'argomento, per scambiarsi visioni o raccontare piccoli aneddoti o visioni personali sul concetto di come porsi davanti ad un bonsai in senso pratico, mentale e spirituale.
Tanto per dire una differenza che mi viene in mente...lo sapevate che i giapponesi per lo meno quelli datati lavorano le loro piante in ginocchio?
Come siamo diversi da loro eh...
Ci ho provato anch'io ed è scomodo ed impossibile per me








piccola news sulle nostre amichette piante
Alberi…Energia vitale per l'uomo!!! 20131013

puntata interessante…
https://www.youtube.com/watch?v=9KQtrztKNAE




https://www.youtube.com/watch?v=z7LrhI8xq4k

https://www.youtube.com/watch?v=ffEx0goHbtEù





 Alberi…Energia vitale per l'uomo!!! 141241 
In dieci anni si sono perduti 2,3 milioni di chilometri quadrati di foreste e le nuove foreste occupano 800.000 metri quadrati, con un bilancio negativo di 1,5 milioni di chilometri quadrati: lo indica la prima mappa del cambiamento globale delle foreste, ottenuta con l’aiuto dei satelliti e pubblicata sulla rivista Science.
La mappa ad alta risoluzione è il risultato della ricerca coordinata dall’università del Maryland e condotta in collaborazione con il Servizio geologico degli Stati Uniti (Usgs) e la società Google. Le osservazioni si basano sui dati forniti dal satellite della Nasa Landsat 7.
Per la creazione della bancadati, che sarà aggiornata annualmente, sono state utilizzate più di 650.000 immagini riprese dal satellite Landsat 7 tra il 1999 ed il 2012, che sono liberamente disponibili.
Dalla mappa emerge che fra il 2000 e il 2012 sono stati cancellati 2,3 milioni di chilometri quadrati di foreste e guadagnati circa 800.000 metri quadrati.
La ‘battaglia’ contro la deforestazione emerge, ad esempio, in Amazzonia. La mappa indica infatti che gli sforzi del Brasile per ridurre la deforestazione recentemente stanno riuscendo a rallentare la perdita annuale delle foreste in tutto il Paese, passata dia 40.000 chilometri quadrati del 2003-2004 ai circa 20.000 chilometri quadrati del periodo 2010-2011.
“Questa è la prima mappa dei cambiamenti globali delle foreste, coerente e pertinente anche a livello locale”, spiega Matthew Hansen, dell’Università del Maryland e principale autore dell’articolo. “Le perdite o gli utili della copertura forestale – prosegue – sono importanti per l’ecosistema”. I loro effetti, rileva l’esperto, hanno infatti conseguenze notevoli, dalla regolazione del clima alla biodiversità, dallo stoccaggio del carbonio alle risorse idriche. ”Finora però – conclude – non vi era stato alcun modo di ottenere dati accurati, basati su immagini satellitari e prontamente disponibili sia a livello locale che su scala globale”. Grazie alla mappa potrà migliorare ora la capacità di comprendere i cambiamenti delle foreste, sia quelli indotti dall’uomo che quelli naturali, e si potranno studiare con dati più precisi anche le implicazioni globali che queste mutazioni avranno sui sistemi sociali, ambientali ed economici.
Alberi…Energia vitale per l'uomo!!! 20131210





https://www.youtube.com/watch?v=K-QylWOTPSg


https://www.youtube.com/watch?v=1ISRZVoMkgg






Per chi l'avesse perso quando andò in onda eccolo qui.
Un documentario sulle piante a dir poco MERAVIGLIOSO!!!!

https://www.dailymotion.com/video/x1...ce_lifestyle

Sul sito sono disponibili tutte le puntate.
Se amate le piante e la natura sono da non perdere!!!
Andrea Albergo
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Messaggio  giancarlo Dom 20 Apr 2014, 20:59

Ciao Andrea, Il post e' lunghissimo, non so quante risposte avrai e chi si sentira' di approfondire un argomento fantastico come questo.....io ho cominciato intanto a leggere delle cosette interessanti, a vedere foto ed un paio di filmati.....mi fermo qui al momento riservandomi di rientrarci presto e leggere quanto tu hai voluto scrivere su questo splendido post....

Ci sono tanti spunti di riflessione, tante notizie interessanti, che dire......grazie per aver avuto la voglia e la pazienza di scrivere un post cosi' preciso, dettagliato ricco di Spunti riflessivi, immagini e filmati.....non in tutte le cose mi riconosco....come l'abbracciare gli alberi.... sorridi oppure dargli un nome.....

Mi riconosco invece in tante altre cose....come il costruire una casa da piccolo tra gli alberi, esplorarli nelle loro cavita', andare in giro per boschi, campagne...anche solo per vedere un albero che mi affascina particolarmente....lo faccio persino adesso....

Tu hai scritto qui una piccola enciclopedia e come tu giustamente hai detto va letto poco per volta questo post...magari tornandoci ogni tanto....io intanto lo mettero' in evidenza, affinche' possa essere sempre rintracciato a beneficio di tutti quelli che avranno del tempo per distrarsi un po', sentirsi bene con loro stessi, magari guardando silo qualche filmato di quelli che hai proposto, o prendendo spunto per leggere un buon libro per rilassarci.....o piu' semplicemente per vedere le favolose immagini che hai voluto postare.... Alberi…Energia vitale per l'uomo!!! 964762 

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Messaggio  Andrea Albergo Mar 22 Apr 2014, 15:20

Grazie a te Giancarlo sempre pronto e gentile.
In fondo non mi aspetto risposte anche perché non ho posto quesiti, credo che molti si ritroveranno in almeno un piccolo stralcio di questo post che potranno vedere come e quando vogliono in assoluta rilassatezza. Spero solo di non annoiare nessuno... saluti2 
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Messaggio  giancarlo Mar 22 Apr 2014, 21:31

Andrea Albergo ha scritto:Grazie a te Giancarlo sempre pronto e gentile.
In fondo non mi aspetto risposte anche perché non ho posto quesiti, credo che molti si ritroveranno in almeno un piccolo stralcio di questo post che potranno vedere come e quando vogliono in assoluta rilassatezza. Spero solo di non annoiare nessuno... saluti2 


Si, non e' un post dove bisogna per forza rispondere...ci vorrebbe di scrivere in risposta con un'enciclopedia... sorridi  ma e' molto interessante ed ogni tanto se si va a guardarlo ci si trovano cose davvero interessanti e rilassanti....come leggere un buon libro.....

