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Intervista a Francesco Santini
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Intervista a Francesco Santini
Dopo un periodo abbastanza lungo, si riparte con una nuova intervista, era tempo che ci pensavo, e finalmente ho potuto chiedere a Francesco Santini di essere intervistato per il Forum Bonsai Lodi.
Conosco Francesco (via internet purtroppo..) dai tempi che frequentavamo lo stesso Forum, EasyBonsai (ora chiuso con nostro grande dispiacere...) sono subito stato colpito dalla sua bravura e competenza....e poi dalla simpatia contagiosa che ha sempre saputo esprimere....e' stato un periodo d'oro, dove io ho imparato tantissimo da lui...
Come sempre, una prefazione per conoscere meglio il personaggio tratta dal suo sito personale.
Francesco Santini e' Nato a Empoli (FI) nel 1971, si e' avvicina al mondo del bonsai alla fine degli anni ‘80 grazie a suo padre, Santini Renzo.
La formazione bonsaistica è completamente da autodidatta per i primi10 anni. Nel 1996, insieme ad altri appassionati, fonda il “Gruppo Bonsaisti Medio Valdarno” con sede a Empoli. All’interno di questa associazione cresce e consolida la sua passione per il mondo del bonsai.
Dal 1998 inizia a frequentare seminari e workshop con Kunio Kobayashi, Carlo Cipollini e Walter Bondi. È l’inizio di un percorso di crescita che lo porta nel 2001 ad entrare nella “Bonsai Creativo School” di Sandro Segneri, dove approfondisce e affina la propria preparazione tecnica e artistica.
Nel 2004 vince il concorso “Nuovo Talento Italiano”. Molti dei suoi bonsai sono pubblicati nei cataloghi UBI “Miglior Bonsai e Suiseki” dal 2004 ad oggi.
Ad oggi conta numerose partecipazioni in qualità di dimostratore e conferenziere nelle più importanti mostre nazionali. Al suo attivo importanti esperienze come assistente di noti maestri orientali come Kunio Kobayashi, Shinji Suzuki, Minoru Akiyama e Min Hsuan Lo. Dal 2007 cura la collezione privata di Gianfranco Giorgi, uno dei padri fondatori del bonsaismo in Italia. Dal 2009 collabora alla creazione e al mantenimento degli esemplari del Museo “Costantino Franchi” e dell’azienda “Nara Franchi” di Pescia (PT). In questa sede ha l’occasione di lavorare su bonsai famosi, alcuni dei quali lavorati in precedenza da maestri del calibro di Masaiko Kimura, Kunio Kobayashi, Shinji Suzuki e altri.
È istruttore della “Bonsai Creativo School” e della “Accademia European Bonsai School”. All’interno della scuola svolge attività didattica di base e avanzata con la specializzazione in “estetica e progetto”.
Dal 2009 è istruttore IBS.
E ora partiamo con l'intervista:
Ciao Francesco, se sei d'accordo, iniziamo questa piccola intervista con un tuo racconto su come hai iniziato a fare bonsai, ed i tuoi primi passi in questo affascinante “mondo”.
.
Innanzitutto vorrei sinceramente ringraziare te e tutti gli utenti del forum per lo spazio e l’attenzione nei miei confronti.
Il mio primo approccio con il bonsai non è stato amore a prima vista. Mi ricordo perfettamente quando, nei primi anni ottanta, il “mì babbo” mi portava in un garden dove vendevano questi piccoli e strani alberelli.
La cosa non andava oltre la curiosità. Ho comunque aiutato mio padre per molti anni nella coltivazione e creazione dei suoi bonsai imparando la legatura, la potatura e il rinvaso. Nel 1996, dopo la sua scomparsa, mi sono ritrovato a gestire la sua collezione. Da semplice e saltuario aiutante mi sono ritrovato a gestire quotidianamente oltre 100 piante. La passione è aumentata a dismisura e mi accorsi per la prima volta che fare bonsai mi piaceva, mi faceva stare bene, mi dava una pace interiore mai provata.
Nella mia prima partecipazione a una mostra regionale, mi accorsi che i bonsai esposti erano molto più belli del mio. Mi sono reso conto che c’era molto da fare e che stare chiuso nel mio giardino non mi avrebbe fatto crescere come bonsaista. Mi ricordo che cominciai a cercare qualunque cosa che mi potesse insegnare a fare bonsai. Preso da una febbre incontrollata, m’iscrissi a tutti i corsi disponibili: con Carlo Cipollini, con Valter Bondi e perfino con Kunio Kobayashi. Infine nel 2001 cominciai i corsi della Bonsai Creativo School di Sandro Segneri.
Tutti noi bonsaisti abbiamo delle preferenze riguardo alle tantissime essenze in circolazione ecco, volevo sapere quale e’ la tua preferita e perche’?
Adoro le cupressacee in genere: i cipressi in particolare perché sono tipici della mia terra.
Ma amo molto anche i ginepri per la loro modificabilità e anche per quel bel contrasto cromatico che è tipico di queste specie: il verde della vegetazione, il bianco degli shari e il rosso della corteccia….praticamente una bandiera italiana!!
Comunque sia, pur avendo le mie preferite, adoro fare bonsai indipendentemente dall’essenza. Mi piace la parte creativa e progettuale e non per ultimo la realizzazione pratica….la specie dell’albero rappresenta solo un dettaglio.