Annoiare qualcuno??? Spero che tu possa annoiarmi spesso con scritti cosi' belli, precisi e dettagliati....ho capito da tutto cio' che hai scritto la passione che ti anima per la natura in generale,   oltre ai bonsai naturalmente.......e' una cosa che mi e' piaciuta molto...ci tornero' spesso a leggerne qualche stralcio.... Alberi…Energia vitale per l'uomo!!! 514318 Alberi…Energia vitale per l'uomo!!! 514318 sorridi Alberi…Energia vitale per l'uomo!!! 964762

p.s. Le risposte non ci sono state per i motivi che abbiamo detto....intanto pero' al momento che scrivo hanno gia' letto il post 66 persone.....mi pare gia' on'ottima cosa!!!!  Alberi…Energia vitale per l'uomo!!! 520404 

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Messaggio  orlj Mer 23 Apr 2014, 11:06

Abito in un paesino del cuneese, dietro casa ho i boschi di castagni .ogni sera mi vengono a far visita alcuni caprioli, che in verità mi provocano alcuni danni, mi stanno distruggendo poco alla volta un piccolo noccioleto, questa notte, piovosa hanno lasciato le orme nel pezzo di terreno adibito a orto a pochi metri da casa, è giusto che sia così abbiamo invaso i loro territori e loro devono sentirsi liberi di brucare dove e quando vogliono, certo, prenderò provvedimenti ma di sicuro non violenti. Riallacciandomi al tuo post dico che poche persone riescono a essere sereni oppure ricaricarsi con un salutare passeggiate in mezzo agli alberi o solamente ammirando un qualsiasi vetusto essere vegetale ,io fortunatamente sono tra quelli che si soffermano a guardare un animale selvatico che sgozza le galline(le mie, sig!)senza intervenire ammirato dalla bellezza della faina. Per una persona come me è impossibile non ricaricarsi contemplando la natura. Ho notato però che pur vivendo in una comunità che vive in questo scenario paradisiaco molti non vedono quello che vedo io e trovo molto strano questo fatto. Questione di serenità?

orlj
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Messaggio  Andrea Albergo Mer 23 Apr 2014, 17:27

orlj ha scritto:Abito in un paesino del cuneese, dietro casa ho i boschi di castagni .ogni sera mi vengono a far visita alcuni caprioli, che in verità mi provocano alcuni danni, mi stanno distruggendo poco alla volta un piccolo noccioleto, questa notte, piovosa hanno lasciato le orme nel pezzo di terreno adibito  a orto a pochi metri da casa, è giusto che sia così abbiamo invaso i loro territori  e loro devono sentirsi liberi di brucare dove e quando vogliono, certo, prenderò provvedimenti ma di sicuro non violenti. Riallacciandomi al tuo post dico che poche persone riescono a essere sereni oppure ricaricarsi con un salutare passeggiate in mezzo agli alberi o solamente ammirando un qualsiasi vetusto essere vegetale ,io fortunatamente sono tra quelli che si soffermano a guardare un animale selvatico che sgozza le galline(le mie, sig!)senza intervenire ammirato dalla bellezza della faina. Per una persona come me è impossibile non ricaricarsi contemplando la natura.  Ho notato però che pur vivendo in una comunità che vive in questo scenario paradisiaco molti non vedono quello che vedo io e trovo molto strano questo fatto. Questione di serenità?

Ti consiglio di recintare la zona per preservare il tuo orto e anche per evitare che questi animali si abituino troppo ad avvicinarsi al centro abitato e alle abitazioni, perché come da te detto non tutti sono come noi e pensano giustamente che siamo noi ad aver invaso il loro territorio e questi animali potrebbero essere scacciati violentemente se non adescati per poi essere ammazzati. Ho già sentito racconti simili, una volta un mio amico mi ha raccontato vantandosi e ridendo che suo zio ha una casa ai piedi di una montagna qui in Abruzzo e ci passa diversi giorni in estate, mi disse che un branco di cinghiali al mattino presto gli arrivano fin sotto casa ogni anno e lo zio ch'è appassionato di caccia tutto comodo dal balcone prende la mira e ogni anno ne becca uno , e mi precisò uno all'anno non arreca danni,mi disse che ci vien fuori un sugo con i fiocchi. Stavo per vomitare!!! mah 
Non nego che anche a me piace la carne arrosto ed il sugo di cinghiale ma non ho mai sparato nemmeno ad una mosca e odio le armi in generale.
Sul fatto che molti non vedono quello che vedi tu o che vedono quelli come me  e te non stupirtene troppo, purtroppo è così …io ormai ci ho fatto il callo. La maggior parte delle persone non da alcun peso ne al mondo vegetale ne a quello animale, non si ha alcun interesse a certe cose anzi le reputano cretinate e se parli con fervore e sentimento di certi argomenti ti prendono per matto o pensano addirittura che la tua forte sensibilità nascondi una diversa inclinazione sessuale. Pensa com'è vario il mondo! Penso invece che le persone attente e sensibili a certe cose siano baciate da Dio e che vivano una vita molto più densa e ricca. Molto spesso cerco invano di contagiare e far notare certe piccole cose a chi mi sta più vicino in primis i miei figli ai quali cerco di trasmettere il valore di un fiore che sboccia, di un ape che lavora e cerco sempre di fargli avvertire attraverso la natura lo scandire delle stagioni.
Ti racconto un fatto accaduto poco tempo fa. Passai a trovare un amico con la mia famiglia e come spesso accade tra amici ,vollero che restassimo tutti a cena e così facemmo. Ma poco prima di cena io dissi che dovevo tornare a casa per 10 minuti e sarei tornato.Mi chiesero il perché ed io gli spiegai che dovevo tornare prima che facesse buio per controllare le mie piante e per vedere se c'era bisogno di bagnarle e aggiunsi di non preoccuparsi ci avrei messo veramente 10 minuti visto che abito a 5 km. La moglie del mio amico non riusciva a capacitarsi, "ma come veramente torni a casa per bagnare "le piante"? bagnale domani che importanza ha?" Per fartela breve chissà cosa ha pensato la signora e si è chiaramente offesa. Mi disse : ma se il bonsai è un hobby non capisco come fai a diventarne schiavo. Guarda caso questa tipologia di persone non ama neanche gli animali.
"Schiavo del bonsai"? E' stato difficile fargli capire che fare bonsai è come abbracciare una fede, è uno stile di vita e molto di più, e che non mi sento schiavo di nulla ma che il bonsai mi arricchisce sempre più ad ogni stagione. Credo che non abbia capito fino in fondo e poi alla fine sai come si parla un po' ai matti …mi disse:" si, si ho capito è come dici tu ...che bella cosa che fai"…come per dire "povero scemo"… questo è quello che succede a quelli come noi nel mondo di ieri e di oggi. Ed io penso dentro di me" Non ti curar di loro ma guarda e passa... Alberi…Energia vitale per l'uomo!!! 529629
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Messaggio  orlj Mer 23 Apr 2014, 20:02

Il tuo racconto non mi stupisce, a me piace molto camminare in solitudine in po' perché essendo piccolo di statura ho il passo veloce e un po' per la lunghezza de tragitti non trovo compagnia(e ne sono molto felice).Dopo l'ultima passeggiata che ho fatto ,30 km in 5 ore immerso nei boschi, mi son sentito chiedere da mio cognato; ma chi te lo ha fatto fare? A che ti è servito? Ti assicuro che davanti a certe situazioni viene voglia di scoppiare un una sana e fragorosa risata, ma forse passerei anche per maleducato.

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Messaggio  Dav86 Mer 23 Apr 2014, 20:09

Andrea Albergo ha scritto:
Non ti curar di loro ma guarda e passa... Alberi…Energia vitale per l'uomo!!! 529629


esattamente.....e complimenti per il post!
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Messaggio  il bona Mer 23 Apr 2014, 20:35

Complimenti per il post! Io salgo molto spesso col cellulare e mi era sfuggito. Sinceramente non l'ho ancora letto tutto ma alcune cose che ho letto le reputo molto interessanti!
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Messaggio  Rino Gio 24 Apr 2014, 07:43

Complimenti per il post e grazie per aver condiviso con noi immagini e video bellissimi super 
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Messaggio  Andrea Albergo Gio 24 Apr 2014, 09:03

Vi segnalo un film documentario molto interessante e tremendamente reale più che un film è una amara denuncia.
Film candidato agli oscar 2014.
E' già da un po' che viene trasmesso da Laeffe tv canale 50 del digitale terrestre.
Sarà trasmesso sabato 26 ore 07:40 e lunedì 28 ore 03:05 non perdetelo oppure registratelo!!!

Trama
Milioni e milioni di api sono scomparse improvvisamente in tutto il mondo. In apparenza senza una ragione, una malattia o un'infezione che le abbia decimate, le api hanno lasciato i loro alveari pieni di miele e non sono riapparse in nessun altro luogo né sono stati ritrovati i loro corpi morti. Nonostante un'intensa attività di ricerche, la scienza non ha saputo trovare una risposta a quest'anomalo comportamento. La sparizione è frutto di una serie di circostanze fortuite o si è di fronte alle prime fasi di un ecosistema al collasso?
Alberi…Energia vitale per l'uomo!!! Un_mon10

Ecco il trailer


http://www.filmtv.it/film/53299/un-mondo-in-pericolo/trailer/10211/#rfr:film-53299


La cosa più assurda e difficile è far capire alla maggior parte della gente che la celebre frase di Albert Einstain sulle api
rivolta ad un futuro non precisato purtroppo non è da proiettare tra 200 o 100 anni ma ad oggi. La cosa che mi rattrista è che nel mondo al rovescio di oggi fa più notizia la farfallina di Belen che le api che muoiono…


Ecco un video di testimonianza di alcuni apicoltori italiani
https://www.youtube.com/watch?list=UUQd0SzkoBciNKxzZf1SodZw&v=H0pHafcRoTo#t=96
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Messaggio  giancarlo Gio 24 Apr 2014, 13:05

Brrrr Terribile questa cosa.....e terribile se non si potesse porre rimedio....... Alberi…Energia vitale per l'uomo!!! 294757 Alberi…Energia vitale per l'uomo!!! 4207549134 

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Messaggio  Andrea Albergo Gio 24 Apr 2014, 19:17

il rimedio? Se avrai modo di vedere il film capirai che purtroppo in Cina non ci sono più api e sai come stanno rimediando? L'impollinazione viene fatta a mano da operai che poverini non riusciranno mai a fare neanche la metà di quello che facevano le api. mah 
Ecco gli operai impollinatori :https://www.youtube.com/watch?v=MvXYFXjvdbg
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Messaggio  DirkMicheal Sab 26 Apr 2014, 04:59

Andrea Albergo ha scritto:Buona sera a tutti in questa sera di Pasqua ho deciso di condividere anche con voi questo post, fatto di riti, immagini, filmati e sensazioni intime e profonde…
Questo è uno di quei post che va letto con calma, e riaperto ogni volta che avete bisogno di rilassarvi e staccarvi un po' dalla realtà di tutti i giorni.
Vi confesso che sarà sempre il mio preferito...
Come cita la mia firma nel forum " il caso non esiste" e sono convinto che non sia per caso che amo i bonsai.
Fin da bambino ero sempre affascinato dagli alberi e già d'allora mi perdevo con i miei pensieri fantastici tra i loro rami. Chi da bambino non si è arrampicato su di un albero o ha rubato i suoi frutti ?! Non so se per voi è lo stesso, ma ogni tanto sento il bisogno di andare lontano dalla città per sedermi sotto ad un albero o per passeggiare in un bosco e lì poco dopo mi sento rigenerato dall'interno. Ho sempre sentito dire che abbracciare un albero fa bene e che in qualche modo ti da
energia. Così un po' per gioco ed un po' perché in me sentivo una certa necessità di allontanarmi abitualmente dal mondo cittadino ho cominciato a documentarmi su gli alberi in generale. Visitando luoghi con alberi famosi o boschi che hanno visto passaggi della storia italiana, luoghi che un tempo erano considerati sacri e che poi furono scelti come dimore da eremiti o mistici. Luoghi segreti scelti come rifugi, luoghi magici impregnati di leggende e fiabe.
Bè ragazzi ho scoperto che c'è un 'universo intero dentro e fuori un albero.Ci sono tante persone che venerano alberi,associazioni in lungo ed in largo che praticano riti antichi. Esistono molte religioni antiche e non che hanno un vero è proprio culto per alcuni alberi particolari. Nella mia ricerca,più interiore che esteriore mi sono imbattuto in libri ed immagini da tutto il mondo di una meraviglia inaspettata.Ci sono testi antichi, poesie,lodi e canti su gli alberi e c'è molto ma molto di più.Ho pensato che condividere tutto questo con voi fosse il modo migliore per conoscersi e per unirsi virtualmente ed intellettualmente in un tutt'uno. Spero di non annoiarvi troppo.