Una cosa che mi ha sempre incuriosito in un bonsaista della tua caratura e' come e' stata la scintilla che ha fatto scattare in te l'amore per queste piccole piante e perche' il tuo papa' ha avuto una parte importante in questo.....
ho pensato molte volte a cosa mi piace veramente del bonsai e le risposte sono tante:
Uno dei motivi principali è il legame con la natura. Sono affascinato dal fatto di poter vivere la natura quotidianamente fino al punto che la natura ti entra dentro modificando addirittura alcune tue percezioni.
Mi spiego meglio. fare bonsai mi ha insegnato a vivere il tempo in modo diverso: non più generatore di fretta ma amico sincero e necessario per poter creare bellezza. Per questo motivo ci si appropria di un concetto di tempo non più scandito dal fastidioso ticchettio degli orologi ma dal naturale scorrere delle stagioni o del giorno e della notte.
Non solo. Fare bonsai mi ha insegnato a vedere cose che prima non vedevo: un esempio? la bellezza dei colori…quelli veri! Molti di noi se pensiamo ai colori immaginiamo i nostri pennarelli, dimenticandoci che i veri colori sono quelli della natura, di un fiore, una foglia, una corteccia, ecc. Sono qui i colori più belli, più veri e più vivi. Lo stesso vale per i profumi oppure la bellezza della semplicità o il fascino della vecchiaia….si potrebbe parlare per ore di questo!!
Un altro aspetto che mi attrae del fare bonsai è la parte creativa: realizzare un qualcosa che prima non c’era. Analizzare, immaginare e infine creare. E’ incredibile il senso di pace e di soddisfazione che si prova alla fine di una lavorazione, indipendentemente dal livello di preparazione o dal valore (non solo economico) della pianta.
E infine l’ultima motivazione, ma non meno importante, è sicuramente un legame affettivo con la figura di mio padre. Ho mollato l’università di economia aziendale (a pochi esami dalla laurea) e il lavoro da impiegato per inseguire un sogno: per fare della mia passione il mio lavoro. Ho ottenuto dal bonsai più di quello che avrei mai osato immaginare o desiderare (e non mi riferisco a premi)….mi piace pensare che un vecchio bonsaista come il “mì babbo” sia soddisfatto di quanto sono riuscito a fare.
raccontaci il tuo approccio alla lavorazione di una pianta, cosa fai prima di una lavorazione, come procedi successivamente, se la disegni oppure se vedendola ed esaminandola con cura, ti basta gia' per poterla poi lavorare senza fare altro...….
mi preme precisare una cosa: la prima cosa da fare prima di ogni lavorazione è la preparazione. Non esiste approssimazione e ogni pianta deve essere preventivamente coltivata e preparata.
Detto questo, la prima fase operativa è la pulizia della pianta. C’è un rigido ordine cronologico di lavorazioni da eseguire.
La pulizia comprende la pulizia del nebari, del tronco, della ramificazione. Si tolgono i rami secchi e deboli, si cercano ritiri di linfa esistenti e si risana il legno secco già esistente, si creano jin e shari….insomma si fanno tutte quelle operazioni preliminari che chiunque deve fare, sia egli il più grande bonsaista vivente o il primo dei neofiti.
A questo punto abbiamo davanti a noi la pianta da analizzare. Bisogna osservare e non solamente guardare, valutare pregi e difetti.
Spesso eseguo un disegno per mettere su carta una idea o un movimento…come fosse un appunto.
Nelle prime impostazioni normalmente mi lascio aperte molte possibilità. mi piace pensare che sarà la pianta stessa a indicarmi nel tempo quello che sarà il suo futuro. Diciamo che in una prima lavorazione non impongo una idea ma suggerisco varie situazioni da valutare successivamente in base anche alla risposta della pianta.
Per quanto mi riguarda penso che siano necessarie almeno tre filature prima di trovare il vero carattere della pianta….fino ad allora i progetti possono cambiare sempre. Trovo un errore grave rimanere legati all’idea originaria perché questo limita fortemente il nostro senso critico. Col tempo la pianta cambia e potrebbe mettere in luce bellezze che durante il primo step non erano visibili. Fino a che il bonsai non ha raggiunto una certa maturità, ci dobbiamo porre davanti a esso come se fosse sempre la prima lavorazione.
Quando invece si tratta di una rifinitura, allora il discorso cambia: in questo caso non c’è approssimazione. Si cerca di raggiungere la perfezione (sapendo che non la otterremo). Nella fase di rifinitura do molta importanza ai profili, alle asimmetrie e soprattutto agli spazi vuoti. È forse la parte più bella del fare bonsai perché richiede molta precisione. Si pensa che rifinire una pianta già fatta sia facile ma non è così. Rendere più bella una cosa già bella è impresa ardua, ed è facile sbagliare!
Ma al di là della metodologia quello che mi colpisce è l’emozione durante la lavorazione. In quei momenti è come estraniarsi dal mondo. Sono immerso in quell’atto di manipolazione, creatività e immaginazione senza essere collegato con il mondo esterno. Tutti noi sappiamo quanto è fastidioso l’amico che ti fa le domande quando stai modellando la pianta!!! In quel momento io non gli rispondo nemmeno!!!sono sicuro che molti di voi faranno lo stesso.
Come e' nato l'incontro con Sandro Segneri perche' hai scelto di collaborare con un grande personaggio come lui......
l’incontro con Sandro è avvenuto circa 12 anni fa e pieno di timore reverenziale.
Alla fine degli anni 90 erano due le persone che mi avevano colpito con le loro lavorazioni: uno era Sergio Biagi e l’altro Sandro Segneri.
Tramite il mio istruttore di allora (Walter Bondi) nel 2001 entrai in contatto con Sandro per entrare nella sua scuola.
Da allora non ho perso una lezione.