La "Pratica con gli Alberi" , in Cinese si può tradurre con Tao Yin Ding Shu Qi Gong:

Tao Yin: Nutrire la Vita.
Ding: Stabilire un Contatto.
Shu: Albero.
Gong: Lavoro
Quindi:

Pratiche per Nutrire la Vita attraverso il contatto (la relazione) con l'Albero.

Questa pratica, è un'antichissima tradizione cinese, e più particolarmente taoista, che consiste nel riequilibrare le energie del praticante per poi ricaricarsi o rigenerarsi prendendo contatto con gli alberi.
Ci si può "addossare all'albero", "abbracciare l'albero" o utilizzare la "postura dell'albero" riproducendo fisicamente e istintivamente la forma dello stesso.

Ci sono tanti alberi, tanti praticanti e dunque altrettante posture. Gli alberi, sono divenuti rari in Cina, in seguito all'utilizzazione del legno come combustibile e materiale di costruzione; i belli e grandi alberi sono divenuti molto rari e pertanto sono protetti e si trovano generalmente nei parchi pubblici o nei giardini dei templi.
Un buon numero di cinesi pratica dunque "con" gli alberi al mattino prima di lavorare per "prendere l'energia" (De Qi); poi, al ritorno, per rilassarsi.
Un buon numero di essi sono dunque resi molto educati attraverso il contatto che diventa pertanto molto piacevole.
Questa "Pratica con gli Alberi", quindi uno scambio energetico con essi, è all'origine della creazione dei Penjing (letteralmente: PEN = Radice e JING = Vaso), dunque degli alberi di piccola taglia che in Giappone si chiamano Bonsai.

Possedere a casa propria un PENJING (o Bonsai) e eventualmente una "piccola foresta" (letteralmente SHAOLIN), permette di rigenerarsi grazie ali'immagine-energia di questi minuscoli alberi; minuscoli ma che possiedono, in profondità, lo spirito dei giganti della foresta.





Pratica con gli Alberi

L'Albero, per sua natura, si trova fra TERRA e CIELO: le sue radici affondano profonde nel terreno dandolgi solidità e permettendogli di assorbire l'Energia della TERRA (DI), il tronco rappresenta l'asse che si innalza dalla base terrestre all'apice celeste, il luogo delgi scambi (nel tronco scorre la linfa grezza che sale dalla terra e quella elaborata che scenda dal cielo); poi ci sono i rami che dall'unità del tronco si dipanano verso l'alto per dare vita alle fronde ed alle folgie che, attraverso la fotosintesi, sono in grado di raccolgiere l'Energia del CIELO (TIAN).
Inoltre, l'Albero, come tutti gli esseri viventi, respira: assorbe ossigeno e produce e rigetta gas carbonico (Butta il VECCHIO ed accolgie il NUOVO).

Questa visione, permette di porre le basi fondamentali della medicina attraverso le piante: l'albero costituisce quindi un mezzo di scambio eccezionale tra l'energia e la materia, il CIELO (TIAN) e la TERRA (DI), l'ESSERE UMANO (REN) ed il suo ambiente naturale.

Nella visione energetica cinese, l'albero non si limita dunque alle sole radici ed al suo apice, ma prende in considerazione ciò che è all'origine (il suolo ed i suoi minerali, funghi, muschi... ) ed il suo ambiente generale (insetti, animali vari).
Un filosofo cinese, Zhang Shi (1133-1180) afferma:

"L'essere umano possiede dei difetti come l'albero possiede del muschio, degli insetti e degli uccelli.
Un albero senza muschio, senza insetti e senza uccelli, non è più un albero.
Un essere umano senza difetti non è più umano. "
Ritroviamo poi anche negli Alberi i cicli principali dell'energetica cinese:

I 5 MOVIMENTI (ELEMENTI) in rapporto alla Struttura dell'Albero:

METALLO In rapproto con la CORTECCIA.
ACQUA in raporto con le RADICI.
LEGNO in rapproto ai RAMI ed alle FOGLIE.
FUOCO in rapporto al FIORE.
TERRA in Rapporto al FRUTTO.
LE 5 STAGIONI:

In inverno l'energia si rifugia nella profondità delle radici (nero e Acqua);
In primavera essa sale alla conquista di rami e ramoscelli e perviene alle foglie (verde e Legno);
In estate si manifesta nei fiori (rosso e Fuoco);
La quinta stagione si situa nelle fruttificazioni (giallo e Terra);
In autunno essa ridiscende nella corteccia (bianco e Metallo).


DAO YIN QI GONG e ALBERI...


L'ALbero ci accorda con la Natura
e quindi con le stagioni, il cielo e la terra,
la pioggia e le nuvole...
La Natura ci accorda col Cosmo
e quindi con le stelle e i pianeti,
il Sole e la Luna...
Il Cosmo ci accorda col TAO.
- Georges Charles

Tramite appositi esercizi e tecniche di Dao Yin Qi Gong e di Meditazione Taoista, sarà quindi possibile METTERSI IN RELAZIONE DIRETTA con l'Albero, mettendo il nostro corpo e la nostra energia in relazione con lui:

PERINEO (punto HUI YIN), Struttura (TI) e Forma (XING) in relazione con le RADICI;
BASSO VENTRE (punto QI HAI), Soffio (QI) ed Energia (HUXI) in relazione con la BASE DEL TRONCO;
TORACE (Punto ZHONG TING), Emozioni (TANG) e campo relazionale, sensazionale (GANJUE) in relazione col TRONCO;
GOLA (Punto TIAN TU), Intenzione (YI), in relazione con i PRIMI GROSSI RAMI;
CENTRO DELLA FRONTE, Spirito (SHEN) in relazione con le FRONDE, CHIOMA, le FOGLIE;
Il VERTICE DEL CAPO (Punto BAI HUI), la Metamorfosi (HUA) il "Qualcos'altro" oltre lo spirito, in relazione con l'APICE DELL'ALBERO;
Il CORPO INTERO del praticante in relazione con l'INTERO ALBERO (Rettitudine Naturale, connessione con Cielo e Terra).

Alberi…Energia vitale per l'uomo!!! 5_movi11

Sucessivamente, altre tecniche permetteranno lo scambio di energia con l'Albero; che sia lo SCARICO delle tensioni fisiche ed emotive, o la RIGENERAZIONE, la TONIFICAZIONE dell'Energia (QI) grazie alla pianta ed alla sua profonda connessione con Cielo e Terra; inoltre, saranno possibili molte e differenti tecniche di meditazione.

Alberi…Energia vitale per l'uomo!!! Abbrac10


Abbiamo dimenticato come si ascoltano le storie e i canti che porta con sé il vento.
Abbiamo dimenticato come ascoltare la saggezza delle pietre che dall’inizio di tutti i tempi stanno al loro posto su questa terra.
Abbiamo dimenticato quanto l’acqua possa rinfrescarci e rinnovarci.
Abbiamo dimenticato che si ascoltano le piante che ci insegnano quali fra loro cogliere per il nostro benessere.
Abbiamo perso la capacità di spiare gli animali che con gentilezza ci offrono la loro saggezza, il loro riso, il loro amore.
Ci siamo chiusi a tutte queste relazioni e tuttavia ci chiediamo perché così spesso, ci prende la solitudine.
- Sun Bear (Nativo Americano)



C'è un luogo dove la pace della natura filtra in noi come la luce del sole tra gli alberi.
Dove i venti ci comunicano la loro forza e gli affanni si staccano da noi come foglie.
Non è difficile arrivarci: basta guardarsi dentro e avere un cuore pulito.
- R. Battaglia

Non è mia intenzione fare pubblicità a case editrici ma lasciatemi citarvi alcuni libri che leggerli mi ha innalzato lo spirito oltre l'infinito.
Sicuramente conoscete Herman Hesse vero?
Leggete il suo libro " il canto degli alberi" . Chissà se tra le sue pagine non vi ritroverete come ho fatto io…

E che dire del nostro Tiziano Fratus.

Alberi…Energia vitale per l'uomo!!! Homo_r10

Il suo magnifico libro " Homo Radix" Fece un servizio in rai che mi capitò di vedere chissà se fu un caso anche quello?...

Poi nella mia ricerca incontrai " lo spirito degli alberi" di Fred Hageneder. Un po' fantasioso quasi fiabesco ma pieno di nozioni scientifiche autentiche a me ha fatto sognare…

Alberi…Energia vitale per l'uomo!!! Spirit10
E' il mio preferito, conduce pian piano in un mondo dimenticato e ci ridesta l'anima. Ci sono cose meravigliose e tra queste c'è un capitolo che parla dell'acqua e di come interagisce con gli alberi e con l'universo, ne sono rimasto positivamente sconvolto. Da leggere e rileggere!!!!
Poi ci sono immagini da tutto il mondo rubate qua e la di alberi e luoghi che sono incredibilmente famigliari e sublimi!!! Di sicura ispirazione per un bonsaista...
Ne allegherò un po' per la gioia dei vostri occhi:



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Esistono luoghi magnifici direi quasi magici su questa terra…
Non so se avete mai sentito parlare di un posto che si chiama "Socotra"
Ci sono specie di alberi che sembrano uscite dal racconto fantastico " Viaggio al centro della terra" di Giulio verne.
Socotra è la principale isola di un arcipelago di quattro isole (le altre sono ʿAbd al-Kūrī, Darsa (o Darza) e Samḥa, dette anche "Il fratello" e "La sorella") e isolette situate nell'Oceano Indiano, poco al largo del Corno d'Africa, a circa 300 km dalla costa somala e 350 km a sud della Repubblica dello Yemen a cui appartengono, e che le amministra.
Dal 2008 l'arcipelago è inserito tra i patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.Socotra è una isola molto interessante sotto il profilo naturalistico. Originariamente parte della placca tettonica africano-arabica, rimane isolata a partire dal Terziario, dando vita ad un alto numero di endemismi sia vegetali che animali.Il 37% delle 825 specie di piante presenti sull'isola sono uniche al mondo. Praticamente questa isola ha avuto un destino unico nell'evoluzione della terra, quando il pianeta veniva colpito da meteoriti e i dinosauri perirono la sua posizione geografica la estranio da tutto quello che accadeva sul pianeta, un piccolo mondo nel mondo. Ogni cosa su quest'isola è diverso dal mondo conosciuto, dai minerali alle piante , biologi, botanici e scienziati vari impazziscono e fanno a gara per fare ricerche in quest'isola.
Una delle piante più caratteristiche è la dracena drago di Socotra (Dracaena cinnabari), una pianta succulenta dalla caratteristica chioma a forma di ombrello rivoltato, da cui si estrae il "sangue di drago", una resina di colore rosso usata nei tempi antichi sia in medicina, che come incenso e come colorante.Altre specie degne di menzione sono la succulenta Dorstenia gigas, l'albero del cetriolo (Dendrosicyos socotranus), il melograno di Socotra (Punica protopunica), l'aloe socotrina (Aloe perryi) e la Boswellia socotrana, da cui si ricava un incenso utilizzato localmente.

La popolazione aviaria comprende 192 specie, 44 dei quali vivono sempre sull'isola, mentre 85 sono uccelli migratori, alcune delle quali sono a rischio di estinzione. Tra le specie più caratteristiche vi sono lo storno di Socotra (Onychognathus frater), la nettarinia di Socotra (Chalcomitra balfouri), lo zigolo di Socotra (Emberiza socotrana), la cisticola di Socotra (Cisticola haesitatus), il passero di Socotra (Passer insularis), il beccogrosso alidorate (Rhynchostruthus socotranus) e il beccamoschino di Socotra (Incana incana).

Oltre il 90% dei rettili è endemico. In mare si contano 253 specie di coralli che danno vita ad una barriera, 730 specie di pesci e 300 granchi, aragoste e gamberetti.
Per fortuna è difficile da raggiungere e quindi il turismo è zero, speriamo che rimanga sempre così, per chi ci volesse andare vi dico subito che se non avete spirito di adattamento è meglio non partire, alberghi zero, le guide sono molto rare, e quindi dormire sotto le stelle capita spesso, sicuramente un'avventura vera e propria.
Ecco qualche foto ma se girate su internet impazzite, ci sono anche libri fotografici del posto. Prima o poi giuro ci andrò!!!
Spesso si discute su le forme che si danno ai bonsai pensando che la natura si esprima in modo del tutto diverso, gli alberi di Socotra e di altri luoghi dimostrano che nn è sempre così…


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Sicuramente conoscete tutti i monti Huangshanin (CINA) o comunemente conosciute come le montagne gialle per via delle colorazioni che assumono le rocce al tramonto…
Montagne che ispirano da secoli pittori e poeti cinesi e ultimamente anche registi vedi Avatar…
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E chi lo avrebbe mai immaginato che in una zona totalmente desertica ci fossero alberi spettacolari ,come i Pinus longaeva D.K.Bailey è una specie di pino caratterizzata da estrema longevità,alberi tra i più vecchi del pianeta, scoperti nelle regioni di alta quota delle montagne del sud-ovest degli Stati Uniti.
Sono luoghi in cui in estate di giorno si arriva a temperature di massima altissime e di notte le temperature precipitano sotto lo zero. Questo sbalzo termico negli anni ha plasmato il legno morto con venature spettacolari e noi bonsaisti da qui ispirati nella lavorazione del secco con l'uso del fuoco e poi di sruzzate di acqua con ghiaccio si cerca di ricreare simili venature, per esperienza diretta posso dirvi che il miglio legno che risponde a questa tecnica è quello dell'olivo.