Malgrado siano passati tanti anni riesce ancora a stupirmi con la sua creatività. Se mio padre mi ha istruito sull’abc, Sandro mi ha insegnato tutto il resto.
La cosa che mi piace più di lui è che oltre a essere una grande bonsaista è anche un bravissimo istruttore. La cosa non deve ritenersi scontata: un grande calciatore non è detto che sia anche un grande allenatore.
Uno dei momenti che ricordo con più affetto è quando nel 2004 ho vinto il talento italiano. Non dimenticherò ma la sua faccia soddisfatta. In quel momento sentii che era fiero di quanto avevo fatto e felice almeno quanto me. Per un allievo è una grande soddisfazione!
Da studente mi sono trasformato in istruttore e adesso collaboriamo quasi
quotidianamente. Chi l’avrebbe mai detto!!??
A distanza di anni il legame con lui è ancora forte e lo considero senza dubbio il mio secondo padre bonsaista.
So che presti la tua opera presso l'Azienda “Nara Franchi” di Pescia (PT) al “Museo Costantino Franchi” nello specifico cosa fai esattamente....e poi, che sensazione hai avuto la prima volta che sei stato in quel luogo con piante spettacolari di autori famosissimi e con la responsabilita' di riportare all'antico splendore alcune di queste ....
iniziare a lavorare presso il centro bonsai Franchi è stato il momento in cui ho avuto la possibilità di iniziare a fare il bonsaista a tempo pieno…a realizzare il mio sogno!
Il mio lavoro consiste nella manutenzione dei bonsai del museo, della donazione Paccagnella, e di tutti gli esemplari presenti nel centro bonsai.
Inoltre mi occupo della creazione di nuovi esemplari destinati all’esposizione o alla vendita.
Che cosa si può desiderare di più? il mio lavoro va dai rinvasi alla potatura, al restyling o alla creazione ex-novo di tutti gli esemplari.
Il museo poi ha un fascino particolare per me. Mi ricordo che quando mio padre mi portava ad ammirarlo tornavamo a casa completamente storditi dalla bellezza di quelle piante e delusi dalla pochezza delle nostre.
Adesso mi fa una sensazione strana prendermene cura. Di sicuro non ne sono intimorito, anzi! So che il mio modesto lavoro è in grado di contribuire alla bellezza di quei capolavori. Come ho già detto altrove, la sensazione che provo quando entro nel museo è quella che si prova entrando nel bar dove di solito ti ritrovi con i vecchi amici,…e accorgerti che sono là ad aspettarti per iniziare la partita a briscola…mancavo solo io!!
Quali sono i tuoi prossimi impegni (Mostre, dimostrazioni work shop)?
Sicuramente saro’ presente alla mostra Sosaku 2013 a Padova. Si tratta della mostra organizzata dalla scuola Bonsaicreativo.
Ho appena partecipato come dimostratore ad Arcobonsai e la prossima settimana sarò alla mostra Maggioni Grand Prix.
In queste occasioni i lavori saranno eseguiti insieme agli altri istruttori della scuola di cui faccio parte. Da qualche anno non ci limitiamo solo a eseguire la dimostrazione ma la arricchiamo con delle mini conferenze su aspetti specialistici. Un modo per rendere meno noiose le dimostrazione e aumentare la capacità didattica di ogni incontro.
E poi c’è da organizzare la mostra di Franchi: “Sotto il cielo d’inverno 2014”!non posso anticipare niente, ancora è tutto top secret!...vi anticipo solo che sarà presente più di un maestro giapponese!!
Poi per tutto il 2013 continuerò il mio lavoro nei club e nella scuola in qualità di istruttore.
Quali sono i tuoi progetti futuri, quale e' insomma il tuo sogno nel cassetto se c'e' ?
Ad oggi ho ottenuto più di quello che avrei mai potuto immaginare. Mi piace pormi sempre dei piccoli obiettivi….da qualche anno vorrei che dal mio lavoro di istruttore venisse fuori un bravo bonsaista….questo mi piacerebbe tanto!
Lo dico con modestia, ritenendomi un eterno allievo. Credo che ci vorrà del tempo, ma prima o poi realizzerò anche questo obbiettivo.
Quali artisti stranieri hai più apprezzato ed a quali ti sei ispirato…..
devo dire che Masaiko Kimura è il bonsaista che ha stupito e lasciato tutti a bocca aperta con le sue opere, se non altro per il contenuto innovativo del suo fare bonsai.
Mi piace molto anche Kunio Kobayashi, presso il quale dovevo andare a fare uno stage di qualche mese….biglietto aereo già in mano, gia’ comunicato al maestro a che ora doveva venire a prendermi all’aereoporto….poi è arrivato il terremoto. Visto il disastro e il pericolo nucleare non me la sono sentita più di partire.
Altri bonsaisti come Shinji Suzuki o Takeo Kawabe hanno tutta la mia ammirazione, anche perché li ho visti lavorare da molto vicino. Minoru Akiyama invece è un giovane che farà parlare di se. È stato molto bello lavorare con lui.
Di artisti europei apprezzo molto Marc Noelander sia come artista che come istruttore. Dei giovani europei mi piace molto Mario Komsta.
In quest’arte sicuramente sarai grato a qualcuno in particolare per averti consigliato ed aiutato…….ecco a chi senti di dover dire grazie se oggi hai raggiunto questi traguardi…
in questi anni sono tante le persone che ho incontrato e ognuno di loro mi ha sicuramente lasciato qualcosa.
Sono davvero tanti i “grazie” che dovrei fare.