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Voliamo in Africa per Il sicomoro più vecchio ...
Magnifico!!!

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Notate la scimmietta sotto i rami e le proporzioni titaniche di questo albero.


Alberi
Per me gli alberi sono sempre stati i predicatori più persuasivi. Li venero quando vivono in popoli e famiglie,in selve e boschi.E li venero ancora di più quando se ne stanno isolati. Non come gli eremiti,che se ne sono andati di soppiatto per sfuggire a una debolezza,ma come grandi uomini solitari,come Beethoven e Nietzsche. Tra le loro fronde stormisce il mondo,le loro radici affondano nell'infinito; tuttavia non si perdono in esso,ma perseguono con tutta la loro FORZA VITALE un unico scopo: Realizzare la legge che è insita in loro,portare alla perfezione la propria forma,rappresentare se stessi. Niente è più sacro e più esemplare di un albero bello e forte.Quando un albero è stato segato e porge al sole la sua nuda ferita mortale,sulla chiara sezione del suo tronco-una lapide sepolcrale- si può leggere tutta la sua storia: negli anelli e nelle concrescenze sono scritte fedelmente tutta la lotta,tutta la sofferenza,tutte le malattie,tutta la felicità e la prosperità, gli anni magri e gli anni floridi,gli assalti sostenuti delle tempeste superate. E ogni contadino sa che il legno più duro e più pregiato ha gli anelli più stretti,che i tronchi più indistruttibili,più robusti,più perfetti,crescono in cima alle montagne,nel perpetuo pericolo.Gli alberi sono santuari.Chi sa parlare loro,chi li sa ascoltare,conosce la verità.Essi non predicano dottrine e precetti,predicano,incuranti del singolo, la legge primigenia della vita...

Tratto dal " Canto degli alberi" di H. Hesse

Quando lessi queste quattro righe vi giuro che piansi di gioia!!!

Ancora alberi di una bellezza sublime da tutto il mondo…

La meravigliosa quercia del film forrest Gump
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Dalla California

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Chi di voi non ha sognato o provato a costruire una casa su di un albero?
Voglio tornare bambinooooo!!!!! felicefz 

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Altre meraviglie…

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Mettetevi comodi … spegnete tutte le luci ed alzate il volume ma non troppo...rilassatesi
Pochi minuti del vostro tempo per un'eternità impressa dell'anima...
buona visione!

www.youtube.com/watch?v=iTtjXfc9HJY&feature=related

www.youtube.com/watch?v=2-OoHjjh5fM&feature=related

www.youtube.com/watch?v=9aq_ssT-vfs&feature=related

www.youtube.com/watch?v=A7v7sIlrP2A&feature=related


Conoscete gli indiani Hopi. Per chi non li conosce sono un'antico popolo che ancora oggi vivono in America anche se sono rimasti pochini.
Mi piace molto il rapporto che hanno con la terra e con gli alberi in particolare.
Vi dò un piccolo assaggio...
https://www.youtube.com/watch?v=tVee64E31SU


Questa canzone mi è sempre piaciuta e la trovo più attuale che mai!
Buona visione e buon ascolto



https://www.youtube.com/watch?v=ZIXESwuywHQ


Sono stralci di parole di personaggi illustri che capirono il valore profondo degli alberi...



- Lo stolto non vede lo stesso albero che vede il saggio
(William Blake);

Gli alberi non tradiscono, non odiano, irradiano solo felicità e amore. Ecco perché l'uomo stando vicino agli alberi,
avverte una corrente positiva e rigeneratrice.
Romano Battaglia

C'è qualcuno seduto all'ombra oggi perché qualcun altro ha piantato un albero molto tempo fa.
Warren Buffett


Troverai più nei boschi che nei libri. Gli alberi e le rocce ti insegneranno cose che nessun maestro ti dirà.
Bernard de Clairvaux

Se un albero scrivesse l'autobiografia, non sarebbe diversa dalla storia di un popolo.
Kahlil Gibran

Nessuno può aggiungere niente a un albero, a un fiore. Così una vera opera d'arte.
Christian Friedrich Hebbel

L’albero che mai dovette combattere/ per avere sole, aria e luce,/ ma che solo nella grande pianura/
ebbe sempre acqua a sufficienza,/ non diventò mai un re della foresta,/ ma visse e morì piccola cosa.
Douglas Malloch

Il buon legname non cresce con facilità:/ più forte è il vento e più forti sono gli alberi,/ più lontano è il cielo
e più alte sono le piante,/ più violenta è la tempesta e più grande è la forza.
Douglas Malloch

Non è nei vasti campi o nei grandi giardini che vedo giungere la primavera. È nei rari alberi di una piccola
piazza della città. Lì il verde spicca come un dono ed è allegro come una dolce tristezza.
Fernando Pessoa

Abbiamo molte più cose in comune con un albero che con un transistor.
Fulco Pratesi

Fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce.
Proverbio cinese

Bellezza delle piante #8722; i soli esseri viventi in questo universo che non producano rumore né rifiuti.
Mario Andrea Rigoni


Gli alberi sono lo sforzo infinito della terra per parlare al cielo in ascolto.
Rabindranath Tagore

Se riveli al vento i tuoi segreti, non devi poi rimproverare al vento di rivelarli agli alberi (K.Gibran)

Il tempo è come la corteccia degli alberi, ricopre di una veste leggera gli esseri umani lasciando però
trasparire le tracce dell'età.
- Romano Battaglia
L'amore è come un albero, nasce da sè, mette profonde radici in tutto il nostro essere e spesso continua
a verdeggiare su un cuore in rovina.
E quel che è ancor più inspiegabile è che più quella passione è cieca, più è tenace. Essa non è mai più
solida di quando non ha in sè alcuna ragione.
-- Victor Hugo

- Un ramo di pazzia abbellisce l'albero della saggezza
(Alessandro Morandotti)

- Chi ha imparato ad ascoltare gli alberi non desidera essere più un albero.
Desidera essere ciò che è. Questa è patria. Questa è felicità.
(Herman Hesse)

Molto curioso…


https://www.youtube.com/watch?v=zqaN...ature=relmfu


Ecco a voi un grande uomo che attraverso la natura e per mezzo degli alberi ha scavato dentro di se e illuminato molte coscienze.
Avete mai sentito parlare di Krishnamurti?
E' stato un grande filosofo indiano e i suoi insegnamenti sono tutt'oggi apprezzati e contemplati, è stato uno dei pochi che ha capito che la madre di tutti gli insegnamenti è la natura, e solo per mezzo della sua contemplazione potremmo un giorno capire il senso della nostra esistenza.

"Il suono degli Alberi" Tratto da "noi siamo il mondo"
Questo è solo un'assaggio...

https://www.youtube.com/watch?v=LWu3oAqe0i8

Per chi volesse approfondire e rilassarsi...

"Noi siamo il Mondo"
Documentario integrale su Jiddu Krishnamurti


Buona visione

https://www.youtube.com/watch?v=tNMR04xeBho


Un pensiero di Krishnamurti:

«Vedete, voi non siete stati educati a stare da soli. Andate mai a fare una camminata per conto vostro? È molto importante uscire da soli, sedersi sotto un albero – da soli, senza nessun libro, senza nessuna compagnia – e osservare una foglia che cade, ascoltare lo scorrere dell’acqua, il canto dei pescatori, osservare il volo di un uccello e i vostri stessi pensieri che si rincorrono nello spazio della mente. Se siete capaci di stare da soli e osservare queste cose, allora scoprite ricchezze che nessun governo può tassare, che nessuna entità umana può corrompere, e che non potranno mai essere distrutte.»


Sarà un caso che nella mia vita mi sono imbattuto in Krishamurti?!
Penso proprio di no!!!
Pensate che trovai in casa dei miei genitori un libricino di Krishnamurti sulla ricerca della felicità e più o meno avevo 10 o 12 anni, era un librino che un professore diede da leggere a mia sorella maggiore per le vacanze. Ovviamente non lo lessi allora, ma lo ritrovai tra la polvere e la roba da buttare nello stanzino anni dopo. Lo lessi più o meno quando mi avvicinai ai bonsai rapito dalla bellezza degli alberi in se.
Strani vero?! Sono convinto che la maggior parte di noi non si accorge di queste piccole cose che ci accadono perchè siamo troppo presi dalla frenesia del mondo. Mi piacerebbe molto che anche altri come me aprissero gli occhi per scoprire che dono grande è " IL PRESENTE"…


Ancora una volta gli alberi ci tendono una mano. Un ricercatore "visionario" ma non troppo si è fatto ispirare dalla fotosintesi e ha cercato il modo per generare energia imitando il processo vitale dei vegetali arrivando finalmente ad una intuizione semplice e geniale allo stesso tempo che rivoluzionerà l'intero pianeta...sempre se il sistema economico mondiale cambierà direzione.Per ora non possiamo far altro che GIOIRE!!!
Alberi…Energia vitale per l'uomo!!! 20134710
Carburante dalla CO2: scoperto microrganismo che ci libererà dal petrolio
Alla University of Georgia una squadra di ricercatori annuncia: "Sviluppato
un microrganismo geneticamente modificato in grado di convertire il CO2
atmosferico in combustibile". Protagonista della sperimentazione il Pyrococcus
furiosus, microrganismo che si nutre di carboidrati nelle acque surriscaldate dell'oceano.

Di EcodalleCittà - Sviluppato un microrganismo geneticamente modificato in grado di convertire
il CO2 atmosferico in combustibile. Principale autore dello sviluppo del microrganismo, riferisce la
University of Georgia, è stato Michael Adams, professore ricercatore di biochimica e biologia molecolare
presso l'Università Usa. Attraverso lo studio del modo in cui le foglie convertono l'ossido di carbonio CO2,
il team di ricercatori di Michael Adams ha sviluppato una metodologia per selezionare il CO2 presente
nell'atmosfera e trasformarlo in prodotti industriali, tra cui il carburante.

Il metodo segue il percorso della fotosintesi attraverso cui le piante utilizzano la luce solare, per
trasformare acqua e anidride carbonica in zuccheri, e se ne servono per produrre energia. I
ricercatori hanno creato un microrganismo, manipolando il materiale genetico, per imitare
il processo. Per lo studio sono partiti dal Pyrococcus furiosus un microrganismo che si nutre
di carboidrati nelle acque surriscaldate dell'oceano vicine a sfiati geotermici.

La squadra dei ricercatori ha poi modificato il microrganismo in modo che possa alimentarsi
a temperature inferiori. Hanno poi usato gas idrogeno per creare una reazione chimica nel
microrganismo e integrato il CO2 con l'acido 3-idrossipropionico, una sostanza chimica
industriale usata per fare acrilici e altri prodotti.

"La scoperta - ha dichiarato il capo ricercatore Michael Adams - significa che siamo in
grado di eliminare le piante come intermediari, e di estrarre l'anidride carbonica direttamente
dall'atmosfera per trasformarla in prodotti utili, senza dover passare attraverso elementi
ricavati da biomasse altrimenti utili per l'alimentazione, come la coltivazione delle piante
e l'estrazione degli zuccheri". Oltre alla produzione di prodotti industriali, altre manipolazioni
genetiche potrebbero consentire al microrganismo di produrre altri prodotti, compresi i combustibili.