Vorrei cominciare con un grazie a mio padre…il seme del bonsai è stato sicuramente piantato da lui! E un grazie va a chi ha continuato la sua opera, insegnandomi quello che ancora non sapevo: Sandro Segneri.
Mi piacerebbe dire un immenso grazie a Gianfranco Giorgi: è stata la prima persona che ha riconosciuto certe mie capacità e che mi ha fatto dono della sua completa fiducia, dandomi la possibilità di seguire la sua collezione.
E un altro grazie va a Nara Franchi che mi ha accolto in azienda come in una famiglia.
Un grazie va ai miei amici bonsaisti di sempre: Roberto Raspanti in primis: sono migliaia i km percorsi per andare alle mostre insieme…ore e ore di chiacchere e bonsai!! E a Roberto vorrei aggiungere Luca Bragazzi, Marcelo Michelotti, Federico Springolo, Marco Tarozzo e tutti gli amici dell’Accademia.
E infine ma non per ultimi, devo e voglio ringraziare i miei amici/allievi per la loro fiducia. Forse è dato per scontato, ma la fiducia che queste persone hanno nei miei confronti è veramente il premio più grande. Amo trasmettere quello che amo fare…spero di poterli aiutare nella loro crescita nel mondo del bonsai.
Quando partecipi a mostre ed avvenimenti bonsai quale e’ lo spirto che ti anima? Voglia di stupire, far conoscere le proprie opere, o semplicemente confrontarsi con altri amici bonsaisti?
La partecipazione alle mostre è un insieme di queste cose. La mostra dovrebbe essere considerato come un punto di arrivo, per il solo fatto che la nostra pianta ha raggiunto uno stadio tale da meritare di stare in uno di questi avvenimenti. Non è il fatto di stare fisicamente in mostra ma il fatto che il bonsai abbia raggiunto un livello tale di bellezza da poter stare in esposizione.
Le mostre sono comunque il luogo di incontro tra appassionati, dove il piacere di mostrare i propri lavori si fonde con il piacere dello scambio di opinioni, o più semplicemente per divertirsi tra amici.
Gli strascichi più antipatici sono le polemiche che inevitabilmente seguono una qualunque assegnazione di un premio.
La prima regola è mai, e dico mai, essere “schiavo del premio”! sono il primo a dire che i premi ci devono essere nelle mostre, che è bellissimo riceverli perché è un riconoscimento al tuo lavoro, ma non dobbiamo esserne schiavi. Tutti dicono di non essere interessati ai premi, ma immancabilmente a tutte le mostre ci sono discussioni e polemiche. Le due cose non vanno d’accordo mi sembra.
Una mostra deve essere concepita per quello che è: una esposizione dei lavori di ognuno di noi…diversi, più o meno interessanti, affascinati o meno….ma tutti espressione del lavoro e della nostra passione. Punto!
A concludere, ecco alcune foto di Francesco che lo ritraggono mentre lavora le sue piante, in posizioni spiritose ed altre invece di lavorazioni fatte a suo tempo…..
A concludere un'intensa foto di Francesco che racchiude tutta la sua professionalità e competenza.....
Spero che l'intervista sia stata di vostro gradimento e che vorrete commentare affinché io possa recepire il vostro gradimento....
A Francesco, un sentito ringraziamento per la propria disponibilita' data ed un abbraccio che spero di poterglielo dare, magari alla prossima manifestazione della Giareda di quest'anno....
Conosco Francesco (via internet purtroppo..) dai tempi che frequentavamo lo stesso Forum, EasyBonsai (ora chiuso con nostro grande dispiacere...) sono subito stato colpito dalla sua bravura e competenza....e poi dalla simpatia contagiosa che ha sempre saputo esprimere....e' stato un periodo d'oro, dove io ho imparato tantissimo da lui...
Come sempre, una prefazione per conoscere meglio il personaggio tratta dal suo sito personale.
Francesco Santini e' Nato a Empoli (FI) nel 1971, si e' avvicina al mondo del bonsai alla fine degli anni ‘80 grazie a suo padre, Santini Renzo.
La formazione bonsaistica è completamente da autodidatta per i primi10 anni. Nel 1996, insieme ad altri appassionati, fonda il “Gruppo Bonsaisti Medio Valdarno” con sede a Empoli. All’interno di questa associazione cresce e consolida la sua passione per il mondo del bonsai.
Dal 1998 inizia a frequentare seminari e workshop con Kunio Kobayashi, Carlo Cipollini e Walter Bondi. È l’inizio di un percorso di crescita che lo porta nel 2001 ad entrare nella “Bonsai Creativo School” di Sandro Segneri, dove approfondisce e affina la propria preparazione tecnica e artistica.
Nel 2004 vince il concorso “Nuovo Talento Italiano”. Molti dei suoi bonsai sono pubblicati nei cataloghi UBI “Miglior Bonsai e Suiseki” dal 2004 ad oggi.
Ad oggi conta numerose partecipazioni in qualità di dimostratore e conferenziere nelle più importanti mostre nazionali. Al suo attivo importanti esperienze come assistente di noti maestri orientali come Kunio Kobayashi, Shinji Suzuki, Minoru Akiyama e Min Hsuan Lo. Dal 2007 cura la collezione privata di Gianfranco Giorgi, uno dei padri fondatori del bonsaismo in Italia. Dal 2009 collabora alla creazione e al mantenimento degli esemplari del Museo “Costantino Franchi” e dell’azienda “Nara Franchi” di Pescia (PT). In questa sede ha l’occasione di lavorare su bonsai famosi, alcuni dei quali lavorati in precedenza da maestri del calibro di Masaiko Kimura, Kunio Kobayashi, Shinji Suzuki e altri.