Tuttavia, il ciclo di conversione dipende ancora dai combustibili fossili. I ricercatori hanno utilizzato
l'idrogeno come fonte di energia, la cui sorgente più facilmente disponibile è al momento il gas
naturale, che è un combustibile fossile. "Nella ricerca a lungo termine - ha spiegato Adams - ci
auguriamo di poter utilizzare idrogeno da fonti rinnovabili biologiche, come ad esempio dalle
alghe fotosintetiche o dai rifiuti dei prodotti di fermentazione".



un albero molto famoso in Giappone: l'Hitachi tree (Hitachi vuol dire "sole nascente" quindi albero del sole nascente). Un albero dalla grande chioma e dalla perfetta simmetria e con misure incredibili ( 25 metri di altezza, la circonfernza del tronco di sette metri mentre quella della chioma di ben 45 metri) che con i suoi 130 anni di età è stato adottato dal 1972 dalla multinazionale di componenti elettronici giapponese Hitachi, per promuovere la sua immagine nel mondo. L'Albero, meta sognata da tutti i giapponesi, si trova nelle isole Hawaii nei Moanalua Gardens a circa trenta minuti di macchina da Waikiki e per utilizzare i diritti della sua immagine l'Hitachi paga agli eredi di Samuel Mills Damon (divenuti proprietari dei giardini dopo che erano stati di proprietà della famiglia reale Kamehameha ) la somma di 400.000 dollari l'anno (fino al 2004 pagava però 20.000 dollari). L'Hitachi tree è un albero della pioggia (rain tree) o Monkey pod tree (albero del baccello della scimmia). Il suo nome botanico è Samanea saman (Jacq.) Merr. e fa parte della famiglia delle Fabaceae, una leguminosa quindi, che per forma delle foglie e dei fiori ricorda molto la "nostra" Albizia julibrissin. Il suo areale di provenienza è l' America centrale (Colombia, Venezuela, Perù , Messico) ed America del sud. Samanea infatti deriva da zamang, che vuol dire albero delle Mimosoideae in alcune lingue caraibiche del nord del Venezuela. Storico e di proporzioni eccezionali (ma è morto negli anni settanta) ) era il Saman chiamato Zamang del Guayre che tra il 1799 e il 1804 durante i suoi viaggi in America Centrale Alexander von Humboldt incontrò vicino Maracay in Venezuela, con una circonferenza della chioma che l'esploratore tedesco misurò in 180.8 m. Il nome albero della pioggia deriva invece da ben tre possibili motivi : le piccole foglie che si chiudono in giornate nuvolose (anche la sera, per riaprirsi con il sole) lasciando passare la pioggia sotto la chioma ombrosa; l'intensa melata prodotta dall'attività di alcuni insetti delle famiglia delle Cicadidae che si nutrono delle foglie; la caduta degli stami colorati dei fiori simili a piumini che fioriscono due volte l'anno a Maggio e a Novembre.
Se diversi sono stati i video realizzati in questi anni invariata invece è rimasta la canzone usata dal 1973 , una canzone oramai molto popolare che si chiama "Hitachi no ki".
Alberi…Energia vitale per l'uomo!!! 20136210

Aggiornerò il post quanto prima con altre cosucce...

Basta stupiti di vedere quelle belle foto di alberi più strani del mondo .. Hai condiviso tutti i dettagli che rende posto più eccitante .. Davvero apprezzare il vostro sforzo ..

DirkMicheal
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Messaggio  Andrea Albergo Mar 29 Apr 2014, 12:35

Alberi…Energia vitale per l'uomo!!! Ginepr10
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Messaggio  giancarlo Mar 29 Apr 2014, 12:49

Andrea Albergo ha scritto:Alberi…Energia vitale per l'uomo!!! Ginepr10

In un contesto come questo poi......solo a vedere l'immagine proposta mi sento meglio....piu' rilassato!!!!!! Alberi…Energia vitale per l'uomo!!! 64303 

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Messaggio  Andrea Albergo Mar 29 Apr 2014, 12:53

Ma questo è quello che vedo dalla finestra della mia camera... pinocchio 
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Messaggio  giancarlo Mar 29 Apr 2014, 20:25

Andrea Albergo ha scritto:Ma questo è quello che vedo dalla finestra della mia camera... pinocchio 

ehehehehehe, te lo auguro di vero cuore di poter vedere un simile paesaggio....sarebbe come vivere in un sogno!!!! Alberi…Energia vitale per l'uomo!!! 514318 benvenuto 

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Messaggio  Andrea Albergo Lun 12 Mag 2014, 18:39

Piccolo video
Il mistero degli alberi vecchi

https://www.youtube.com/watch?v=3ZgCFWsvkjk
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Messaggio  giancarlo Lun 12 Mag 2014, 19:33

Chissa' perche'.....ma certi alberi a me hanno sempre affascinato....mi danno l'impressione di piante che ne hanno viste di tutti i colori e che a noi trasmettono con la loro presenza, maestosita', vecchiaia e mistero....

Quando posso e sono in un bosco, vado sempre a curiosare e sbirciare da vicino gli alberi piu' grandi e vecchi.....ne guardo la corteccia, le radici le cavita' e come assumono il loro portamento cercando di capire il perche' sono nate in un certo modo piuttosto che in un altro.........alla fine ne rimango sempre amaliato....

Bello il filmato....

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Messaggio  il bona Lun 12 Mag 2014, 19:38

Wow che belli!!! Ce ne sono alcuni da favola!
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Messaggio  Andrea Albergo Mar 13 Mag 2014, 06:44

Anch'io ogni tanto mi perdo tra i boschi…
Ecco alcune foto di alberi che mi hanno colpito
Bosco di Sant'Antonio pieno di monumenti viventi

Alberi…Energia vitale per l'uomo!!! 20121062

Ci sono anche i miei due bonsai preferiti che cercano ci scalare l'albero ahahaha 

Alberi…Energia vitale per l'uomo!!! 20121063

Particolare nel tronco morto…sembra un vecchio rapace


Alberi…Energia vitale per l'uomo!!! 20121064

Qui siamo a pochissimi km da casa mia, dove cresce una gran bella quercia solitaria…

Alberi…Energia vitale per l'uomo!!! 20121065

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Alberi…Energia vitale per l'uomo!!! 20121068
il mio cagnolino stanco ma felice della passeggiata.

Alberi…Energia vitale per l'uomo!!! 20121069

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Dopo le piogge stava quasi per scivolare a valle
Alberi…Energia vitale per l'uomo!!! 20121071

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Messaggio  Bonsaicaffe Mar 13 Mag 2014, 13:15

Ho letto con calma solo la prima parte  Alberi…Energia vitale per l'uomo!!! 975874 
e Ti faccio i Complimenti.... Alberi…Energia vitale per l'uomo!!! 520404 

Anch'io come Te nutro lo stesso interesse per le piantuzze in generale e quando sto con le mie , mi dimentico del tempo.....solo la voce di mia moglie mi riporta al presente .... Alberi…Energia vitale per l'uomo!!! 10910 

le immagini sono molto particolari e dense di significato....

a presto Marcello  saluti2 
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