È istruttore della “Bonsai Creativo School” e della “Accademia European Bonsai School”. All’interno della scuola svolge attività didattica di base e avanzata con la specializzazione in “estetica e progetto”.
Dal 2009 è istruttore IBS.
E ora partiamo con l'intervista:
Ciao Francesco, se sei d'accordo, iniziamo questa piccola intervista con un tuo racconto su come hai iniziato a fare bonsai, ed i tuoi primi passi in questo affascinante “mondo”.
.
Innanzitutto vorrei sinceramente ringraziare te e tutti gli utenti del forum per lo spazio e l’attenzione nei miei confronti.
Il mio primo approccio con il bonsai non è stato amore a prima vista. Mi ricordo perfettamente quando, nei primi anni ottanta, il “mì babbo” mi portava in un garden dove vendevano questi piccoli e strani alberelli.
La cosa non andava oltre la curiosità. Ho comunque aiutato mio padre per molti anni nella coltivazione e creazione dei suoi bonsai imparando la legatura, la potatura e il rinvaso. Nel 1996, dopo la sua scomparsa, mi sono ritrovato a gestire la sua collezione. Da semplice e saltuario aiutante mi sono ritrovato a gestire quotidianamente oltre 100 piante. La passione è aumentata a dismisura e mi accorsi per la prima volta che fare bonsai mi piaceva, mi faceva stare bene, mi dava una pace interiore mai provata.
Nella mia prima partecipazione a una mostra regionale, mi accorsi che i bonsai esposti erano molto più belli del mio. Mi sono reso conto che c’era molto da fare e che stare chiuso nel mio giardino non mi avrebbe fatto crescere come bonsaista. Mi ricordo che cominciai a cercare qualunque cosa che mi potesse insegnare a fare bonsai. Preso da una febbre incontrollata, m’iscrissi a tutti i corsi disponibili: con Carlo Cipollini, con Valter Bondi e perfino con Kunio Kobayashi. Infine nel 2001 cominciai i corsi della Bonsai Creativo School di Sandro Segneri.
Tutti noi bonsaisti abbiamo delle preferenze riguardo alle tantissime essenze in circolazione ecco, volevo sapere quale e’ la tua preferita e perche’?
Adoro le cupressacee in genere: i cipressi in particolare perché sono tipici della mia terra.
Ma amo molto anche i ginepri per la loro modificabilità e anche per quel bel contrasto cromatico che è tipico di queste specie: il verde della vegetazione, il bianco degli shari e il rosso della corteccia….praticamente una bandiera italiana!!
Comunque sia, pur avendo le mie preferite, adoro fare bonsai indipendentemente dall’essenza. Mi piace la parte creativa e progettuale e non per ultimo la realizzazione pratica….la specie dell’albero rappresenta solo un dettaglio.
Una cosa che mi ha sempre incuriosito in un bonsaista della tua caratura e' come e' stata la scintilla che ha fatto scattare in te l'amore per queste piccole piante e perche' il tuo papa' ha avuto una parte importante in questo.....
ho pensato molte volte a cosa mi piace veramente del bonsai e le risposte sono tante:
Uno dei motivi principali è il legame con la natura. Sono affascinato dal fatto di poter vivere la natura quotidianamente fino al punto che la natura ti entra dentro modificando addirittura alcune tue percezioni.
Mi spiego meglio. fare bonsai mi ha insegnato a vivere il tempo in modo diverso: non più generatore di fretta ma amico sincero e necessario per poter creare bellezza. Per questo motivo ci si appropria di un concetto di tempo non più scandito dal fastidioso ticchettio degli orologi ma dal naturale scorrere delle stagioni o del giorno e della notte.
Non solo. Fare bonsai mi ha insegnato a vedere cose che prima non vedevo: un esempio? la bellezza dei colori…quelli veri! Molti di noi se pensiamo ai colori immaginiamo i nostri pennarelli, dimenticandoci che i veri colori sono quelli della natura, di un fiore, una foglia, una corteccia, ecc. Sono qui i colori più belli, più veri e più vivi. Lo stesso vale per i profumi oppure la bellezza della semplicità o il fascino della vecchiaia….si potrebbe parlare per ore di questo!!
Un altro aspetto che mi attrae del fare bonsai è la parte creativa: realizzare un qualcosa che prima non c’era. Analizzare, immaginare e infine creare. E’ incredibile il senso di pace e di soddisfazione che si prova alla fine di una lavorazione, indipendentemente dal livello di preparazione o dal valore (non solo economico) della pianta.
E infine l’ultima motivazione, ma non meno importante, è sicuramente un legame affettivo con la figura di mio padre. Ho mollato l’università di economia aziendale (a pochi esami dalla laurea) e il lavoro da impiegato per inseguire un sogno: per fare della mia passione il mio lavoro. Ho ottenuto dal bonsai più di quello che avrei mai osato immaginare o desiderare (e non mi riferisco a premi)….mi piace pensare che un vecchio bonsaista come il “mì babbo” sia soddisfatto di quanto sono riuscito a fare.
raccontaci il tuo approccio alla lavorazione di una pianta, cosa fai prima di una lavorazione, come procedi successivamente, se la disegni oppure se vedendola ed esaminandola con cura, ti basta gia' per poterla poi lavorare senza fare altro...….
mi preme precisare una cosa: la prima cosa da fare prima di ogni lavorazione è la preparazione. Non esiste approssimazione e ogni pianta deve essere preventivamente coltivata e preparata.
Detto questo, la prima fase operativa è la pulizia della pianta. C’è un rigido ordine cronologico di lavorazioni da eseguire.
La pulizia comprende la pulizia del nebari, del tronco, della ramificazione. Si tolgono i rami secchi e deboli, si cercano ritiri di linfa esistenti e si risana il legno secco già esistente, si creano jin e shari….insomma si fanno tutte quelle operazioni preliminari che chiunque deve fare, sia egli il più grande bonsaista vivente o il primo dei neofiti.
A questo punto abbiamo davanti a noi la pianta da analizzare. Bisogna osservare e non solamente guardare, valutare pregi e difetti.
Spesso eseguo un disegno per mettere su carta una idea o un movimento…come fosse un appunto.
Nelle prime impostazioni normalmente mi lascio aperte molte possibilità. mi piace pensare che sarà la pianta stessa a indicarmi nel tempo quello che sarà il suo futuro. Diciamo che in una prima lavorazione non impongo una idea ma suggerisco varie situazioni da valutare successivamente in base anche alla risposta della pianta.
Per quanto mi riguarda penso che siano necessarie almeno tre filature prima di trovare il vero carattere della pianta….fino ad allora i progetti possono cambiare sempre. Trovo un errore grave rimanere legati all’idea originaria perché questo limita fortemente il nostro senso critico. Col tempo la pianta cambia e potrebbe mettere in luce bellezze che durante il primo step non erano visibili. Fino a che il bonsai non ha raggiunto una certa maturità, ci dobbiamo porre davanti a esso come se fosse sempre la prima lavorazione.
Quando invece si tratta di una rifinitura, allora il discorso cambia: in questo caso non c’è approssimazione. Si cerca di raggiungere la perfezione (sapendo che non la otterremo). Nella fase di rifinitura do molta importanza ai profili, alle asimmetrie e soprattutto agli spazi vuoti. È forse la parte più bella del fare bonsai perché richiede molta precisione. Si pensa che rifinire una pianta già fatta sia facile ma non è così. Rendere più bella una cosa già bella è impresa ardua, ed è facile sbagliare!
Ma al di là della metodologia quello che mi colpisce è l’emozione durante la lavorazione. In quei momenti è come estraniarsi dal mondo. Sono immerso in quell’atto di manipolazione, creatività e immaginazione senza essere collegato con il mondo esterno. Tutti noi sappiamo quanto è fastidioso l’amico che ti fa le domande quando stai modellando la pianta!!! In quel momento io non gli rispondo nemmeno!!!sono sicuro che molti di voi faranno lo stesso.
Come e' nato l'incontro con Sandro Segneri perche' hai scelto di collaborare con un grande personaggio come lui......
l’incontro con Sandro è avvenuto circa 12 anni fa e pieno di timore reverenziale.
Alla fine degli anni 90 erano due le persone che mi avevano colpito con le loro lavorazioni: uno era Sergio Biagi e l’altro Sandro Segneri.
Tramite il mio istruttore di allora (Walter Bondi) nel 2001 entrai in contatto con Sandro per entrare nella sua scuola.
Da allora non ho perso una lezione.
Malgrado siano passati tanti anni riesce ancora a stupirmi con la sua creatività. Se mio padre mi ha istruito sull’abc, Sandro mi ha insegnato tutto il resto.
La cosa che mi piace più di lui è che oltre a essere una grande bonsaista è anche un bravissimo istruttore. La cosa non deve ritenersi scontata: un grande calciatore non è detto che sia anche un grande allenatore.
Uno dei momenti che ricordo con più affetto è quando nel 2004 ho vinto il talento italiano. Non dimenticherò ma la sua faccia soddisfatta. In quel momento sentii che era fiero di quanto avevo fatto e felice almeno quanto me. Per un allievo è una grande soddisfazione!
Da studente mi sono trasformato in istruttore e adesso collaboriamo quasi
quotidianamente. Chi l’avrebbe mai detto!!??
A distanza di anni il legame con lui è ancora forte e lo considero senza dubbio il mio secondo padre bonsaista.
So che presti la tua opera presso l'Azienda “Nara Franchi” di Pescia (PT) al “Museo Costantino Franchi” nello specifico cosa fai esattamente....e poi, che sensazione hai avuto la prima volta che sei stato in quel luogo con piante spettacolari di autori famosissimi e con la responsabilita' di riportare all'antico splendore alcune di queste ....
iniziare a lavorare presso il centro bonsai Franchi è stato il momento in cui ho avuto la possibilità di iniziare a fare il bonsaista a tempo pieno…a realizzare il mio sogno!
Il mio lavoro consiste nella manutenzione dei bonsai del museo, della donazione Paccagnella, e di tutti gli esemplari presenti nel centro bonsai.
Inoltre mi occupo della creazione di nuovi esemplari destinati all’esposizione o alla vendita.
Che cosa si può desiderare di più? il mio lavoro va dai rinvasi alla potatura, al restyling o alla creazione ex-novo di tutti gli esemplari.
Il museo poi ha un fascino particolare per me. Mi ricordo che quando mio padre mi portava ad ammirarlo tornavamo a casa completamente storditi dalla bellezza di quelle piante e delusi dalla pochezza delle nostre.
Adesso mi fa una sensazione strana prendermene cura. Di sicuro non ne sono intimorito, anzi! So che il mio modesto lavoro è in grado di contribuire alla bellezza di quei capolavori. Come ho già detto altrove, la sensazione che provo quando entro nel museo è quella che si prova entrando nel bar dove di solito ti ritrovi con i vecchi amici,…e accorgerti che sono là ad aspettarti per iniziare la partita a briscola…mancavo solo io!!
Quali sono i tuoi prossimi impegni (Mostre, dimostrazioni work shop)?
Sicuramente saro’ presente alla mostra Sosaku 2013 a Padova. Si tratta della mostra organizzata dalla scuola Bonsaicreativo.
Ho appena partecipato come dimostratore ad Arcobonsai e la prossima settimana sarò alla mostra Maggioni Grand Prix.
In queste occasioni i lavori saranno eseguiti insieme agli altri istruttori della scuola di cui faccio parte. Da qualche anno non ci limitiamo solo a eseguire la dimostrazione ma la arricchiamo con delle mini conferenze su aspetti specialistici. Un modo per rendere meno noiose le dimostrazione e aumentare la capacità didattica di ogni incontro.
E poi c’è da organizzare la mostra di Franchi: “Sotto il cielo d’inverno 2014”!non posso anticipare niente, ancora è tutto top secret!...vi anticipo solo che sarà presente più di un maestro giapponese!!
Poi per tutto il 2013 continuerò il mio lavoro nei club e nella scuola in qualità di istruttore.
Quali sono i tuoi progetti futuri, quale e' insomma il tuo sogno nel cassetto se c'e' ?
Ad oggi ho ottenuto più di quello che avrei mai potuto immaginare. Mi piace pormi sempre dei piccoli obiettivi….da qualche anno vorrei che dal mio lavoro di istruttore venisse fuori un bravo bonsaista….questo mi piacerebbe tanto!
Lo dico con modestia, ritenendomi un eterno allievo. Credo che ci vorrà del tempo, ma prima o poi realizzerò anche questo obbiettivo.
Quali artisti stranieri hai più apprezzato ed a quali ti sei ispirato…..
devo dire che Masaiko Kimura è il bonsaista che ha stupito e lasciato tutti a bocca aperta con le sue opere, se non altro per il contenuto innovativo del suo fare bonsai.
Mi piace molto anche Kunio Kobayashi, presso il quale dovevo andare a fare uno stage di qualche mese….biglietto aereo già in mano, gia’ comunicato al maestro a che ora doveva venire a prendermi all’aereoporto….poi è arrivato il terremoto. Visto il disastro e il pericolo nucleare non me la sono sentita più di partire.
Altri bonsaisti come Shinji Suzuki o Takeo Kawabe hanno tutta la mia ammirazione, anche perché li ho visti lavorare da molto vicino. Minoru Akiyama invece è un giovane che farà parlare di se. È stato molto bello lavorare con lui.
Di artisti europei apprezzo molto Marc Noelander sia come artista che come istruttore. Dei giovani europei mi piace molto Mario Komsta.
In quest’arte sicuramente sarai grato a qualcuno in particolare per averti consigliato ed aiutato…….ecco a chi senti di dover dire grazie se oggi hai raggiunto questi traguardi…
in questi anni sono tante le persone che ho incontrato e ognuno di loro mi ha sicuramente lasciato qualcosa.
Sono davvero tanti i “grazie” che dovrei fare.
Vorrei cominciare con un grazie a mio padre…il seme del bonsai è stato sicuramente piantato da lui! E un grazie va a chi ha continuato la sua opera, insegnandomi quello che ancora non sapevo: Sandro Segneri.
Mi piacerebbe dire un immenso grazie a Gianfranco Giorgi: è stata la prima persona che ha riconosciuto certe mie capacità e che mi ha fatto dono della sua completa fiducia, dandomi la possibilità di seguire la sua collezione.
E un altro grazie va a Nara Franchi che mi ha accolto in azienda come in una famiglia.
Un grazie va ai miei amici bonsaisti di sempre: Roberto Raspanti in primis: sono migliaia i km percorsi per andare alle mostre insieme…ore e ore di chiacchere e bonsai!! E a Roberto vorrei aggiungere Luca Bragazzi, Marcelo Michelotti, Federico Springolo, Marco Tarozzo e tutti gli amici dell’Accademia.
E infine ma non per ultimi, devo e voglio ringraziare i miei amici/allievi per la loro fiducia. Forse è dato per scontato, ma la fiducia che queste persone hanno nei miei confronti è veramente il premio più grande. Amo trasmettere quello che amo fare…spero di poterli aiutare nella loro crescita nel mondo del bonsai.
Quando partecipi a mostre ed avvenimenti bonsai quale e’ lo spirto che ti anima? Voglia di stupire, far conoscere le proprie opere, o semplicemente confrontarsi con altri amici bonsaisti?
La partecipazione alle mostre è un insieme di queste cose. La mostra dovrebbe essere considerato come un punto di arrivo, per il solo fatto che la nostra pianta ha raggiunto uno stadio tale da meritare di stare in uno di questi avvenimenti. Non è il fatto di stare fisicamente in mostra ma il fatto che il bonsai abbia raggiunto un livello tale di bellezza da poter stare in esposizione.
Le mostre sono comunque il luogo di incontro tra appassionati, dove il piacere di mostrare i propri lavori si fonde con il piacere dello scambio di opinioni, o più semplicemente per divertirsi tra amici.
Gli strascichi più antipatici sono le polemiche che inevitabilmente seguono una qualunque assegnazione di un premio.
La prima regola è mai, e dico mai, essere “schiavo del premio”! sono il primo a dire che i premi ci devono essere nelle mostre, che è bellissimo riceverli perché è un riconoscimento al tuo lavoro, ma non dobbiamo esserne schiavi. Tutti dicono di non essere interessati ai premi, ma immancabilmente a tutte le mostre ci sono discussioni e polemiche. Le due cose non vanno d’accordo mi sembra.
Una mostra deve essere concepita per quello che è: una esposizione dei lavori di ognuno di noi…diversi, più o meno interessanti, affascinati o meno….ma tutti espressione del lavoro e della nostra passione. Punto!
A concludere, ecco alcune foto di Francesco che lo ritraggono mentre lavora le sue piante, in posizioni spiritose ed altre invece di lavorazioni fatte a suo tempo…..
A concludere un'intensa foto di Francesco che racchiude tutta la sua professionalità e competenza.....
Spero che l'intervista sia stata di vostro gradimento e che vorrete commentare affinché io possa recepire il vostro gradimento....
A Francesco, un sentito ringraziamento per la propria disponibilita' data ed un abbraccio che spero di poterglielo dare, magari alla prossima manifestazione della Giareda di quest'anno....
Ultima modifica di giancarlo il Sab 11 Mag 2013, 12:53 - modificato 1 volta.
giancarlo- .
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Re: Intervista a Francesco Santini
Un ottimo proffessionista non poteva che rilasciare un ottima intervista !!! Mancava solo la percezione del inconfondibile e simpatico accento toscano di Francesco .
Daniele- Bonsaista esperto
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Re: Intervista a Francesco Santini
Bellissima intervista
Paolo85- Utente normale
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Re: Intervista a Francesco Santini
Grande Francesco, spero di poter continuare ancora per molto tempo ad apprendere da te come si fa bonsai................. :
Re: Intervista a Francesco Santini
Intervista molto interessante. Grazie a Gian per l'iniziativa ed a Francesco per la disponibilità!
Re: Intervista a Francesco Santini
Grazie Gianki per questo bell'incontro. Ho sempre visto Francesco al fianco di, pe me mitico, Sandro Segneri, ed ho sempre pensato che, con cotanto maestro, non poteve che diventare un grande nel bonsaisto Italiano e non solo.
Ciao Pino
Ciao Pino
Re: Intervista a Francesco Santini
Beh!!! ho la fortuna di essere allievo di Francesco... è proprio così, professionalmente indiscutibile ed umanamente una persona OK!!! della simpatia chi lo conosce lo sà...
Grazie Giancarlo e Francesco per questa bella intervista....
Grazie Giancarlo e Francesco per questa bella intervista....
gimmino- Utente medio
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Re: Intervista a Francesco Santini
Grazie a giancarlo , ma sopratutto a francesco per aver risposto a questa
Bellissima intervista .
Un grande professionista con un grande cuore ...
Grazie francesco !
Bellissima intervista .
Un grande professionista con un grande cuore ...
Grazie francesco !
davide- Istruttore UBI
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Località : Casaleone
Re: Intervista a Francesco Santini
Francesco, grande talento nel fare Bonsai, grande talento nel trasmetterlo ai suoi allievi, bellissima persona con cui stare in compagnia.
Sono orgoglioso di essere suo allievo ed amico.
Grazie Giancarlo per aver pubblicato questa intervista.
Sono orgoglioso di essere suo allievo ed amico.
Grazie Giancarlo per aver pubblicato questa intervista.
andrea 70- Nuovo Utente
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Data d'iscrizione : 04.12.12
Età : 54
Località : Empoli (FI)
Re: Intervista a Francesco Santini
grande giancarlo che ci omaggia sempre con queste belle e interessanti interviste,per francesco,sinceramente non trovo le parole adatte,posso solo dire che è uno dei miei pochi idoli,persona umile e alla mano,che non se la tira come fanno altri,praticamente uno di noi,spero che col tempo riesca ad arrivare al suo livello,non voglio aggiungere altro,perchè potrebbe sembrare una sviolinata,ma la mia ammirazione è veramente tanta.forza francesco,io tifo per te.
re di olea- Moderatore
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Località : iglesias
Re: Intervista a Francesco Santini
molto bella l'evoluzione bonsaistica di Francesco....complimenti!!
Chiara- Nuovo Utente
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Data d'iscrizione : 24.04.13
Località : Bologna
Re: Intervista a Francesco Santini
Un grazie a Giancarlo per l'occasione che ha dato a chi non lo conosceva ed a Francesco Santini per la disponibilita'!
Bell'intervista
Bell'intervista
Ascom- Utente medio
- Messaggi : 952
Data d'iscrizione : 30.04.11
Età : 59
Località : vicino a Crema (CR)
Re: Intervista a Francesco Santini
ciao a tutti,
io non so veramente cosa dire se non un GRAZIE con tutto il cuore per l'affetto e la stima che mi avete dimostrato nei vostri commenti.
amo il bonsai...amo il praticarlo e amo il trasmetterlo. lo faccio quotidianamente con tutto il cuore e, pur non avendo vinto molti premi, il bonsai mi ha dato più di quello che avrei mai potuto immaginare.
le vostre parole mi rendono orgoglioso del mio lavoro...della mia passione!
grazie ancora
io non so veramente cosa dire se non un GRAZIE con tutto il cuore per l'affetto e la stima che mi avete dimostrato nei vostri commenti.
amo il bonsai...amo il praticarlo e amo il trasmetterlo. lo faccio quotidianamente con tutto il cuore e, pur non avendo vinto molti premi, il bonsai mi ha dato più di quello che avrei mai potuto immaginare.
le vostre parole mi rendono orgoglioso del mio lavoro...della mia passione!
grazie ancora
Re: Intervista a Francesco Santini
Grazie Gian per l'intervista, e grazie a Francesco
Arsenio- Nuovo Utente
- Messaggi : 129
Data d'iscrizione : 29.09.11
Località : Sant'Arsenio (SA)
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